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Gianni Oliva “Fra i dannati della terra”

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Galvanica Bruni

kepi_56.jpgCosa è che ha spinto e ancora oggi spinge giovani e meno giovani ad arruolarsi nella Legione Straniera e tagliare così i ponti con il proprio paese e la propria famiglia? A spiegarcelo è Gianni Oliva con il suo “Fra i dannati della terra” (Mondadori, 246 pagine, 22 Euro), la storia di uno dei più famosi corpi militari al mondo raccontata attraverso i suoi protagonisti.

Gianni Oliva è uno storico del novecento e da sempre si occupa dei temi meno indagati; tra i suoi libri La resa dei conti, Foibe, Si ammazza troppo poco, Storia dei Carabinieri e Storia degli Alpini. L’affascinante e sanguinosa storia della Legione Oliva ce la racconta attraverso le vicende degli uomini che hanno combattuto guerre “sporche” e dimenticate in ogni angolo del pianeta.

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Dal 1831 la Legione Straniera ha arruolato soldati provenienti da ogni parte del mondo (200.000 tedeschi, 60.000 italiani, 50.000 spagnoli e poi belgi, svizzeri, russi ma anche americani) e di ogni estrazione sociale; galeotti ma anche ex generali, finanzieri, principi, giovani di buona famiglia o semplicemente diseredati.

La peculiarità di potersi arruolare sotto falso nome se da un lato ha garantito l’impunità a ladri e malfattori dall’altro ha permesso a chi voleva essere dimenticato di essere inghiottito dalle sabbie dell’Algeria o dalle giungle del Tonchino.

dannati.jpgMa nella Legione si sono arruolati, specie nel secolo dei moti rivoluzionari, anche politici e romantici che al servizio della Francia liberale e nelle guerrecolonialicredettero di sconfiggere le barbarie dell’Impero Ottomano. Tra gli italiani nella Legione Straniera militarono Carlo Pisacane (l’eroe biondo della spedizione di Sapri ), Raffaele Poerio, Andrea Ferrari, il Conte Ottaviano Vimercati, Augusto Anfossi e Francesco Zola, padre di Emile.
In tempi più recenti ad arruolarsi saranno anche Curzio Malaparte e Giuseppe Bottai, ministro e deputato nell’era fascista.

Personaggi che hanno tutti una caratteristica in comune: il desiderio di vivere l’esistenza da protagonisti anche se questo comporta la necessità di mettere in continuazione a repentaglio la propria esistenza.

Nella Legione “o marci o crepi” e chi decide di arruolarsi sa bene che la Francia lo manderà a combattere ai confini dell’impero; ma è proprio la mistica combattentistica e il fascino della “bella morte” ad attirare come una calamita spiriti irrequieti, giovani assetati di avventura, principi annoiati o amanti traditi.

La Legione Straniera in quasi 200 anni di storia ha combattuto in ogni angolo del globo quasi sempre in guerre difficili e disperate; ha partecipato ai due conflitti mondiali e dagli anni ’50 è stata impegnata prima in Indocina e poi in Algeria. Ogni qual volta la Francia ha avuto bisogno della Legione i suoi uomini hanno risposto con un incredibile spirito di disciplina combattendo con ostinazione e valore.
Un tributo di sangue che è alla base del “mito della legione”; un mito narrato da Gianni Oliva con lucidità e passione.

Francesco Gargaglia

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