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M5S XV: “Una firma per uscire dall’euro” sabato a Vigna Clara domenica a Tomba di Nerone

Galvanica Bruni

5stelle.jpgSabato 13 dicembre a via di Vigna Stelluti e domenica 14 in Via Cassia, Tomba di Nerone, parco Caduti sul Fronte Russo,  dalle ore 10,30 alle 13,30 ci sarà un banchetto per la raccolta firme per chiedere un referendom sull’uscita dall’euro. Lo comunica in una nota il Movimento 5 Stelle del XV Municipio.

 “La richiesta di rinegoziare i Trattati è parte del nostro programma per il parlamento europeo – scrivono in una nota – La risposta del Parlamento Europeo è stata ignorare ogni nostra proposta e in seguito di non concederci nemmeno le cariche nelle Commissioni (presidenze e vicepresidenze) a cui avremmo avuto diritto come gruppo, creando un pericoloso precedente per la democraticità del Parlamento stesso che diventa di fatto un governissimo europeo tra destra e sinistra, escludendo le altre voci. Se di Fiscal Compact e Eurobond non si può parlare è necessario riprenderci la nostra sovranità monetaria”.

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“Per questo chiediamo di venire a firmare, vogliamo che siano i cittadini italiani a scegliere la loro moneta. Vogliamo restare nella Comunità Europea con tutti i diritti di un paese costituente ma con la propria moneta sovrana, così come è ora l’Inghilterra. L’uscita dall’euro con un referendum – conclude la nota – è una strada lunga, non è una soluzione a breve termine come potrebbe essere una legge del governo, ma proprio per tale motivo è meglio partire il prima possibile.”

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10 COMMENTI

  1. Va bene, non son d’accordo ma voglio dare credito alla vostra tesi: usciamo dall’euro. Per andare “dove”? Quale sarà la nostra valuta? Quale il suo tasso di cambio con l’euro?

  2. ridicoli, ma come si può ragionare così male? nel 2014 è l’unione che fa la forza non la dipendenza per voi andare dove? gente poco razionale e concreta viaggiate e girate il mondo magari vi fate un’idea di cosa funziona e cosa no. Dobbiamo Pensare di Essere Europa ormai come dice lo spot Rai. è vero. andiamo avanti per una volta!

  3. Oltre a professori di offesa senza costrutto, sapreste anche argomentare minimamente le vostre affermazioni?

    La risposta del Parlamento Europeo alla richiesta di rinegozionare i Trattati è stata quella di ignorare completamente ogni iniziativa seria in tal senso
    Se di Fiscal Compact e Eurobond non si può parlare (in modo serio e non elemosinando alla Germania come si sta facendo adesso) è necessario riprenderci la nostra sovranità monetaria.
    Nessuno vuole uscire dalla Comunità Europea, ma solo, a queste condizioni, riprenderci la nostra sovranità monetaria come attualmente ha Inglilterra.
    A chi dice che uscire dall’Euro sarebbe una catastrofe per l’economia italiana, vorrei ricordare che in realtà la vera crisi la stiamo già vivendo a causa delle drammatiche implicazioni di una moneta sopravvalutata rispetto alla nostra economia e di una unione monetaria squilibrata e ingiusta che costringe i Paesi a rispondere agli shock asimmetrici tra Paesi nell’unico modo possibile della svalutazione interna dei salari e dei prezzi. Secondo gli esperti una volta fissato un tasso di conversione 1 a 1 con l’Euro, la nuova moneta, subirà ovviamente una svalutazione verso l’Euro, che secondo le stime si assesterà intorno al 20%, mentre la svalutazione verso il Dollaro americano sarà più contenuta, intorno al 10%.
    Grazie alla svalutazione i nostri prodotti diventeranno automaticamente meno costosi rispetto ai prodotti esteri e le imprese italiane torneranno così competere a condizioni eque con i partner europei, uscendo dalla posizione di svantaggio competitivo, rispetto soprattutto alla Germania, in cui si è ritrovata l’Italia dopo l’ingresso nell’Euro.
    Dato che i prodotti italiani diventeranno più convenienti sia per i consumatori esteri sia per gli stessi consumatori italiani, aumenteranno le esportazioni e al contempo diminuiranno le importazioni, con il risultato che il mercato interno dell’Italia, in crollo progressivo sin dall’ingresso nell’Euro, tornerà su valori positivi, apportando benefici enormi per i produttori italiani, oggi schiacciati dal peso di una moneta troppo forte per l’industria italiana.

    Se avete argomenti validi sui quali ci si può confrontare bene, altrimenti continuate asetticamente ad offendere senza dire nulla.

  4. @Annunziata, le ricordo che l’Inghilterra oltre a non avere l’euro NON ha:
    -) Criminalità organizzata tra le più forti al mondo, Mafia, n’drangheta, camorra
    -) Corruzione a tutti i livelli (ad esempio Lavori pubblici che durano una vita, spesso incompiuti e con i costi che lievitano all’infinito)
    -) Burocrazia allucinante
    -) Tasse oltre ogni misura senza alcun servizio
    -) Giustizia lentissima dove spesso trova terreno fertile l’impunità
    -) Comuni, province e regioni che sperperano il denaro creando aziende ed aziendine senza alcun senso se non quello di dare posti di lavoro agli amici

    mi fermo qui ma si può andare all’infinito…

    Il problema invece per lei è l’euro…… le hanno mai detto che l’Italia è un paese IMPORTATORE di materie prime e di energia? Saluti.

  5. @LucaV, tutti sanno che l’Italia importa materie prime.

    L’Italia non potrà evidentemente fare a meno di importare materie prime e energia dall’estero, che diventeranno più costose a seguito della svalutazione. Tuttavia, l’impatto sarà marginale per tre ragioni principali:
    – Come dimostra l’andamento delle materie prime sui mercati internazionali (petrolio), la variazione del loro prezzo si traduce solo marginalmente sul prezzo del prodotto finito (gasolio, benzina).
    – Tutte le principali materie prime e energia vengono scambiate in Dollari e la svalutazione verso il Dollaro sarà minore che verso l’Euro.
    – Le materie prime rappresentano solo una parte del costo finale del prodotto, e il processo di produzione, grazie all’uscita dall’euro, potrà finalmente rilocalizzarsi in Italia, il maggiore costo di approvvigionamento per le imprese italiane sarà comunque compensato dalla maggiore competitività del prodotto italiano all’estero. Assumendo per esempio una svalutazione pari al 20 per cento, e ipotizzando che materie prime e energia pesino la metà sul costo del prodotto finito, il loro costo passerà da 50 a 60. Il prezzo del prodotto finito in Italia salirebbe quindi da 100 a 110. Tuttavia, se all’estero la nuova moneta varrà il 20% in meno, il costo finale del prodotto sarà pari a 88 euro.
    Inoltre, non dovremmo dimenticare che il problema dell’importazione di energia dall’estero uno degli obiettivi della strategia europea per il 2020 è aumentare l’efficienza energetica e diminuire drasticamente la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in energia. Puntando su fonti di energia rinnovabile in grado di favorire una crescita sostenibile e intelligente.

    …Così come il prezzo della benzina.

    Sulla benzina lo Stato italiano ha ampissimo spazio di manovra, in quanto la maggior parte del costo della benzina è dovuto a un elevatissimo livello di tassazione, che rappresenta circa il 60% del costo finale del prodotto. Il maggior costo che dovremmo pagare per via della svalutazione potrebbe essere facilmente compensato da una manovra di riduzione delle accise, che lo Stato italiano, una potrà finanziare grazie al maggior gettito proveniente per esempio dalle imposte sui redditi.

  6. …dimenticavo, quello che giustamente affermi, cioè la presenza di: Criminalità, Corruzione, Burocrazia, Giustizia lentissima, non è che con l’uscita dall’euro aumenterebbero tali anomalie del sistema Italia.
    Anzi, l’€uro e le imposizione fiscale sono strettamente correlati. Con l’euro lo Stato non può stampare moneta, quindi si può agire solo in due modi:
    – Più tasse: diminuzione competitività con le imprese europee e internazionali. Imprese che falliscono, delocalizzano e crollo del PIL
    – Più debito pubblico: quindi aumento del debito e interessi crescenti a scapito degli investimenti

  7. @ Pasquale Annunziata, lei è un professore di economia? Ha fatto studi in tal senso? E’ un amministratore delegato o proprietario di una Azienda che fa export di prodotti?

    A problemi complessi i demagoghi rispondono con risposte semplici, ovviamente non realizzabili (secondo lei i Grillini sanno come “uscire” dall’euro?), dando sempre la “colpa” a qualche fattore esterno (la BCE, l’Euro, i burocrati etc.).

    Io dico che prima di dare colpa a qualcuno dovremmo capire che in primis dobbiamo tornare un paese normale, senza corruzione, con tasse ragionevoli, senza mafie capitali etc. etc. …. questi sono i problemi complessi che devono essere affrontati e nel tempo risolti, ma questi sono problemi complessi, quindi i demagoghi che non sanno cosa fare sparano contro l’euro etc….

  8. Caro Pasquale mi faccia fare una battuta: lei mei ricorda Berlusconi quando lo chiamano in TV che agita sempre un foglietto bianco e snocciola una serie di sillogismi in base ai quali in 5 minuti risolve tutti i problemi economici del nostro paese. Parlando più seriamente tutte queste sue affermazioni dotte enunciate qui sopra da quale trattato vengono ? Quale simposio socio-economico-politico le ha elaborate ? Chi le ha testate ? Oppure è tutta farina del suo sacco ?

  9. @LucaV io non ho dato la colpa a nessuno, da dove esce fuori questa battuta? mentre lei continua ad offendere senza argomentare nulla.

    @Roberto per cortesia Berlusconi no, la prego!!
    Io mi informo e cerco di ragionare con la mia testa, consultando economisti non condizionati da terzi, se le interessa posso darle anche dei nomi, e senza farmi condizionare da TV e giornali che raccondono solo quello che vogliono che la gente creda.

    Invece di parlare per genericamente e con slogan perchè non argomentate con cose concrete?

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