Citius, altius, fortius, più veloce, più alto, più forte. Così recita il motto dei Giochi Olimpici. Ma non siamo tra maratoneti, ginnasti o nuotatori. Siamo alla stazione della Ferrovia Roma Nord di Labaro, dove forse è nata una nuova disciplina olimpionica: il salto del tornello. Sono in tanti a praticarla, anche questa volta li abbiamo contati.
Ebbene sì, nella mattinata di mercoledì 10 dicembre, nell’ora di punta – dalle 7.30 alle 8.30 – abbiamo contato 75 persone che hanno fatto il salto del tornello. Entrano in stazione passando per il tornello di uscita, non per quello di entrata.
Un numero superiore a quello contato alla stazione di Prima Porta solo due settimane fa (leggi qui).
Le persone arrivano composte, una dietro l’altra salgono le scale che portano ai tornelli. Gente silenziosa, del resto è ancora presto, molti sono ancora assonnati. Ma ecco che appena finiscono le scale, passa il torpore. E allora via con il salto del tornello.
Ragazzi giovani, signore di ogni età, uomini in giacca e cravatta, gente italiana e straniera. Ci sono proprio tutti per il salto del tornello.
Quattro signore, distinte e ben vestite, saltano il tornello con molta nonchalance; continuano a parlare tra di loro e si aiutano vicendevolmente per riuscire a passare senza sporcarsi il vestito. Devono essere amiche di vecchia data.
Un uomo, accompagnato alla stazione in macchina, forse dalla moglie, con aria compita e la ventiquattrore sotto il braccio, con una botta al tornello, entra. E quando la sua borsa rimane incastrata, ecco che con mossa felina, lancia la borsa in alto per poi riprenderla al volo. Un vero giocoliere.
I tornelli di entrata e di uscita sono posizionati uno accanto all’altro. Si crea una grande confusione: c’è chi esce regolarmente dal tornello di uscita, chi entra regolarmente vidimando il biglietto dal tornello di entrata e chi entra senza biglietto dal tornello di uscita. Non è un gioco di parole, ma un vero traffico di persone che si scontrano l’una con l’altra.
Ma nessuno si scompone. Ci si fa largo tra una sgomitata e l’altra.
Ma ecco che arriva il treno; tocca essere veloci per riuscire a prenderlo. Fortuna che sono giovani i nostri due saltatori. Un ragazzo prima e una ragazza subito dopo, saltano il tornello giusto in tempo per salire sul treno. Sembra quasi che si siano messi d’accordo. Un vero salto sincronizzato il loro. Due veri sportivi, non c’è che dire.
A onor di cronaca, non tutti saltano il tornello. Ci vuole allenamento e non poca destrezza. Allora c’è chi, evidentemente lo sa per esperienza personale, allunga la mano sul sensore del tornello, quello si apre, e lui entra senza saltare.
Non manca neanche la solidarietà.
Una famiglia in serie difficoltà a far passare il loro piccolo con tutto il passeggino, subito viene soccorsa; si può fare, abbiamo ingenuamente pensato; i bimbi non pagano e allora se il passeggino viene alzato per riuscire a passare, è cosa lecita. Ma ecco che anche i genitori, immediatamente dopo, seguono a ruota il passeggino, saltando il tornello di uscita. Forse non avevano poi così tanto bisogno di aiuto.
Possiamo dirlo, è nato un vero e proprio sport; chissà che alle prossime olimpiadi di Rio del 2016, ci sarà come nuova disciplina anche il salto del tornello.
Valentina Ciaccio
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Apprezzo molto la garbata ironia con la quale si descrive il nuovo sport. Un tempo si diceva che il potere teme più l’ironia o la satira che le sassate o fucilate. Direi che ora molto è cambiato e, mi pare, che il potere non tema più nulla, neanche lo sberleffo e lo scherno. Mi chiedo, ma perchè meravigliarsi del salto del tornello quando tutto intorno è un mondezzaio, le auto parcheggiate ovunque, la segnaletica orizzontale così sbiadita da essere invisibile, quella verticale oscurata da cartelloni pubblicitari o alberi non potati, i lampioni spenti, i muri imbrattati. Di questo schifo sono responsabili le istituzioni e lo siamo anche noi cittadini che saltiamo il tornello, parcheggiamo in terza fila e gettiamo le bottigliette di plastica per terra. Siamo il popolo del “faccio come c… mi pare”, nessuno escluso. I controllori che secondo le intenzioni e le promesse dell’atac dovevano terrorizzare i portoghesi, dove sono? Chi ha incontrato un controllore almeno una volta nell’ultimo anno scagli la prima pietra! L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro….. Quale lavoro, il lavoro di chi? Dice l’oste dei Cesaroni “Che amarezza….”
..tutti i giorni…a tutte le ore…
e quel che si vede a labaro è nulla rispetto a quel che vedo il lunedi mattina alla stazione metro rebibbia…decine e dico decine di scalvalcatori impuniti…
svariate segnalazioni ad ATAC, METRO ma nulla..
sapete quante volte ho discusso con gli addettti nei gabbiotti..e la risposta delle risposte è stata..
“pe mme possono passà pure ee vacche..tanto a me lo stipendio moo danno!!”
altri invece mi hanno risposto:
“noi non siamo in grado ne possiamo fermare nessuno…”
L’ ultima volta ho fatto fermare la metro chiamando i carabinieri con la guardia che giocava al cellulare invece di sorvegliare….
Se non si riesce a controllare, lo dico a malincuore, spero ci sia una privatizzazione del servizio di trasporto poi vediamo se lo stipendio “joo danno” senza fare nulla!!!!
scusate lo sfogo ma sono anni che vedo queste situazioni
per aldo..
di controllori ce ne sono a bizzeffe,
è che il loro servizio non essendo legato alla loro produttivià se ne sbattono..tanto sono pagati!!
Biglietto giornaliero forfettario 50 centesimi per tutti. Tutti pagherebbero….. e i buchi di bilancio si tappano con la restituzione del bottino di “Mafia Capitale”. Via i tornelli, via i blocchi mentali, VIA I LADRI DA ROMA!!!!!!!!
Per Marco: appena ne vedi uno, per favore, mi mandi una fotografia?
Oltre a non aver citato anche i ROM che in primis ne usufruiscono del trenino, un freno più logico sarebbe da cambiare questi tornelli con quelli con i vetri apri e chiudi, in parte la cosa cosi andrebbe meglio.
passerebbero dala ringhiera verde!!
quei tornelli spesso non funzionano, è capitato anche a me ,non si aprono ne con il biglietto ne con la tessera.
prendo quasi tutti i giorni il cosiddetto “trenino o corsetta” dalla stazione di Labaro a Piazzale Flaminio e viceversa da oltre venti anni lavorando in centro….non ho mai e dico mai e ribadisco MAI visto nessuno saltare il tornello. O io sono cecata senza rimedio o voi esagerate episodi occasionali. Di contro devo dire che il servizio è peggiorato di molto e l’Azienda si meriterebbe davvero il salto del tornello da parte dei suoi Clienti….viaggiamo su mezzi messi in servizio nel 1990 e prima ancora circolavano vagoni con i sedili di legno…. per inciso il biglietto per una sola corsa urbana mi pare costi 80 centesimi
Gentile Francesca, che interesse avremmo ad “esagerare episodi occasionali”? 75 “portoghesi” in un’ora è un episodio occasionale ? Le decine e decine di analoghe segnalazioni sulla pagina facebook del Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord sono occasionali anch’esse ?
Molto cordialmente,
La Redazione
Gentile redazione. Io di controllori ne ho visti, a volte anche infami. Mi riferisco ad una linea COTRAL che va ad Anguillara passando da Osteria Nuova dove c’è l’ultima fermata del comune di Roma. Ma il comune di Roma non finisce li, finisce due Chilometri più avanti, dove ci sono numerosissime abitazioni di cittadini romani. Ma lì non c’è la fermata, sta 20 metri dopo il confine comunale ed i Romani che osano scendere 20 metri dopo il confine comunale si sono beccati multe salatissime, anche se tronavano dal turno di notte in ospedale. Un vero schifo.
E, per favore, NON iniziate con la solita litania delle regole.
Io potrei benissimo andare a piedi dall’ENEA, dove lavoro, ad una abitazione a meno di 800 metri dove spesso dormo, ma in quel tratto sulla anguillarese non c’è nessun marciapiede e si cammina sulla stretta e frequentata strada con grave pericolo. La regola della sicurezza dei pedoni non vale?
Per la cronaca, in Germania (Amburgo) di tornelli neanche l’ombra.
Nelle alte sfere Renzi fa una figura di sterco con Schulz
http://video.corriere.it/telefonate-selfie-renzi-fa-aspettare-schulz/05253e7c-9d6a-11e4-b018-4c3d521e395a
nei bassifondi i portoghesi abbondano … e poi dici che i tedeschi non si fidano ….
A proposito, ma poi perché mai si dice “fare i portoghesi”?
Sembra che la freddura derivi dal fatto che nel settecento l’ambasciata del Portogallo a Roma organizzò uno spettacolo al teatro Argentina, al quale naturalmente furono invitati ad assistere gratuitamente tutti i portoghesi residenti a Roma.
Sembra però che, assieme ai veri portoghesi, entrarono una gran massa di portoghesi finti (leggasi romani che riuscirono a farsi passare per portoghesi veri). Curiosamente, il detto si rifà ai poveri portoghesi fregati e non ai romani cafoni.
Questa è davvero maestria; come sorprendersi se rigirare la frittata e fare il furbetto costituisce la portata principale di metà degli italiani?
Ma allora stai a vedere che hanno ragione a Berlino …