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Un arsenale nei locali dell’ex Cral del Poligrafico

Fabrizio Azzali

bomba-carta240.jpg143 bombe carta conservate in sacchetti di plastica forse da usare allo Stadio Olimpico. E’ un vero arsenale quello che è stato trovato e sequestrato dagli agenti della Digos della Questura di Roma nei locali dell’ex Cral del Poligrafico dello Stato ubicato sul lungotevere dell’Acqua Acetosa ed occupato lo scorso 15 novembre da un gruppo composto da ultrà dell’estrema destra.

Due giorni dopo, mentre a livello politico locale c’era chi salutava con entusiasmo l’occupazione esprimendo pieno sostegno all’iniziativa che avrebbe permesso “a tanti cittadini residenti in un quartiere privo di spazi sociali aggregativi di avere a disposizione una struttura dove svolgere numerose attività culturali” la Digos procedeva invece allo sgombero dell’immobile i cui accessi erano stati nel frattempo bloccati con catene e lucchetti.

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Poi, a seguito di una accurata ispezione dei locali effettuata nei giorni successivi, gli investigatori hanno trovato tutto quel po’ po’ di materiale.
“Tra le fila dei promotori dell’occupazione – precisa una nota della Questura – figurano soggetti inseriti nelle compagini ultras romane.”

Brutta fine quella dell’ex Cral del Poligrafico, posizionato su un bel tratto di Lungotevere dell’Acqua Acetosa con altrettanto bell’affaccio sul fiume.

Caduto in disuso a fine 2010, a marzo 2013 viene occupato da un gruppo di militanti de La Destra per farne un centro sociale. Cambia però subito destinazione e da centro sociale si trasforma in locale d’intrattenimento con tanto di eventi a base di musica dance, house, indie, revival, mercatini e aperitivi serali diventando così uno dei luoghi più frequentati e pubblicizzati dell’estate 2013, pur trattandosi a tutti gli effetti di un’occupazione abusiva di una struttura di proprietà dello Stato.
Tant’è che il 26 luglio 2013 ci pensa la Polizia a mettere fine alla storia sgomberando i locali.

E anche allora, nella politica locale, ci fu chi si schierò a favore degli occupanti, come se occupare una proprietà pubblica sia gesto nobile da premiare e da portare ad esempio.

Fabrizio Azzali

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