Quanto a comunicati ne erano stati emessi abbastanza, ora la voce spettava ai cittadini. Parliamo della vicenda dell’antenna telefonica Telecom di via Giulio Galli, a La Giustiniana, che ieri ha visto la nascita in embrione di un comitato ad hoc. Il “lieto” evento nel corso della riunione tenutasi la sera di mercoledì 12 novembre nella Parrocchia Beata Vergine Immacolata.
Il tempo per procedere, che sia per un esposto al TAR, per svolgere delle petizioni o semplicemente per chiedere informazioni è relativamente poco, considerando che la sospensione dei lavori risale a 3 giorni fa e che attualmente i residenti di via Galli, così come i consiglieri municipali Teresa Zotta (M5S) e Alessandro Pica (SEL) ieri presenti, sono totalmente all’oscuro di quanto potrà protrarsi lo stop ai lavori decretato dal Dipartimento competente del Campidoglio.
2 anni di domande, pochissime risposte
Carlo Lavorano, per l’occasione portavoce del suo condominio e uno dei promotori per la creazione del comitato, racconta che i primi smottamenti del terreno antistante le loro abitazioni risalgono addirittura a due anni fa e sono stati accuratamente documentati dagli abitanti.
“Abbiamo cominciato a fotografare tutti i cambiamenti a cui, da un giorno all’altro, eravamo sottoposti. Ci siamo recati anche dalla polizia, che ovviamente non sapeva nulla della presunta costruzione di antenne telefoniche sulla via, così come il XV Municipio che non riscontrava assolutamente la presenza di un’antenna in quella zona”, sostiene nel corso del dibattito.
La situazione di totale disinformazione si è infittita pochi giorni fa quando è stato richiesto l’accesso agli atti: qui, a loro insaputa, risultava che il direttore dei lavori della Telecom Italia, in data 15 maggio 2014, aveva ricevuto il via alla costruzione e installazione di una nuova antenna telefonica mentre dalle carte si evinceva trattarsi dell’ammodernamento di una preesistente.
Vivere di fronte ad un’antenna
“Io apro la finestra e la prima cosa che vedo la mattina è questo mozzicone di antenna che una volta completata, oltre ai problemi di salute, deprezzerà le nostre case! è totalmente scorretto, visto che il terreno doveva rimanere verde pubblico o adibito per associazioni sportive”, sostiene un partecipante alla riunione.
“Ci lascia senza parole non solo la totale disinformazione – continua Carlo Lavorano – ma anche il contesto in cui si sta verificando. Infatti, pochi giorni fa si è proprio tenuto nel XV Municipio un seminario contro gli effetti dell’elettrosmog: si predica bene e si razzola male allora?”.
Una mancanza di comunicazione dall’alto
“Ci teniamo comunque a precisare che il XV Municipio non ha colpa di questa situazione – precisa Teresa Zotta, consigliera M5S nel XV Municipio, che ha seguito da vicino la vicenda – si tratta di una mancata informazione verso i cittadini che parte innanzitutto dalla Regione”.
Infatti, appurato che il Municipio non avesse gli atti dei lavori, i residenti di Via Giulio Galli si sono recati al Dipartimento capitolino competente per chiedere informazioni a riguardo, realizzando che in realtà l’approvazione era stata precedentemente data dalla Regione che aveva omesso di trasmetterla in primis al Comune e, questo, al XV Municipio.
Disposti a tutto
La sospensione dei lavori è del 10 novembre ma il fascicolo non è ancora completo, il che al momento impedisce ai cittadini di avere materiale concreto per rivolgersi a periti e avvocati per fare in modo che la sospensione diventi uno stop definitivo. Ma loro, i residenti di via Galli, sono determinati ad andare avanti: “La salute non ha prezzo e noi siamo disposti a pagare qualsiasi costo pur di salvaguardarci”.
Barbara Polidori
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COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD
cittadiniattivi@libero.it
COMUNICATO STAMPA del 14 Novembre 2014
ELETTROSMOG. IL COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD HA INVIATO IN CAMPIDOGLIO LE PROPRIE RICHIESTE DI EMENDAMENTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DI ROMA CAPITALE RIGUARDANTE LA LOCALIZZAZIONE, L’INSTALLAZIONE, LA MODIFICA DEGLI IMPIANTI DI TELEFONIA MOBILE E IL LORO MONITORAGGIO IN QUANTO QUESTA, NELL’ATTUALE SCRITTURA, NON DIMOSTRA DI POTER RAGGIUNGERE IL PIU’ IMPORTANTE DEGLI OBIETTIVI DICHIARATI NELLA PREMESSA: LA MINIMIZZAZIONE DELL’ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI GENERATI DA TALI SORGENTI.
Il 13 Novembre il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord ha inviato al Sindaco di Roma Capitale, alla Giunta, al Consiglio Comunale e alle Commissioni consiliari competenti le proprie richieste di emendamenti della proposta di deliberazione del Consiglio di Roma Capitale n. 114/2014 riguardante la localizzazione, l’installazione e la modifica degli impianti della telefonia mobile e il loro monitoraggio, in quanto questa non dimostra di poter raggiungere il più importante degli obiettivi dichiarati nella sua premessa, cioè la minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici (cem) emessi dalle antenne delle stazioni radio base dei gestori telefonici. Ma neanche di poterla contenere. Le richieste di emendamento sono le seguenti:
1. La modifica della norma riguardante la proposizione di localizzazioni per sistemi di microcelle introducendo la verifica tecnica a priori di quale potrebbe essere la migliore combinazione di tipologie di celle e la migliore tipologia di apparati (antenne). Ciò al fine di ridurre l’esposizione della popolazione ai cem.
2. L’introduzione di una norma che vieti l’installazione di antenne di stazioni radio base ANCHE intorno ai luoghi sensibili (asili nido, scuole, ospedali, case di cura e di riposo, oratori, orfanotrofi, parchi gioco) e non soltanto SOPRA questi, come previsto nell’attuale proposta. Il divieto di installazione ad una distanza minima di 100 metri da quei luoghi è infatti già presente nel protocollo d’intesa stipulato nel 2004 fra il Comune di Roma e i gestori telefonici e non si vede alcuna ragione per cui questa norma non debba essere sancita in un valido regolamento.
3. La cancellazione della norma che stabilisce una deroga al divieto di installazione sopra i siti sensibili se questi, per le attività in essi svolta, richiedono una puntuale copertura radioelettrica. Ciò in quanto il DIRITTO costituzionale alla salute non può essere SUBORDINATO alla necessità di garantire comunque il servizio telefonico.
4. La cancellazione della norma che fornisce ai gestori la possibilità di installare impianti provvisori, anche fino ad un anno, in attesa del compimento delle procedure di pianificazione dei siti programmati. E ciò in quanto con essa si potrebbe configurare una sorta di autorizzazione a priori a favore del gestore telefonico.
5. L’introduzione di una norma che obblighi il gestore a giustificare tecnicamente il piano di sviluppo annuale della propria rete. Ciò per contenere la proliferazione di impianti anche quando ciò non sia giustificato dalla necessità di incrementare la capacità di traffico.
6. La cancellazione della norma che dispone di mascherare e mimetizzare le sorgenti per motivi paesaggistici, estetici e di decoro urbano, sottoponendo la popolazione ad un’ESPOSIZIONE INCONSAPEVOLE. Ciò in quanto deve essere assicurata ai Cittadini la possibilità di sottrarsi all’esposizione ai campi elettromagnetici e di proteggersi da essi anche grazie alla visibilità delle sorgenti: il diritto costituzionale alla salute non può essere SUBORDINATO alla protezione del paesaggio, dell’estetica e del decoro urbano.
7. L’introduzione di una norma che obblighi i gestori della telefonia mobile ad installare e a mantenere, a proprie spese, CENTRALINE DI MONITORAGGIO CONTINUO delle potenze di trasmissione e dei livelli di cem irradiati, gestite dalle istituzioni nell’ambito dell’attività di vigilanza e di controllo. Ciò poiché il criterio di monitoraggio basato soltanto su campagne di misure intorno alle sorgenti appare ELUDIBILE, NON EFFICACE, NON CERTO E NON CONTINUO e richiederebbe risorse molto ingenti e non compatibili, né tecnicamente, né economicamente, con nessuna struttura tecnica di controllo oggi disponibile o prevedibile in futuro a causa dell’elevatissimo numero di antenne presente nel territorio comunale (dell’ordine delle migliaia), tenendo conto che ogni stazione radio base è costituita da più celle, che ognuna di queste agisce indipendentemente dalle altre perché dedicata ad una diversa zona di copertura e che, in base a quanto stabilito dall’art. 14 della Legge 221/12, sono necessarie 24 ore per ogni misura puntuale.
8. La cancellazione della norma relativa alla non diffusione da parte di Roma Capitale dei dati caratteristici dell’impianto. Ciò in quanto tale norma sarebbe in palese contrasto con l’art. 9 della Legge 241/90 e in contraddizione con le intenzioni dichiarate nel processo partecipativo definito nella proposta di regolamento. Con il permanere di tale norma verrebbe precluso a qualunque soggetto portatore di interessi pubblici o privati, nonché ai soggetti portatori di interessi diffusi (comitati e associazioni), qualsiasi possibilità di verifica che l’impianto di telefonia mobile funzionerà o stia funzionando secondo quanto dichiarato nel progetto.