
Reinhold Messner è probabilmente, insieme a Walter Bonatti, il più grande alpinista di tutti i tempi; ha scalato per primo, senza ossigeno, l’Everest e per primo ha raggiunto le vette dei quattordici “ottomila”. Al suo attivo ha oltre 100 “prime” e 3500 ascensioni; ha partecipato a numerose esplorazioni in tutti i continenti attraversando a piedi sia l’Antartide che, in solitaria, il deserto del Gobi.
Pur essendo stato un “mostro sacro” dell’alpinismo spesso si è trovato al centro di polemiche. Nel 1970 durate la spedizione al Naga Parbat venne accusato di aver abbandonato il fratello Ghunter travolto da una slavina (accuse risultate poi, con il ritrovamento del corpo nel luogo indicato da Messner, del tutto infondate); da Parlamentare Europeo nei Verdi prestò incautamente la sua immagine alla Beretta che pubblicizzava alcuni fucili da caccia e fu costretto ad abbandonare la politica.
Autore di numerosi libri con la Corbaccio Editore ha pubblicato recentemente “La vita secondo me” (330 pagine, costo 16,90 Euro).
Nelle tre parti in cui è suddiviso il libro (Esercizi di vita, La vita continua, Nuovo inizio) Messner attraverso 70 “parole chiave” affronta temi come la paura, il coraggio, il rischio, il pericolo, il dolore, la solitudine, la vendetta, l’orgoglio, l’invecchiare.
Non si tratta del solito “libro-confessione” e neppure di un testamento spirituale per alpinisti e non; gli argomenti affrontati riguardano gli stati d’animo che qualsiasi uomo prova nel corso propria vita solo che Messner li affronta da una posizione completamente diversa ovvero quella dell’alpinista estremo.
Il coraggio, la paura, l’orgoglio, la passione sono i sentimenti di un uomo abituato alla solitudine che prova una forte attrattiva per la montagna e mette continuamente in gioco la propria esistenza affidandosi esclusivamente all’istinto e all’esperienza.
“La vita secondo me” è un libro ‘complicato’ come complicato è il suo autore; Messner è (era) un uomo dalle impressionanti capacità atletiche ma schivo, poco amante della mondanità e considerato a volte decisamente “antipatico”.
Chi ha letto “I sette pilastri della saggezza” nella figura di T.H. Lawrence (Il mitico “Lawrence d’Arabia”) ritroverà qualcosa di Messner; idealisti entrambi e entrambi alla perenne ricerca di una “vetta da scalare” indifferenti al dolore, sofferenza e solitudine.
Gli uomini come Lawrence, Bonatti (l’altro grande dell’alpinismo italiano) o Messner sono molto rari e in genere, al di là delle prestazioni atletiche, poco apprezzati; la diffidenza che suscita la loro personalità è legata ad un carattere forte, poco incline al compromesso o al facile successo.
La capacità di raggiungere una vetta attraverso l’alpinismo estremo è un terribile termine di paragone per chi, come tutti noi, è costretto a rimanere con i piedi per terra.
“La vita secondo me”, un libro da leggere.
Francesco Gargaglia
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