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Il modellismo è un mondo a parte, anche sulla Cassia

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model1.jpgIl modellismo è una passione, il modellismo è un mondo a parte, un universo parallelo dove tu sei il Creatore e la realtà te la costruisci da solo. Sabato 13 settembre, sulla Cassia, in quest’universo ci siamo entrati per un’oretta ed è stata una rivelazione.

L’occasione è stata la dimostrazione pratica di modellismo statico tenutasi presso i locali de Il Laboratorio, in via Cassia 686, e organizzata congiuntamente da Model Club Roma e lo stesso Laboratorio, entrambe realtà già esistenti che si sono unite per favorire l’incontro tra mondi apparentemente lontani come quello del modellismo e dei giochi di ruolo.
“Che poi, in realtà, tanto lontani non sono – ci spiega Anthony Tedesco, fondatore del Model Club Roma – dal momento che nei giochi di ruolo si utilizzano personaggi che sono modellini pure loro”.

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La sala della dimostrazione è uno studio con al centro una scrivania piena di colori e arnesi da lavoro. Alle pareti, mensole con decine di modellini in esposizione davanti ai quali si resta incantati per la precisione e la cura nei particolari.

“Quello che vede – ci spiega Tedesco mente osserviamo uno dei soci al lavoro per la rifinitura di un modellino – è un carro armato sovietico in scala 1:35 che il nostro amico sta “invecchiando”, nel senso che non basta solo costruire un modellino ma bisogna anche renderlo veritiero utilizzando effetti quali, ad esempio, la ruggine.”

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Ma perché si chiama modellismo statico ? E qual è la differenza col dinamico ? “Quello statico è un modellismo destinato all’esposizione: creo qualcosa che poi dovrà restare lì, fermo, a beneficio di chi vorrà osservarlo. Quello dinamico invece è tutto il contrario. Un trenino elettrico, ad esempio, è modellismo dinamico, perché lo uso, ci interagisco, lo faccio muovere.” Esaustivo.

Ovviamente, ogni appassionato ha il suo settore di riferimento. C’è chi si dedica ai carri armati, chi alle navi, chi ai personaggi delle guerre medievali. “Io, per esempio, faccio prevalentemente aerei da guerra”, ci dice uno dei soci.

E poi ogni guerra ha i suoi mezzi militari, le sue divise, le sue armi. E così c’è chi si concentra sulle grandi guerre dell’Ottocento, come la franco-prussiana, chi su quelle più recenti, come quella del Golfo. Così come ogni appassionato saprebbe riconoscere a occhi chiusi se un tank israeliano è della Guerra del Kippur o di quella dei Sei giorni. Un bel modo di studiare la storia.

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La passione per il modellismo è di quelle contagiose. Ai soci del Model Club brillano gli occhi quando ne parlano, ne sono fieri, si vede che resterebbero volentieri qui tutto il giorno se non avessero una casa che li aspetta.

“Creare un punto fisico d’incontro tra noi appassionati – spiega Tedesco – non era più eludibile. Quando hai una passione non vuoi che condividerla con gente come te, per cui è fondamentale avere un nostro spazio. Questo a volte porta a trascurare tutto il resto, ma non saremmo gli stessi senza le nostre passioni.”
Perché hobby e passioni sono due cose differenti. “A chi ci dice che siamo grandi che sembrano bambini – ammicca orgogliosamente – noi rispondiamo che, peggio, siamo bambini che giocano a fare i grandi”.

Ma il modellismo è un hobby impegnativo. “Ci vogliono tempo e dedizione, come in ogni cosa, se la vuoi fare bene. Per portare a termine un pezzo possono volerci settimane, mesi. Poi, ovviamente, ognuno gli dedica il tempo che può, al netto della famiglia e del lavoro. Fondamentalmente, per dedicarsi al modellismo è necessario aver scelto a monte la moglie giusta, perché se è di quelle che rompono le scatole, hai finito.”

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Anthony Tedesco ci mostra poi la sala al piano di sotto, quella dove si riuniscono i soci. “Questo è lo spazio comune che le dicevo. Qui si sta insieme, ci si confronta, si condividono le nostre passioni. E qui si tengono anche i tornei di Magic, Yu-Gi-Yo! e Warhammer, perché, come le dicevo, la sala è in comune coi nostri amici del Laboratorio.” Altro mondo da scoprire. Magari la prossima volta.

Mentre ce ne stiamo andando, però, proprio nella metà della sala adibita al Laboratorio, la nostra attenzione è richiamata da una scatola rossa e fucsia in esposizione su una delle mensole in alto e che ci sembra vagamente familiare: ma certo, è il NES, la prima consolle della Nintendo che uscì a metà degli anni ottanta e grazie alla quale molti, pur non essendo nativi digitali, presero per la prima volta in mano un joypad.

Questa è la mitica versione con la pistola e due giochi inclusi, Duck Hunt e Super Mario. Un pezzo di cuore.

“Ma li fanno ancora ?”. “No, la produzione del NES è terminata una quindicina di anni fa – ci spiega un addetto – ormai girano solo tra i collezionisti, ma le posso assicurare che i prezzi dei ricambi e dei giochi sono comunque altissimi, a volte addirittura superiori alle attuali consolle.”

Alla faccia. Meglio il modellismo allora, che magari non sarà economico ma almeno non muori mai.

Valerio Di Marco

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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3 COMMENTI

  1. Questi punti di aggregazione per ragazzi hanno un valore enorme, c’è chi è appassionato di modellismo e va lì per imparare, ma nei tempi di attesa osserva gli altri che magari stanno facendo una partita a Magic o una battaglia con eserciti Warhammer, e il cervello lavora, elabora, è attivo!!! Lo consiglio per i ragazzi in età adolescenziale che tendono a trascorrere ore su un tablet o peggio ancora a chattare con il cellulare!

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