Via Vitorchiano, stazione Due Ponti, a due passi dal Mausoleo di Marco Nonio Macrino. Da qualche mese c’è un cantiere aperto, una recinzione non consente di vedere nulla, operai al lavoro, un cartello che dice e non dice, via vai di camion. “Stanno portando tonnellate di terra per fare che cosa?”
A porre la domanda è Teresa Zotta, consigliera M5S del XV Municipio, che lancia un allarme dalla pagina facebook del Movimento.
“Nel mese di dicembre 2013 – scrive Teresa Zotta – presentavo una question time in Consiglio; l’assessore ai lavori pubblici non era a conoscenza di quanto stesse accadendo; si riprometteva quindi di “indagare” (era il 30 dicembre) e dal dipartimento capitolino si rispondeva che” lo stato di attuazione di tale progetto è fermo alla richiesta di proroga dei termini della concessione “. Gli elaborati furono visionati dall’assessore che mi indicò anche la nota con l’elenco di tutti i documenti depositati presso la Direzione Edilizia del dipartimento”.
“Lo scorso 27 marzo – continua Zotta – accompagnata da un architetto presentavo richiesta di accesso agli atti. L’otto aprile tramite mail mi veniva comunicato che ‘in riferimento alla richiesta di accesso atti s’informa che la stessa è stata nuovamente depositata presso l’Ufficio Archivio , pertanto abbiamo provveduto a farne richiesta per consentirvi di prenderne visione e ad estrarne copia.”
8 aprile – 18 giugno. Sono passati settanta giorni. Cos’è successo?
“Siamo ancora in attesa – esclama la consigliera M5S – e mentre noi aspettiamo si continua a scaricare terra mentre una copertura impedisce di vedere che cosa stia succedendo. La concessione è del 2003 già con proroga del 2009. E siamo in un’area archeologica, la seconda dopo quella di via Appia Antica. Ma non solo, siamo a pochi metri dalla sede del XV Municipio ma – conclude – nessuno sa niente di niente!”.
Fin qui le esternazioni di Teresa Zotta che giustamente rimane in attesa di risposte ufficiali.
Ecco che ritorna
Ma a volte, per chi fa cronaca, prima ancora delle risposte ufficiali basta un’immagine, un flash, per fare delle deduzioni che se ufficiali non sono molto comunque s’avvicinano alla realtà.
Sul cartello posto dinanzi al cantiere si legge “realizzazione di un edificio non residenziale, concessione 246/C del 14.3.2003”. Ecco il flash.
Un dato, quello della concessione, che fa scattare alla memoria la lunga vicenda del “centro commerciale di via Flaminia” che nella primavera del 2012 impegnò le nostre pagine e quelle di altre testate per diversi mesi prima di giungere all’attenzione della cittadinanza in un’assemblea pubblica nel corso della quale il progetto si beccò un secco e corale NO (leggi qui).
Un no che però non venne recepito da chi allora governava il territorio. Chiamato ad esprimere per legge il suo parere, al termine di un’infuocata seduta durata quasi sei ore e comprensiva di colpi di scena e vivaci proteste da parte del pubblico presente, il Consiglio dell’allora XX, oggi XV Municipio, pur con qualche riserva espresse comunque parere positivo (leggi qui).
Era il 14 maggio 2012, da allora non si seppe più nulla. Poi, qualche mese fa, l’apertura del cantiere. Sta nascendo dunque, in silenzio, un nuovo centro commerciale in via Flaminia?
Nel 2013, in campagna elettorale, ponemmo la questione ai candidati alla presidenza del XV Municipio, alcuni dei quali oggi siedono in Consiglio. Ecco cosa ci risposero: clicca qui. Tutti bene o male contrari o contrari con riserva. E oggi?
Claudio Cafasso
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“Il cartello dice e non dice”
Fantastica affermazione… forse dice ma chi lo legge non capisce, oppure non dice perchè il cartello non c’è.
Comunque speriamo che non sia qualcosa che possa rendere la flaminia e specialmente quel tratto migliore, NO io preferisco di gran lunga il degrado, la gente che dorme e vive sotto i cavalcavia, e che brucia di tutto di più, apprezzo le cunette della Flaminia senza manutenzione da anni, che alla prima pioggerella diventano laghi, le sterpaglie che arrivano a prendere mezza corsia, l’illuminazione esistente, ma non accesa, forse perchè si sono rubati i cavi, SI di gran lunga preferisco lo sfacelo pubblico.
Ottimi articoli quelli che VCB ha dedicato a quest’argomento, e i cui link sono sono riportati in questa pagina, c’è solo un problema, non dovuto ovviamente a questa testata, i documenti relativi al progetto sono scomparsi dal sito del Comune, parlo della relazione tecnica illustrativa:
http://www.urbanistica.comune.roma.it/images/stories/uo_opere/partec-dueponti/dueponti-relaz-tecnica.pdf
e della presentazione grafica del progetto:
http://www.urbanistica.comune.roma.it/images/stories/uo_opere/partec-dueponti/dueponti-presentazione.pdf
ne esiste traccia della delibera dirigenziale di proroga scarabbocchiata in modo quasi illegibile sul cartello di cantiere, al riguardo devo fare una critica al portale di Roma Capitale, incompleto, non aggiornato e dove appaiono e scompaiono solo i documenti che si vogliono che i cittadini vedano.
Già è capitato numerose volte che documentazioni soggette alla legge sulla trasparenza non vengono pubblcati o restano online per qualche giorno e poi vengono rimossi.
Detto questo speriamo che su questa faccenda si possa fare chiarezza al più presto possibile.
Il cartello affisso all’esterno del cantiere riporta come dati che legittimerebbero i lavori in corso la concessine edilizia n. 246/C del 14/03/2003, che è stata prorogata con Determinazione Dirigenziale n. 1052 del 19/03/2009.
Ma ai sensi del 2° comma dell’art. 15 del D.P.R. n. 380 del 6/06/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) “Il termine per l’inizio dei lavori non può essere superiore ad un anno dal rilascio del titolo; quello di ultimazione, entro il quale l’opera deve essere completata non può superare i tre anni dall’inizio dei lavori”.
I lavori sono iniziati il 17 dicembre 2013, a distanza quindi di ben 4 anni e 9 mesi dal rilascio della proroga della concessione, di cui dovrebbe essere quindi considerata scaduta la validità.
Metto comunque in evidenza che la concessione è stata rilasciata per la realizzazione di un “Edificio per Attività Produttive” con destinazione a Laboratori, Magazzini ed Uffici: il progetto concesso prevedeva la realizzazione, previa demolizione di edifici e capannoni preesistenti aventi una volumetria pari a circa 7.969 mc, di un complesso edilizio che sviluppava una volumetria di circa 13.300 mc, a fronte di una potenzialità edificatoria di circa 16.700 mc, su una superficie utile di circa 4.350 mq inferiore ai circa 5.000 mq realizzabili.
Come da me descritto nell’articolo che ho pubblicato il 28 agosto 2013 sul sito http://www.vasroma.it (http://www.vasroma.it/progetto-di-riqualificazione-della-stazione-dei-due-ponti/#more-1763), la suddetta concessione prorogata è stata sfruttata dallla Brenda S.r.l., società che fa capo al costruttore Bonifaci, per un “Programma urbano di riqualificazione della stazione ferroviaria Due Ponti” che di fatto riguarda un centro commerciale al piano terra e la realizzazione di uffici al piano superiore: per poter arrivare a realizzare un intervento su ben 9.213,28 mq. di Superficie Utile Lorda (SUL) sfrutta i 5.007,60 mq. che consentiva la Concessione Edilizia n. 246/C rilasciata il 14.03.2003 per la realizzazione di un “Edificio per Attività Produttive” con destinazione a Laboratori, Magazzini ed Uffici, nonché i 317,35 mq. della superficie pubblica della stazione ferroviaria dei Due Ponti: per reperire i rimanenti 3.888,33 mq si chiede mediante l’attuazione di un Accordo di Programma di reperirli attraverso la Superficie con diritto edificatorio pari a circa 7.334,00 mq che è in località Monte Arsiccio e che gode della Compensazione dopo che è stata inserita dentro la riserva naturale dell’Insugherata.
Il cartello affisso all’esterno del quartiere parla di “realizzazione di un edificio non residenziale” e non ha quindi nulla a che vedere con il “Programma urbano di riqualificazione della stazione ferroviaria Due Ponti”: ne deriva in conclusione che il gruppo Bonifaci sta cercando di costruire comunque un “Edificio per Attività Produttive” sulla base di una vecchia concessione edilizia che lo autorizzava, ma che è ampiamente scaduta.
Mi stupisce fortemente che la natura illecita dei lavori sia stata denunciata fin dallo scorso mese di dicembre ma che a distanza ormai di 6 mesi non sia stato apposto ancora nessun sigillo al cantiere dove continuano indisturbati pesanti movimenti di terra.
E’ evidente che si tratta della realizzazione del contestatissimo centro commerciale.
E’ evidente che l’attuale Giunta sia perfettamente al corrente di quanto sta accadendo nel proprio territorio municipale.
E’ evidente che, se così non fosse, farebbero molto meglio a dimettersi seduta stante, a cominciare dal Presidente.
E’ evidente che questa circostanza – gravissima – testimonia ulteriormente la innegabile “continuità culturale” dell’attuale amministrazione con le precedenti, nessuna esclusa.
E’ evidente che in modo manifesto non sia nelle corde dell’attuale Giunta la volontà di confrontarsi con i cittadini, né tantomeno coinvolgerli in processi di democrazia partecipata.
E’ evidente che continua indisturbato il più volgare stupro del territorio, delle testimonianze storiche-archeologiche, del paesaggio.
Del resto sono sotto gli occhi di tutti le dilaganti, pervasive, inarrestabili situazioni di sfacelo e degrado alle quali questo XV Municipio pare condannato da una maledizione divina (e invece è sicuramente molto umana).
E’ necessario continuare a contrastare con forza un simile stato di fatto, cominciando a sollecitare, nello specifico, informazioni, provvedimenti urgenti nei confronti di questo dannatissimo cantiere che altri, e molti, ulteriori danni porterà al territorio.
Paolo Maddalena, magistrato coraggioso e tenace, nella sua ultima pubblicazione “Il territorio bene comune degli italiani. Proprietà collettiva, proprietà privata e interesse pubblico” Donzelli Editore, affronta esattamente questo tipo di problematiche alle quali, noi cittadini, dobbiamo assolutamente prestare la massima attenzione, essere vigili e pretendere il rispetto dei nostri inalienabili diritti.
Sarebbe auspicabile che i nostri amministratori municipali (almeno loro) cominciassero a prendere confidenza con simili pubblicazioni e imparassero qualcosa relativamente alla supremazia dell’interesse collettivo su quello privato, principio sancito dalla nostra Costituzione Repubblicana.
Viceversa ci troviamo a dovere costantemente subire la protervia e l’ignoranza degli “inciuci” tra amministratori e gruppi di interesse finanziario (costruttori, commercianti e generi simili), l’attenzione dei quali nei confronti dei valori culturali del territorio sono ampiamente “visualizzati” nello scempio delle nostre città.
Ieri, nella prima prova degli esami di maturità, è stata proposta come traccia anche una bellissima frase dell’architetto Renzo Piano relativa alla necessità di “rammendare” le nostre periferie.
Viviamo, senza dubbio, in un Paese schizofrenico: il Ministero propone ai ragazzi, nell’ambito di un momento topico del loro percorso formativo, una riflessione di questo genere, poi lo stesso Stato permette lo scempio del territorio!!!
Penso che sia necessario opporci con tutte le nostre forze a questa ennesima violenza sul territorio, coagulando tutte le forze possibili, attraverso un’opera di informazione e pubblicizzazione diffusa e coinvolgendo tutto l’associazionismo romano, ma non solo.
Subito chiedendo formalmente agli Amministratori del XV Municipio, a cominciare dal Presidente Torquati, di avere il coraggio di esprimere pubblicamente su queste stesse pagine, la loro posizione nei confronti di quanto sta avvenendo nel cantiere di via Vitorchiano.
LO DEVONO AI CITTADINI!
Paolo Salonia
Come è possibile che l’Architetto Bosi sia sempre al corrente (e con dati incontestabili) di quello che succede nel nostro territorio e i nostri amministratori invece no?
Ora non ci resta che vedere quali saranno le mosse di Comune e Municipio e giudicare poi se veramente è cambiato qualcosa.
(Torquati, forse sarebbe il caso di proporre all’Arch. Rodolfo Bosi di fare l’Assessore all’Urbanistica e al Verde!).
Sottoscrivo quello che ha appena detto Robin Hood sia per la prima frase che per la seconda.
L’ Arch. Rodolfo Bosi assessore all’Urbanistica e al Verde, sarebbe una garanzia di legalità.
Conosco Rodolfo ed è una persona onesta, disponibile, seria e preparata come ce ne sono pochi ai tempi d’oggi.
Oltre a tutte le cose dette il fatto importante E’ che per gli attuali lavori hanno bucato come un colabrodo il muro portante della Flaminia ed il muro portante della stazione. Chi ha dato le autorizzazioni di bucare i muri per realizzare la palizzata di legno ?
Inoltre da dove provengo le tonnellate di terra portata ? che terrra e’ ? Per legge deve esserne certificata la provenienza.
Inoltre , E- vietatissimo portare la terra per innalzare il fondo del fabbricato.
Ed infine, a meno di 100 metri c’e’ la sede del municipio e dei vigili. Ma fatevela una camminata. dal municipio… basta poco.
L’assessore Elisa Paris, interrogata durante un’incontro quest’inverno tra il governo del municipio e i cittadini (Vcb era ovviamente presente) non seppe (o non volle?) fornire la benché minima informazione sul quel ormai famigerato cantiere.
Anzi, lasciandosi andare ad un’affermazione tanto sibillina quanto inquietante, quasi a giustificare la sua vaghezza chiosò: “..e non bisogna dimenticare che abbiamo a che fare con gente pericolosa.” lasciando attonite le centinaia di persone che gremivano la sala.
Per fortuna che almeno c’è la Zotta che cerca di opporsi a questo muro di silenzio.
ma a questo punto nessuno si è preso la briga di fare una denuncia alla Procura della Repubblica, affinchè perlomeno sia convocata questo assessore Elena Paris come persona informata dei fatti?
stanno realizzando un palazzo, è fatto bene o sono a favore d’altronde quella zona ora è edificabile come si è notato con le costruzioni papillo e sinceramente un pò di rinnovo visto che è a due passi da corso francia ed è pura periferia pessima, certo si spera non interferisca troppo con via flaminia ed il traffico e che creino verde e parcheggi, ma perchè nessuno ha notato di come stiano potando/tagliando male i pini sulla flaminia? e quelli tolti non li hanno mai rimessi anche se erano sani .. le ho viste io e vissute con i miei occhi queste cose. allora cerchiamo di protestare per cose importanti e non facciamo sempre i classici romani che per ogni novità di qualsiasi genere trovano una critica. le novità possono anche far bene specie ad una zona come la nostra, ben vengano ponti pedonali, sottopassaggio corso francia, rotonde, piantumazione alberi ed anche nuovi edifici al posto di spazi inutilizzati e vuoit e vecchi capannoni. la scusa delle rovine a Roma ha stufato direi, vogliamo citare la METRO C? ecco, troppi romani a roma questa la verità, bisogna andar avanti non bloccare le cose e criticare prima di sapere
Sara, non so se ti rendi conto di quello che scrivi.
Trovo queste tue tesi veramente allucinanti e assurde.
Per te il “rinnovo” e le “novità” vorrebbero dire viva il progresso del cemento e delle nuove costruzioni, dei ponti, sottopassi e rotonde? viva i nuovi centri commerciali a favore dell’archeologia unica al mondo e irripetibile?
Protestare per ridare dignità ad un luogo ricco di reperti archeologici di egual importanza se non maggiore (se fossero riportati alla luce) alla via Aurelia per non farci costruire sopra case che, vista la crisi, nessuno comprerà se non gli speculatori edilizi e nuovi e INUTILI centri commerciali (ricordo che a poche decine di metri esiste già un centro commerciale all’interno di Euclide) non è una cosa giusta?
Credo che le tue tesi portano molto indietro, altro che avanti.
Anche io sono contrario a zone inutilizzate e con capannoni abbandonati ci mancherebbe, mica sono favorevole al degrado, ma vorrei vederci qualcosa che servi alla gente, laboratori di artigianato, aree archeologiche da visitare, un mercato agricoli per la valorizzazione di prodotti DOC del parco di Veio a chilometro zero, ecc ecc.
PER CARITA’, BASTA CEMENTO, BASTA INUTILI CENTRI COMMECIALI
La realtà triste è che i romani hanno ereditato un patrimonio storico culturale che neanche conoscono e di cui hanno la difficoltà ad apprezzarne il valore, e conseguentemente non lo valorizzano. Mio cognato inglese si meraviglia spesso dell’ignoranza di molti romani che incontra riguardo alla storia e al patrimonio artistico e archeologico della propria città. Lo stesso dicasi per il rispetto di un paesaggio e di un ambiente naturale che al dil là delle Alpi ci hanno sempre invidiato e che stiamo distruggendo con colate di cemento per fare palazzine orrende, capannoni e centri commerciali e quasi mai per infrastrutture di pubblica utilità. Semplicemente questo paese ha perso il senso del bello che lo aveva sempre contraddistinto fino a qualche generazione fa.
In fatto di ambiente ognuno può pensarla come vuole certo che è strano che da una parte si chieda di sostituire i pini abbattuti e dall’altra si auspichi invece l’edificazione delle aree rimaste libere. Forse Sara non è molto documentata. Ogni giorno si edifica per una superficie pari a 100 campi di calcio! Roma è la città europea con il maggior numero di appartamenti sfitti o invenduti; proprio alle spalle di Monte delle Grotte, dopo le case PaPillo si sta edificando una grande area; lo stesso nei pressi dell’Ospedale S.Andrea. La periferia di Roma è invasa da appartamenti vuoti.
Si parla addirittura di vendere i terreni del Ministero dell’Agricoltura per farne terreni edificabili: UNA VERA FOLLIA CHE I NOSTRI FIGLI E NIPOTI PAGHERANNO A CARISSIMO PREZZO!
Il verde e in particolare le aree boscate forniscono ossigeno e ingoiano anidride carbonica, hanno un effetto mitigante sulla temperatura, immettono vapore acqueo nell’atmosfera, diinuiscono i rischi legati all’emissione di gas serra e polveri sottili…ma lo sa Sara che in ogni grande città sono in aumento sia la mortalità infantile che le gravi patologie legate alle vie respiratorie? Quando il Comune di ROMA smetterà di essere SERVO dei costruttori?