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Monte Genzana e la strada napoleonica

Galvanica Bruni

strada-napoleonica.jpgCon l’approssimarsi della primavera riprendono gli itinerari di VignaClaraBlog.it. Questa volta vi portiamo a Pettorano sul Gizio, uno dei borghi più belli d’Italia e dell’Abruzzo; situato su di uno sperone calcareo lambito dal fiume Gizio e dal torrente Riaccio si trova a pochi chilometri da Sulmona.

Parte del territorio comunale comprende la Riserva Naturale Regionale del Monte Genzana che con i suoi 3.162 ettari costituisce un corridoio naturale tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e quello della Maiella. La Riserva, istituita nel 1996, è “sito di interesse comunitario”.

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Per raggiungere Pettorano si deve percorrere l’Autostrada Roma-l’Aquila in direzione Pescara e uscire al casello di Pratola Peligna; si tratta di un tragitto di quasi 2 ore per 150 chilometri ma che considerata la bellezza dei luoghi vale la pena affrontare.

Il borgo di Pettorano affaccia su due versanti: quello ad est guarda la principale arteria di comunicazione (Sulmona-Roccaraso-Castel di Sangro) mentre quello ad ovest è rivolto verso i boschi ed il fiume; all’interno del borgo si trovano il Palazzo Ducale, la Chiesa della Madonna della Libera, il Palazzo della Castaldina, la Chiesa di San Nicola ed alcuni edifici gentilizi.

La vocazione difensiva di Pettorano è testimoniata dal Castello Cantelmo e dalle cinque porte di accesso al borgo (San Nicola, Mulino, Santa Margherita, San Marco e Cencio).

Alla base del paese, alla confluenza tra le sorgenti del Gizio e il torrente Riaccio, è stato realizzato il “Parco delle Acque” strutturato in Parco di Archeologia Industriale (tre mulini a ruota e una ramiera), giardino botanico e area pic-nic, laghetto didattico e fitodepuratore.

La scelta di un fitodepuratore al posto di un impianto di depurazione tradizionale è stata dettata dal fatto che questo impianto ben si presta ad un territorio tutelato come quello di una Riserva e riduce anche la produzione di rifiuti e il consumo di energia elettrica.

Di grande interesse anche il Parco di Archeologia industriale con tre mulini a ruote orizzontali e le gore (i canali delle acque) con relative opere di regolazione e paratie. I mulini (Comunale, De Stephanis e Cantelmo) furono costruiti alla fine del 1700; si tratta di edifici a pianta rettangolare con macine, alloggi per il mugnaio e stalle per gli animali da soma utilizzati per il trasporto del grano e della farina.

La Riserva si estende tra l’abitato e il Monte Genzana che raggiunge la quota di 2170 metri e comprende una fitta rete di sentieri escursionistici sia con segnaletica CAI che con quella del parco.
Si tratta di sentieri di lunghezza variabile e con difficoltà medio-bassa percorribili con le ciaspole in caso di neve.

Noi vi segnaliamo quello coincidente con la Strada Napoleonica, un percorso di circa 5 chilometri che si snoda attraverso la Valle Rea fino a raggiungere la SS n. 17; si tratta di un itinerario con una leggera pendenza (il dislivello è di 400 metri) che può essere percorso anche soltanto in parte (ad esempio fino alla torre di avvistamento) ma che assicura la visione di panorami eccezionali e magari la possibilità di fotografare un maestoso cervo.

La “Strada Napoleonica” venne realizzata durante il regno di Gioacchino Murat e da Pettorano raggiungeva l’abitato di Rocca Pia e quindi l’imbocco all’altopiano delle Cinque Miglia; la strada, nei mesi invernali, era soggetta a furiose tempeste di neve tanto da provocare in una stagione più fredda delle altre la morte di un intero reparto di truppe francesi.

Ancora oggi salendo verso la statale è possibile osservare antichi muri di contenimento e vecchie pietre miliari.

Il sentiero ha inizio dai pressi del Castello (659 m) e dopo aver superato una zona chiamata “le grotte” si infila nella Valle Rea fino al bivio di quota 920; a destra si può proseguire verso la Valle Marzolina e il Rifugio La Fascia mentre a sinistra si sale verso la statale.

Poco prima del bivio si incontra in una zona pianeggiante una altana in legno utilizzata come torre di avvistamento; la natura del terreno si presta in modo particolare all’osservazione di lepri e tassi, due rappresentanti della numerosa fauna della Riserva.

La natura selvaggia del territorio e la sua scarsa antropizzazione hanno permesso infatti la salvaguardia di numerose specie: lupi, cervi, caprioli, cinghiali, martore, faine, donnole, tassi e gatti selvatici. E poi numerose specie di falchi (pellegrino, pecchiaiolo, astore); non manca neppure l’Orso bruno anche se usa quest’area come luogo di passaggio.

Altrettanto ricca la flora: accanto ai boschi termofili dove domina la roverella e il carpino si affiancano sul piano montano tassi e agrifogli. Tantissime poi le specie fiorite che crescono sui pascoli di alta quota.

Il sentiero termina proprio a ridosso della statale che dirige a Castel di Sangro; chi ha buone gambe può proseguire in direzione del vicino paese di Rocca Pia, altro delizioso paesino arroccato tra le montagne.

A Pettorano sul Gizio, come in tutti i paesi vicini, è possibile gustare un’ottima cucina che si basa su prodotti locali i cui punti di forza sono tartufi, porcini, carne di cervo o di cinghiale e le saporite patate provenienti dalla Conca del Fucino.

Natura e cibo genuino sono quindi gli ingredienti con i quali condire una lunga giornata di relax.

Francesco Gargaglia

Riferimenti:
– carta 1:25.000 Altopiani maggiori d’Abbruzzo (Ed. Il Lupo)
– Riserva Naturale regionale Monte Genzana Alto Gizio: tel. 0864.487006

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