L’agenzia capitolina per le tossicodipendenze va chiusa. Questo in sintesi il contenuto di un documento proposto dal capogruppo SEL Alessandro Pica e approvato dal Consiglio del XV Municipio nella seduta di giovedì 27 febbraio. Diversi, secondo il proponente, gli obiettivi: ottimizzare le risorse, riportare il servizio in house, riattivare servizi e circuiti abbandonati. Ma quanto c’è di vero? A sentire Giuseppe Calendino, capogruppo Fratelli d’Italia in XV, proprio nulla.
“Sul Sindaco Marino già abbiamo espresso le nostre perplessità dopo che si è dichiarato favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere. La sua posizione ha offeso il lavoro svolto dall’Agenzia delle Tossicodipendenze, organismo del Comune di Roma che negli ultimi anni ha ottenuto risultati sorprendenti, riconosciuti da tutti. Oggi, oltre al danno, abbiamo raccolto anche la beffa”, tuona Calendino nello scagliarsi contro la decisione presa dal parlamentino di via Flaminia.
“Il Consiglio del XV Municipio ha infatti votato una risoluzione presentata da SEL con la quale si chiede la chiusura dell’Agenzia per le Tossicodipendenze. Come poveri struzzi, i Consiglieri della maggioranza hanno nascosto la testa sotto la sabbia, hanno assolto al loro dovere di partito senza voler approfondire la materia. Un documento ricco di falsità, alcune delle quali facilmente contestabili” denuncia Giuseppe Calendino nell’elencare le “magagne” contenute nel documento.
“Sono state citate le volte in cui i provvedimenti dell’Agenzia sono stati impugnati presso il Tar, ma si è omesso di dire che i ricorsi sono stati tutti rigettati. Nessun accenno alle lettere di encomio sottoscritte dalle numerose autorità. Nessuna soluzione alternativa plausibile. I Consiglieri si sono prestati al gioco di chi, in qualche modo, vorrebbe eliminare l’unico Organismo di Controllo che vigila sull’operato delle Cooperative Rosse. Senza tener conto del fatto che i controlli messi in campo dall’Agenzia sono destinati a migliorare essenzialmente le condizioni lavorative e di vita dei tossicodipendenti.”
“Un’altra occasione persa – conclude Calendino – per dimostrare che, anche nel Municipio XV, si vorrebbe conseguire un cambio generazionale libero dai vincoli del Potere. Peccato!”
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