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Cassia, manifesto con donna seminuda scatena le proteste

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Manifesto CassiaSulla Cassia e’ comparso un cartellone gigante che ritrae una donna seminuda, appena coperta da un manto erboso e sotto alcune sagome di attrezzi da giardinaggio con su scritto: ‘Per i tuoi spazi verdi è sempre bella stagione’. Un manifesto pubblicitario che ha creato enorme indignazione nella senatrice Monica Cirinnà del Pd, che all’Adnkronos sottolinea: “Qual’è il messaggio di questa pubblicità? La facciamo a pezzi con la motosega questa donna? In tempo di femminicidio trovo veramente fuori luogo questo cartellone. Il pubblicitario dovrebbe vergognarsi”.

Manifesto Cassia

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I manifesti, affissi regolarmente e apparsi “per ora, per fortuna”, sottolinea la senatrice del Pd, “solo” tra via Cassia e via Trionfale, sono un esempio di strumentalizzazione del corpo femminile, sostiene la Cirinnà: “C’è una proposta di legge”, ricorda, ‘Misure in materia di contrasto alla discriminazione della donna nelle pubblicità e nei media’, presentata da un gruppo di senatrici del Pd, prima firmataria la vice presidente del Senato Valeria Fedeli, che propone di “vietare -si legge nella proposta di legge- l’utilizzo del corpo femminile nelle pubblicità che trasmettono, anche in maniera allusiva, messaggi che suggeriscono, incitano o non combattono il ricorso alla violenza esplicita o velata, alla discriminazione, alla sottovalutazione, alla ridicolizzazione, all’offesa delle donne”.

“A Roma inoltre -spiega la senatrice del Pd- con Alemanno fu approvata all’unanimità una delibera bipartisan che vieta l’affissione di cartelloni pubblicitari che strumentalizzano il corpo della donna. E poi -conclude la parlamentare del Pd- dovrebbe intervenire il Gran giurì della pubblicità. Basterebbe fare uno sforzo di natura etica. Che vuol dire quel corpo donna da segare?”

Red.

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32 COMMENTI

  1. In epoca di stalking e femminicidio il rispetto della donna e’ un problema dei cittadini! Deve esserlo, e se lei non lo sente tale mi chiedo che insegnamento possa dare si suoi figli!

  2. Quanta ipocrisia becera tra questa gente che dovreebbe pensare a trovare i soldi per finanziare la cassaintegrazione in deroga, salvaguardare quel poco di stato sociale rimasto e tutelare la proprietà dei cittadini e perde tempo a fare comunicati su una cosa così stupida.
    Mi dispiace che sono del dp queste due signore perché se fossero state del mio partito avrei potuto essere più duro….altrimenti sembra che lo faccio solo perché sono di un partito diverso dal mio.
    Ipocriti ed inutili.

  3. Quanto maschilismo becero in queste affermazioni ! Guai se una donna si permette di alzare la testa vero? E quanta falsità e ipocrisia nel dire che dovrebbero pensare ad altro, come se a scrivere un comunicato ci volesse una settimana ! Senta signor duro, cosa le avrebbe detto e fatto se queste senatrici fossero state del suo partito dove a quanto dice lei le donne dovrebbero stare zitte ?

  4. io questa immagine la interpreto come una bella donna vestita di prato, per la quale la stagione verde non finisce mai…. non ci vedo altro, eppure sono stata vittima di stalking…..

  5. Peccato che la Senatrice Cirinnà (Pd) non si sia accorta che per settimane sono rimasti esposti a Roma giganteschi manifesti che pubblicizzavano la pellicola “TULPA: PERDIZIONI MORTALI” dove sul manifesto la protagonista mostrava la schiena nuda (con vari segni…?) e metà fondo schiena (anche se sarebbe più giusto chiamarlo in altro modo).
    Cosa era, arte per caso?!

  6. A me sembra invece molto più discriminatorio, xenofobo e offensivo per i cittadini, in un momento così difficile, scegliere di far fare il Ministro ad una persona “di bassissimo livello politico”, solo per il suo colore della pelle. Punti di vista.
    G.Mori

  7. In data 3 settembre 2008 è stata approvata dal Parlamento Europeo la risoluzione n. 2038 relativa all’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che indica come inammissibile il modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile indicando agli stati membri di adeguare decretazioni e leggi in tal senso: con deliberazione n. 25 dell’8 marzo 2010 il Consiglio Comunale di Roma ha approvato all’unanimità di “aderire all’iniziativa promossa dal Coordinamento Nazionale dell’UDI, …. , sostenendo la moratoria della pubblicità lesiva della dignità di genere che vede la condivisione di molte realtà associative fra cui la ProDoMed Progetto Donne del Mediterraneo”.
    Nel corso della riunione svoltasi oggi pomeriggio che ha riavviato il percorso di partecipazione che dovrà portare alla approvazione da parte del Consiglio Comunale del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) è intervenuta il consigliere Maria Gemma Azuni (SEL) per ricordare l’applicazione della suddetta delibera ottenuta all’epoca dalla Commissione delle Elette.
    Al sig. Bruno mi sento di dover far presente che il pensare ai veri problemi dei cittadini non esime dall’obbligo morale di combattere anche la mercificazione del corpo femminile.
    Il sig. Luca della Giovampaola dovrebbe capire invece quanto sia squallido ridurre ad una questione di partito un problema che è sentito a livello europeo e che è stato disciplinato dal Consiglio Comunale di Roma, per cui l’ipocrisia becera è caso mai la sua nel fregarsene di regole che si è data all’unanimità l’amministrazione capitolina quando Sindaco era per giunta Alemanno.

  8. Dov’è la mercificazione Bosi?
    Quale indicatore Le permette di associare la normativa citata alla fattispecie?
    Dove è l’elemento violento suggerito dal comunicato stampa?
    Dove lo svilimento della figura della donna?
    Come si può affermare al termine del comunicato: “Che vuol dire quel corpo donna da segare?”
    E prima ancora: “Qual’è il messaggio di questa pubblicità? La facciamo a pezzi con la motosega questa donna? In tempo di femminicidio trovo veramente fuori luogo questo cartellone. Il pubblicitario dovrebbe vergognarsi”.
    Ma sono tutte evidenti strumentalizzazioni indifendibili. Non manderei nemmeno un ragazzo iscritto al primo anno di giurisprudenza a provare a difendere questa robbaccia delle opportuniste signore benpensanti del PD.
    Quanto siete diversi dai giovani sognatori rivoluzionari di sinistra degli anni ’70…
    Quelli che cercavano di abbattere (con una certa ragione) il monopolio culturale e informativo di un sistema eccessivamente sottomesso all’oscurantismo della chiesa cattolica romana.
    E quanto invece assomigliate ai maiali (in senso buono si intende!) della Fattoria degli animali di George Orwell… vestite gli abiti di chi avete sempre combattuto, parlate con la loro voce…
    Eh … La storia si ripete sempre…
    G.Mori
    Fratelli d’Italia XV

  9. Trovo quanto meno curioso che, dopo aver fatto semplicemente presente di aver trovato squallido fare del problema una questione di partito, a rispondermi non sia stato il diretto interessato, ma il sig. Mori che ha continuato ad inquadrare la discussione sempre in termini di partito, tenendoci alla fine a qualificarsi come appartenente ad un partito opposto.
    Riguardo a questo caso su cui ieri sono stati fatti appositi articoli anche su Repubblica e Messaggero io non sono entrato nel merito delle dichiarazioni rilasciate dalla senatrice Monica Cirinnà che il sig. Mori ha voluto invece bollare come “evidenti strumentalizzazioni indifendibili”, approfittandone poi per lanciarsi in un autentico volo pindarico contro il PD del tutto fuor di luogo (se non altro rispetto ai contenuti del mio commento), per giunta accomunandomi politicamente a questo partito con un plurale maiestatis che non gli permetto nella maniera più assoluta.
    Visto che il sig. Mori mi chiede provocatoriamente dove sia la mercificazione, per fargli capire bene quale sia l’indicatore che mi avrebbe permesso di “associare la normativa citata alla fattispecie”, lo invito a chiedersi per un attimo se la pubblicità in questione avesse fatto ugualmente lo stesso colpo in termini commerciali se al posto della donna ci fosse stato invece lui o comunque un uomo completamente nudo: spero che si risponderà da solo evitando di replicarmi ed aprire una telenovela totalmente sbilanciata su un piano politico che non ha niente a che vedere e su cui mi rifiuto di scendere.

  10. Ha ragione il Sig. Bosi quando dice che bisogna rispettare e applicare la legge. Magari sempre. E non come i giornali di quel certo editore che dopo aver criticato le “veline” hanno continuato a pubblicare foto di donne svestite. Io credo però, Sig. Bosi, che al di là delle norme e convenzioni si debba considerare il “rispetto e la dignità” una cosa importante, anche da conquistare. Se accendo la TV vedo (anche in trasmissioni pseudo culturali) donne scosciate, scollacciate, con labra pompate mostruosamente e che vestono come le loro figlie di 12 anni. Liberissime di farlo, ma qual’è la differenza tra loro e la pubblicità? Un paio di anni fa ci fu una grande manifestazione in 80 città d’Italia per manifestare a favore della dignità della Donna a cui aderirono molte attrici. Il giorno dopo erano già sul set mezze nude. A chi rimproverava loro scarsa coerenza hanno risposto che erano libere di spogliarsi. Ieri in una trasmissione radio il tema era: “Donne, qual’è il posto più strano dove avete fatto l’amore?”. E giu decine di telefonate:” io in cantina, io su di una panchina, io appesa al lampadario, io sull’autostrada mentre i camionisti ci strombazzavano dietro…..”
    Alla faccia della dignità e del pudore.

  11. Sono molto perplesso per la risposta di Bosi, anche se mi associo nella volontá di non proseguire la discussione fino a snaturarla o strumentalizzarla.
    Osservo preliminarmente però che qualificarmi con il nome del partito cui appartengo attiene esclusivamente alla trasparenza che è dovuta al lettore che non conosce la mia storia e la mia identitá politica. Se lo facessero tutti sarebbe molto più responsabile, ma certo, anche se è possibile effettuare dichiarazioni a titolo personale, questa è stata certamente una considerazione politica (non confonda superficialmente il piano meramente partitico con quello politico che attiene a valori molto più profondi e precisi di cui comunque Lei è sempre stato un valido rappresentante, il bene della polis)
    Mi dispiace se Lei ha visto la mia invettiva come un accomunamento al PD, Le ripeto che si trattava di osservazioni critiche verso un modo di pensare che rappresenta la cultura della sinistra italiana oggi, niente di diverso. Una cultura che io ritengo superficiale, formale, strumentale e pure totalitaria.
    Il pensiero unico e l’incapacitá di affrontare il confronto su certi temi (etici, sessuali e identitá di genere) è recentemente emerso a seguito delle dichiarazioni di Guido Barilla, a cui si è stata estorta una vera e propria ritrattazione. (Inquietante)
    Tornando ai contenuti delle sue argomentazioni, a poco vale, a mio modesto parere, la rilevanza data da La Repubblica e il Messaggero a tale questione e certamente mi sembra risibile il ragionamento analogico che lei propone su una mia eventuale sostituzione alla ragazza nel manifesto ovvero un uomo nudo. (Anche se la donna non è nuda). Dunque, seguendo il suo percorso dialettico tutte le pubblicitá contenenti foto di donne dovrebbero essere oggetto di censura, in quanto la mercificazione è in re.
    Ma attento, rischia di incorrere nella discriminazione inversa…
    In realtá è proprio la contraddittorietá tra le argomentazioni sue e delle signore del PD che suscita qualche ragionevole perplessitá. O l’immagine è lesiva della dignitá della donna o istiga alla violenza sulle donne. Ma quando le motivazioni sono troppe e molto gridate, per esperienza processuale, mi permetto di dire che sono spesso prive di reale sostanza.
    Dopo essermi scusato per il ventilato accostamento al PD (ne comprendo il fastidio), mi permetto di segnalarle che non ho certo fatto il difensore di ufficio di Luca che, come noto, sa difendersi bene da solo.
    Con immutata stima.
    G.Mori
    FDI XV

  12. Con quello che vedo in giro, sul web e in tv mi dovrei scandalizzare per questa pubblicità????

    Devo ricordare che nel 95′ (all’epoca avevo 14 anni) rimasi paralizzato davanti a Marina Ripa di Meana tutta nuda con la sua pelliccia?e voi mi tirate fuori la donna mezzo uomo-mezzo prato e il bello che ci costruite sopra pure una bella discussione animata…

    “La zappa il tridente il rastrello la forca
    l’aratro Il falcetto il crivello la vanga
    e la terra che spesso t’infanga”

  13. La classica tempesta nel bicchiere d’acqua.
    Il nulla del nulla del nulla.
    Riedizione del Maccartismo in versione italiana, anzi romana.
    E’ riaperta la caccia alle streghe: al rogo, al rogo ! Che si dia nuovamente voce a sant’ Uffzio dell’Inquisizione !
    Il cardianale Bellarmino è vivo e lotta insieme a noi.

  14. In attuazione della delibera del Consiglio Comunale n. 25 dell’8 marzo 2010, con Ordinanza n. 126 del successivo 24 maggio 2010 l’allora Sindaco Alemanno ha costituito una commissione tecnica di ben 24 persone con il compito di identificare “i parametri di valutazione della pubblicità lesiva della dignità della donna”: non è dato di sapere al momento se questi “parametri di valutazione” siano stati poi individuati, ma siccome il sig. Mori estremizza in modo illogico il mio “percorso dialettico”per replicarmi che se lo si dovesse seguire allora “tutte le pubblicità contenenti foto di donne dovrebbero essere oggetto di censura, in quanto la mercificazione è in re”, provo io a cercare di definire in linea di massima dei semplici criteri puramente logici in base ai quali valutare i casi in cui “l’immagine è lesiva della dignità della donna”, senza distinguo talora con i casi in cui “istiga alla violenza sulle donne” proprio perché innescata dalla stessa pubblicità lesiva.
    Il criterio più elementare sotto gli occhi di tutti coloro che subiscono la pubblicità a tambur battente messa in atto non solo sui cartelloni installati in modo caotico lungo le strade di Roma, ma anche e soprattutto in televisione con intervalli in rapida quanto ossessiva frequenza tra loro, è quello di valutare da soli ogni volta se c’è uno stretto nesso logico tra il prodotto che viene reclamizzato e chi lo utilizza nello stesso messaggio pubblicitario, chiedendosi alla Di Pietro quanto c’azzecca ad esempio nel caso della pubblicità in questione (peraltro a mio giudizio nemmeno troppo scandalosa, ma comunque censurabile) la figura di una donna che poteva essere benissimo vestita, ma di cui si è invece voluta far vedere ed ammiccare solo una parte pudica della sua nudità.
    Sono moltissimi i casi ben più spinti di questo che utilizzano la donna in modo del tutto scollegato dall’oggetto reclamizzato (sia esso un orologio o una collana o una macchina, tanto per citare alcuni esempi fra quelli più frequenti senza citarne le ditte per non far loro alcuna pubblicità), per giunta in pose o con movimenti e dialoghi o slogan che non c’entrano nulla, ma che per attirare l’attenzione spesso istigano persino alla violenza sulle donne, perché al pari anche di tante pubblicazioni vendute in edicola o film e telefilm non solo a luci rosse che si proiettano in televisione lasciano supporre ai molti maschi che non hanno avuto nessuna educazione sessuale, se non quella talora impartita dal padre stesso di una volta di essere andati a prostitute per imparare se non altro a fare “pratica”, che quanto meno con alcune donne se non con tutte indistintamente (comprese troppo spesso anche le proprie mogli) si possa sempre fare qualunque cosa anche se non ne hanno alcun desiderio in quel momento o peggio ancora se non la vogliono proprio fare né ora né mai e proprio per questo si trovano a subire violenza carnale.
    Per rendere ancor di più l’idea basti ricordare lo scalpore che tra settembre ed ottobre del 2011 fece una campagna pubblicitaria che su tutti i cartelloni di Roma diffuse slogan come “Sono Monica, lavoro in politica e non vado a letto con nessuno”, oppure “Sono Maddalena, faccio la escort e non sono una ragazza facile” oppure ancora “Sono Maria, non sono vergine e ho un forte senso di spiritualità”.
    Faccio sapere che nei confronti della ditta promotrice di quella campagna l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) decise di emettere ingiunzione di desistenza per violazione dell’articolo 10 (Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale): la sentenza della IAP parlava di “provocatoria campagna pubblicitaria che ritraeva modelle in atteggiamento ammiccante accanto alle quali comparivano messaggi distorsivi dell’immagine femminile”.
    L’allora consigliera regionale del Lazio, Isabella Rauti, moglie di Alemanno, si dichiarò molto soddisfatta e dichiarò che ”ancora una volta aziende senza scrupoli non hanno esitato a utilizzare in maniera distorta l’immagine femminile al solo scopo di creare un impatto emotivo che nulla ha a che fare con la realtà della donna né con quella del prodotto”.

  15. Anno domini 1503, Leonardo da Vinci dipinge la figura di una donna che mostra il collo in modo ampio e ti osserva in modo provocatorio o forse quasi provocante: La Gioconda.
    Anno domini 1851, Arthur Schopenhauer scrive L’arte di trattare le donne (o Discorso sulle donne) con capitoli come “La natura della donna”, “I suoi compiti secondo natura”, “Come scegliere la donna adatta” e via dicendo.
    Chissà forse sarebbe stato opportuno già al tempo realizzare una commissione di valutazione… 🙂
    Per contrastare questo manifesto, Lei utilizza molte analogie spesso inapplicabili laddove il caso in oggetto, rappresenta solo una donna ricoperta di erba ( e se fosse un riferimento implicito all’uso di droghe leggere … ?:-) ), ma nessun riferimento scritto alla persona, se non “spazi verdi” e “bella stagione”, ma Lei si spinge addirittura a usare riferimenti para-normativi.
    Ora io sono molto felice che Lei, Bosi, utilizzi le parole dell’amica Isabella Rauti che io considero una delle maggiori risorse politiche (ultra genere) che ha il nostro Paese, facendole assurgere a ruolo di sentenza, ma non è così: esse sono solo le parole, in gran parte condivisibili, della Rauti. (sto parlando della prima citazione che Lei surrettiziamente attribuisce allo IAP.)
    In realtà la sentenza è altro: http://www.iap.it/it/cdc/2011/c1132011.htm
    Dalla lettura attenta del testo emerge che l’ingiunzione di desistenza dello IAP ha effetti solo sulle fattispecie di Maria e di Maddalena, ma non su Monica come de Lei erroneamente sostenuto.
    La forma di comunicazione è contestata nella prima fattispecie perché “il soggetto “Maddalena” di per sé considerato non coglie nel segno, in quanto finisce col normalizzare e proporre persino come modello promozionale una condizione, quella della “escort”, che si fonda essenzialmente sulla vendita del corpo. È infatti innegabile che il termine “escort” identifichi nel linguaggio corrente una donna disponibile a prostituirsi in cambio di elevati benefici economici, che coincide comunque secondo il comune sentire con un modello di comportamento non solo meritevole di riprovazione, ma anche degradante per la persona, mentre il messaggio in fondo lo porta sotto una luce positiva e di “normalità”, quale modello persino positivo (“non sono una ragazza facile”). Ne deriva un ingiustificato sfruttamento dell’immagine della donna, di cui il messaggio offende la dignità in contrasto con il disposto dell’art. 10 del Codice. ” (IAP cit.)
    Nella seconda fattispecie invece, su Maria, ” oltre ai rilievi sulla lesione della dignità della donna, svilita in questo caso per il fatto di venire identificata per il suo essere o meno “vergine”, è evidente anche l’offesa delle convinzioni religiose. Il messaggio risulta infatti irridente del credo religioso della figura della Madonna (Maria Vergine) che in un contesto di natura prettamente commerciale viene banalizzata e inopportunamente inserita all’interno di un doppio senso offensivo, rafforzato dal sarcastico riferimento “ho una forte spiritualità”, configurando un’evidente offesa ed irrisione delle convinzioni religiose dei cittadini, meritevoli invece di rispetto e di tutela.”
    Alla luce del corretto testo dell’IAP, non mi sembra che le cose stiano proprio come dice Lei. Prima di tutto serve il messaggio esplicito (il claim) che poi deve essere comparato con l’obiettivo e laddove la contrarietà sia manifesta, in termini di valori etici (boni mores o morale), allora si applica il Codice. (questo codice è di autodisciplina, non dimentichi) Prostituzione è valore negativo. Su Maria, poi, mi pare che sia chiaro che senza “accavallamento delle gambe, definizione di verginità e uso del termine Maria”, non ci sarebbe violazione. Sono condizioni di procedibilità.
    Le suggerisco però una interpretazione che forse Lei ha sottovalutato …
    Ma chi avrà voluto spingere per un pronunciamento su tale questione avente ad oggetto Maria e Maddalena… ? (le uniche sanzionate…)
    Attento Bosi a non commettere autogoal.
    Perché poi ci esponiamo alle sacrosante parole di Pietro e Luigi ” La classica tempesta nel bicchiere d’acqua. Il nulla del nulla del nulla. e il bello che ci costruite sopra pure una bella discussione animata…”
    Come dargli umanamente torto ?
    Passo e chiudo definitivamente.
    G.Mori
    FDI XV

  16. Fare a pezzi con la motosega ?
    Che spreco , semmai lo so io con che zappa la vangherei , una bella aratura non le farebbe male , amo stendermi su prati di questo tipo e …. via sproloquiando.
    Placata la vostra voglia di machismo , fatela finita e parlate delle cose serie.
    Avete tempo da perdere si vede.
    E’ evidente che la Cirinnà , amante degli animali dopo la giusta richiesta di uno stop all’eccidio programmato degli scoiattoli in Piemonte si sta occupando ora delle pulci visto lo spessore del suo intervento.

    Più di 16milaeuro mese lordi per occuparsi di queste minchiate ?

    Eppoi http://www.romagnaoggi.it/politica/gambe-di-donna-scoperte-bufera-sul-manifesto-sexy-del-pd.html

    Ma allora noi dei modelli maschi(?) dei vari brands di profumi , che dovremmo dire ( a parte un filo di invidia per la forma fisica ) ?

  17. Rispondo anch’io definitivamente al sig. Mori con il suo stesso invito a stare attento a non commettere autogoal, dal momento che si è voluto mettere stavolta nelle vesti dell’avvocato per fare le pulci alle mie virgole ed ai miei punti e virgola, scambiando i miei semplici quanto banali accostamenti analogici (fatti solo per rendere l’idea) come mie “interpretazioni” o addirittura “sentenze”, ponendo per giunta tutta una attenzione certosina sui distinguo della ingiunzione dello IAP (del cui merito non mi importa un fico secco), distinguo che alla fine si traducono in una implicita difesa gratuita non richiesta del manifesto in questione.
    L’avvocato Mori non ha invece ritenuto di fare nessuna arringa sul criterio da me suggerito di valutare ogni volta da soli (senza nessun cavillo da leguleio) se c’è uno stretto nesso logico tra il prodotto che viene reclamizzato e chi lo utilizza nello stesso messaggio pubblicitario, che lui non ritiene evidentemente di avere ravvisato nel manifesto incriminato.
    Anno domini 2013: c’è chi sottovaluta (o addirittura se ne frega) tanto della risoluzione n. 2038/2008 della Comunità Europea relativa all’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che indica come inammissibile il modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile, quanto degli atti di Comuni che come Tortona, Novara, Palermo, Catania, Caltagirone, Sesto San Giovanni ecc. ecc. hanno deliberato al pari di Roma la moratoria della pubblicità lesiva della dignità della donna e chi, come il sottoscritto, che ha considerato questo caso come uno spunto utile per evidenziare come nel nostro Stato di diritto a distanza di ormai 5 anni dalla suddetta risoluzione ci si perda ancora in chiacchiere senza riuscire a rendere attuativa nessuna norma di vera tutela della figura femminile dalla mercificazione del suo corpo.

  18. Aragon, è davvero volgare la tua replica. Un conto è confrontarsi con argomentazioni politiche un conto è uscirsene con affermazioni di così di basso livello ! Ecco tu sarai uno di quegli uomini che davvero non hanno rispetto per il genere femminile!

  19. Non esiste nulla di politico in nessuno di questi interventi , manco a fare i cavillosi.
    La bassezza del livello deriva dall’imbecillità demenziale iniziale e primaria della cosa.
    Non so a chi abbia dato fastidio quel cartellone ma se così fosse sono certo che deve avere grossi ma molto grossi problemi.

    Poi , sai com’è in tutte le compagnie c’è sempre un’idiota.
    Se non riesci ad individuarlo… inizia a preoccuparti!
    Se pensi poi di averlo individuato , occhio , non discuterci mai.
    Gli altri potrebbero non accorgersi della differenza.

    Quanto al genere femminile ne ho un immenso rispetto , malgrado ci siano spesso pessime rappresentanti o psuedo avvocati d’ufficio.
    ( come pure per i maschietti s’intende )

  20. D. . comunque è vero , era (è) volgare il mio commento.
    Nulla da eccepire , non lo scriverei nuovamente.
    Trovo però ancor più volgare che una Cirinnà che si cucca 16milaeuro mese perda tempo in queste – ripeto – minchiate.
    La manderei a fare gli shampoo ai cani dalle 07,30 fino alle 18,00 no stop a 870,00€ mese.

  21. Bravo aragorn! Cirinnà, Bosi, Mori…ma che vi ha preso? Questo furore mistico, degno di miglior causa. E poi completamente fuori bersaglio. Senza nessuna implicazione politica o ideologica, ma solo sociale/culturale, vorrei porvi un quesito. Avete mai considerato che la donna, da millenni, è la prima a mercificare il proprio corpo? Prima di ululare invettive contro questa apparentemente sacrilega affermazione, vi invito a fare questa considerazione su un aspetto che è sotto gli occhi di tutti, più o meno da sempre: mi spiegate perché la maggior parte di vestiti femminili prevede la scollatura, il decolleté? Perché le donne devono/vogliono mostrare una parte più o meno grande delle loro mammelle? E il tanga sulle spiagge? E l’adozione universale di scarpe aperte, apertissime, sandali, sandaletti , d’estate? La risposta nel 99% dei casi è: perché fa caldo. Non è vero…fa caldo anche per gli uomini e questi non vanno in ufficio con la cravatta e gli infradito.

  22. La mitica penna, o tastiera, di Aragorn colpisce ancora.
    Salace, scanzonata, irriverente e senza peli sulla lingua.
    Molto meglio delle varie vignette quotidiane di blasonati quotidiani.
    Continui così per favore.

  23. dovete lavorare, basta con ste boiate!

    Dovete pensare alle necessità del paese, ai bisogni dei cittadini, ai disoccupati, ai precari, agli imprenditori che stanno alla canna del gas. Mannaggia a voi e al politicamente corretto…

  24. Ahahahah grande Aragorn, hai ragione tu.
    Spesso la natura professionale porta a discutere a lungo sul “nulla”, lo ammetto.
    Però non puoi negare che dopo ogni discussione in “compagnia da bar” c’è sempre una bella “gara di rutti”.
    E tu hai certamente vinto all’unanimità… 🙂
    Con simpatia e a titolo personale.
    G.Mori

  25. Possibile che non ci siano questioni più rilevanti da affrontare? Quel cartellone non mi fa né caldo né freddo. Se qualcuno rimane turbato c’è sempre lo psicologo…

  26. la discussione sull’argomento si è talmente snaturata da rendere noiosi e illegibili gran parte dei chilometrici commenti:resta il fatto che la maggior parte dei manifesti pubblicitari sono volgari e oltraggiosi per le donne! lungo via Cassia c’è molto di peggio: manifesti che pubblicizzano sale per giochi d’azzardo e sopratutto porno shop!!!

  27. L’articolo ha un titolo che è fuorviante rispetto al contenuto della polemica mossa dalla senatrice, la quale, infatti, non sembra focalizzare la sua critica sulla nudità della donna visualizzata nel manifesto, una nudità tra l’altro del tutto immaginata… visto che di scoperto ci sono solo viso, spalle, braccia ed uno spicchio di schiena… e giusto in qualche comunità religiosa super tradizionalista ciò verrebbe considerato una mise seminuda (ridicolo), bensì sulla mancanza di un’immediata giustificazione logica della presenza della modella in posa rispetto al prodotto pubblicizzato… se non appunto quella di essere un mero catalizzatore dell’attenzione del target principale a cui la pubblicità evidentemente è rivolta, il pubblico maschile eterosessuale… muovendo sull’attrazione sessuale con però l’aggiunta del rischio di un rimando alla violenza per via della foto della motosega. Riguardo al commento che mi precede, non condivido il tono scandalizzato con il quale si denuncia la presenza di pubblicità di negozi che vendono articoli erotici… ho ben presenti quei cartelloni sulla Cassia e credo che espongano un messaggio del tutto discreto, l’unica donna che si vede è una piccola sagoma stilizzata a campitura monocromatica… è sempre più forte in me il sospetto che più che l’apprensione nei confronti dello sfruttamento dell’immagine femminile… a muovere certe reazioni siano la sessuofobia e l’avversione nei confronti del piacere altrui.

  28. Trovo molto più criticabile la presenza dei bambini in qualsiasi pubblicità, non tanto per chi vede, ma per il messaggio educativo ai bambini che le interpretano.

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