Home AMBIENTE Ok caditoie e tombini, ma Ponte Milvio?

Ok caditoie e tombini, ma Ponte Milvio?

Duca Gioielli

Fu a novembre 2012 l’ultima volta che il Tevere fece preoccupare non poco i romani ed il loro sindaco con le sue acque sempre più alte avvicinatesi alla pericolosa soglia dei 14 metri, mentre la Capitale era scossa da continue e forti piogge e diversi mezzi delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile erano schierati pronti ad intervenire. Poi la piena, con diverse e ripetute esondazioni con conseguenti problemi e danni per la città.

Gli abitanti della zona ancora ricordano il barcone del Circolo Canottieri Aniene alla deriva per non aver resistito alla forte pressione dell’acqua o gli allagamenti di Via Flaminia, per non parlare della sede del XV Municipio che rimase chiusa per una decina di giorni.

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E a distanza di un anno da quegli eventi a Ponte Milvio ci sono ancora i segni tangibili di quelle giornate.

Mentre si fa un gran parlare della pulizia delle caditoie e dei tombini grazie al piano straordinario messo in campo dal Comune (già 9mila gli interventi effettuati su tutto il territorio della Capitale e 1400 le segnalazioni inviate nel primo mese dai cittadini) le storiche arcate di Ponte Milvio sono invece ancora cariche ed in parte ostruite da grandi tronchi e rifiuti di ogni genere.

Fogliame vario, plastica, rami e tronchi giacciono immobili ed uniti come un fossero una cosa sola a pochi centimetri dall’acqua del fiume.

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“È un’indecenza” ci dice una signora che ci avvicina mentre scattiamo le foto. “Non mi è mai capitato nelle tante altre capitali europee che ho visitato di vedere i ponti della città in queste condizioni. Capisco i problemi più urgenti di quei giorni, ma sono passati tanti mesi ormai”.

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A quanto pare né la precedente amministrazione, che ha avuto sei mesi di tempo per porre rimedio alla situazione, né la nuova, ormai in carica da giugno, si sono fatte premura, dopo ben 12 mesi dall’alluvione, di affrontare il problema.

Al di là dello spettacolo non edificante, ci si chiede, ad autunno inoltrato, cosa potrebbe succedere al primo forte diluvio con conseguente innalzamento del fiume.
Con una nuova piena, grazie alla corrente del fiume e le acque gonfie ed alte, i resti dell’ultima piena potrebbero infatti unirsi ai nuovi tronchi ed oggetti vari trasportati dal Tevere, creando così nuovi blocchi pericolosi per i barconi ed i ponti che seguono Ponte Milvio.

Non è una questione di estetica, ma di sicurezza, come le caditoie e i tombini. Una questione da affrontare con celerità, prima che diventi emergenza.

Nicolò Bufalini

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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