Dal Comitato “Abitare Ponte Milvio” riceviamo e pubblichiamo. “Una piacente e gentile signora in borghese munita di penna e carta prende appunti sulla piazza di Ponte Milvio e sembra rimproverare un ambulante che, evidentemente stretto nel suo spazio comunque non delimitato in alcun modo, si è allargato fino a rivestire di teli e stoffe il suo grosso furgone, in bella mostra, parcheggiato a fianco della sua bancarella di metri, circa, 6 x 4 zeppa di variopinti tessuti.”
“Un passante che ha intuito trattarsi di una vigilessa e che ha fatto osservare alla stessa che agli ambulanti non è permesso parcheggiare i loro veicoli sul piazzale oltre il tempo di scarico e carico merce, riceve risposte evasive circa la non ben definibile durata della sosta per lo scarico merci. E tutto finisce così”
La morale secondo il Comitato. “Si sa che l’interpretazione delle leggi non può essere unica. Essa è umanamente soggetta al vaglio dei singoli giudici chiamati per il loro compito ad applicarla. Il giudice non deve rispondere ad altri del suo modo di far rispettare la legge che a se stesso. Altro limite alla sua azione non è altri che la sua “coscienza” che tuttavia gli impedisce di contraddire lo spirito della legge.
La nostra società, in conseguenza di una vera e propria mutazione antropologica, ha elaborato una sua filosofia secondo la quale, nell’ottica di una tranquilla convivenza civile, la legge, l’interpretazione della legge, è demandata all’utente.
I maestri del liberalismo, quelli veri, hanno sempre ritenuto che la mancata applicazione della legge generi nel cittadino qualunque il sospetto non che non si possa ma che non si voglia applicarla. Il quale fatto, purtroppo, dà adito a ben precisi cattivi pensieri intollerabili, turbativi, di ogni civile convivenza”.
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Il problema è proprio quello : non si deve interpretare , ma SOLO APPLICARE LA LEGGE, per questo vige dappertutto un senso di anarchia…. se si applicasse veramente, non ci sarebbero interpretazioni di sorta… DURA LEX SED LEX