Si è suicidato lanciandosi dal terzo piano della sua abitazione nel quartiere Prati. E’ morto così nel pomeriggio di oggi, sabato 5 ottobre, Carlo Lizzani, 91 anni, regista di film che hanno fatto il cinema italiano da ‘Banditi a Milano’ con Gian Maria Volonté al ‘Processo di Verona’ con Silvana Mangano. Ad avvisare la polizia sono stati i vicini che hanno sentito un tonfo nel cortile interno del palazzo in via dei Gracchi. Prima di lanciarsi nel vuoto ha scritto un biglietto per i figli: ”Ho staccato la chiave”.
Un suicidio che arriva a tre anni da quello di Mario Monicelli, un altro grande del cinema italiano che la sera del 29 novembre 2010 decise di farla finita lanciandosi dal quinto piano dell’ospedale in cui era ricoverato. ”Un gesto da lucidità giovane”, aveva commentato all’epoca Lizzani, ricordando che Monicelli ”era un super laico, uno che voleva gestire la sua vita fino in fondo”.
Malato da tempo, ultimamente il regista usciva poco di casa, secondo quanto raccontano i vicini . “Era molto malato. So che viveva con la moglie e la badante. Ultimamente non lo vedevo quasi mai perché era un continuo andare in ospedale”.
Lo ricorda come una ”persona eccezionale” Gloria Campoli, titolare dell’Antica Griglia Toscana, il ristorante che si trova sotto al palazzo dove abitava Lizzani. ”Era sempre cortese e la mattina quando usciva per comprare il giornale si fermava a chiacchierare. Veniva spesso a mangiare da noi e quando non aveva voglia di scendere ordinava una pizza. Proprio l’altra sera gli abbiamo portato a casa una pizza”.
La morte di Lizzani è stata per il capo dello Stato Giorgio Napolitano una ”notizia tragica” che, scrive in un messaggio ai familiari, ”mi addolora profondamente, per l’amicizia che ci legava da molti decenni e per tutto quel che ha saputo dare al cinema, alla cultura, allo sviluppo democratico del nostro paese: coraggio e passione della battaglia per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, nella ferma valorizzazione e difesa dei valori della Resistenza, nella creazione artistica sempre radicata nella realta’ e nei travagli della nostra Italia”.
”Era rimasto anche negli anni più recenti, nonostante l’età e le difficoltà di salute – continua il capo dello Stato – straordinariamente presente e combattivo in ogni confronto e in ogni sforzo di passaggio del testimone alle nuove generazioni”.(fonte Adnkronos)
© RIPRODUZIONE RISERVATA