Una ventata di “talentini”, tre spagnoli, un astro nascente portoghese, sette conferme – capitan Bacaro, Patrizi, Ippoliti, Juan e Javier Salas, Dimas e Parrel – e un gradito ritorno, quello di Moliterno, dal prestito a L’Acquedotto. E’ una Lazio che cambia, che si trasforma, senza perdere di vista quegli obiettivi ambiziosi, degni di una società che c’è da quando esiste la serie A.
La consolidata triade Mennella-D’Orto-Di Saverio ha pescato per la prima volta nella storia biancoceleste, tre spagnoli: Raùl, campione d’Europa con la Rojita Under 21 a San Pietroburgo, Rubén, una delle migliori ala-pivot che gioca a futsal da quando aveva sei anni; e poi c’è Hector, top scorer della serie A due anni fa, lo scorso anno semifinalista scudetto, sempre con l’Acqua&Sapone.
Dalla Cogianco poi è arrivato l’eclettico Paulinho, brasiliano di nascita ma italiano di adozione; dal Napoli Emer, uno dei più positivi difensori nella scorsa serie A. D’Orto, comunque, crede molto nei giovani. C’è Giuseppe Mentasti, ormai da tempo nel giro della nazionale di Menichelli, senza dimenticare Schininà, anch’egli ex azzurrino e in orbita Italfutsal.
Questa è la Lazio, la prima società a investire su un palazzetto di proprietà, il PalaGems di via del Baiardo in zona Tor di Quinto.
Moremassi
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