Quest’anno il picco massimo delle stelle cadenti avverrà nella notte tra il 12 e il 13 agosto. L’appuntamento con lo spettacolo celeste delle ‘lacrime di San Lorenzo’, ovvero le meteore appartenenti allo sciame delle Perseidi, che si colloca tradizionalmente il 10 agosto, slitterà quindi di 48 ore, ma sarà particolarmente spettacolare e si apprezzerà ad occhio nudo anche nei cieli italiani.
Lo dice all’Adnkronos Maria Chiara Moriconi, ricercatrice di fisica dell’atmosfera presso il Cnr, spiegando che “quest’anno la visuale sarà ottimale dato che in quei giorni la luna tramonerà nelle prime ore della notte. Le ore migliori per osservare il cielo sono quelle che vanno da mezzanotte fino all’alba, in direzione nord-est del cielo nella regione della costellazione di Perseo”.
Per vedere al meglio le stelle cadenti sarebbe opportuno allontanarsi dalle luci della città: “Se si vuole osservare bene il fenomeno – sottolinea la studiosa – occorre recarsi in un posto buio e con un discreto livello di altitudine”
“Nei paraggi di Roma mi sento di consigliare il Tuscolo, nel territorio di Frascati, oppure Guadagnolo, sui monti Prenestini”, aggiunge Moriconi. L’esperta ha pronta la soluzione anche per i più pigri che non vogliono spostarsi dalla città. “A Roma il miglior punto di osservazione è Lo Zodiaco, in cima a Monte Mario, mentre non fatevi ingannare dal fascino del Gianicolo, dove ci sono molti alberi che disturbano la visuale”.
La formazione delle Perseidi inizia quando una cometa, al suo passaggio al perielio (punto dell’orbita più vicino al sole), lascia dietro di sè intere fasce di frammenti e polvere che possono diventare “sciami di meteore” se incontrano l”atmosfera terrestre.
“Le scie luminose che potremo osservare nei prossimi giorni – spiega Moriconi – sono prodotte da piccolissimi frammenti di cometa che incrociano la nostra orbita. Entrando con grandissima velocità nell’atmosfera terrestre, queste particelle, grandi anche solo come un granello di sabbia, la ionizzano, creando le caratteristiche scie luminose”, conclude l”esperta.
Edoardo Cafasso
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