Quando nel 2010 la Federazione Italiana Canoa-Kayak presentò la candidatura per i Mondiali di canoa-maratona a Roma, nessuno forse ipotizzava un simile successo: tantissimi invece gli atleti in gara (oltre 400 provenienti da ogni parte del mondo, dal Sud Africa alla Russia, dal Canada a Macao) e tanto pubblico nel fantastico Circolo Canottieri Aniene che, con una organizzazione perfetta, ospita il Canoe Kayak Marathon Championship.
Tre giorni di gare per quello che è uno sport tra i più faticosi: 10 o 30 chilometri per una competizione davvero massacrante che oltre il percorso in acqua prevede un trasbordo dove la canoa deve essere portata in spalla; fortuna vuole che grazie alla tecnologia oggi le canoe possano pesare anche meno di 10 chili.
Atleti di ogni parte del mondo, dai fortissimi spagnoli e ungheresi agli argentini e sud-africani, si confrontano sulle acque di un Tevere che in questi giorni assomiglia al bel Danubio.
Perché al di là di quello che sono finora i risultati degli atleti italiani (un 6° posto per Susanna Cicali nel K1 under 23, un 4° posto per Carlo Tacchini nel C1 junior, un 4° posto per la coppia Ferraina-Craciun nel C2 junior e un 4° per Maffioli-DiBartolo nel K2 junior) quello che più conta è che il povero e maltrattato Tevere in questi campionati si è presentato in forma smagliante; sarà per il sole, per il colorato mondo della canoa o per la raffinatezza di un circolo storico, ma il fiume di Roma nel tratto interessato alla gara è molto bello.
La folta vegetazione delle sponde, le acque color smeraldo, il bellissimo ponte Flaminio e sullo sfondo Ponte Milvio sono le quinte di questo fantastico palcoscenico che non ha eguale.
Abituati come siamo ai rifiuti, alla sporcizia, al degrado delle sponde e alle acque melmose che lambiscono gli argini abbandonati da anni, vedere il Tevere nella sua forma migliore, è veramente una bella cosa.
E’ vero che al di là delle quattro boe rosse che a monte di Ponte Milvio segnano il limite del campo di gara, il fiume torna ad essere un fluido girone dantesco, ma per chi da anni va denunciando il degrado del Tevere vederlo oggi luminoso, imbandierato, con tanta gente sulle sue sponde, questo evento è una cosa incredibile.
E’ da sperare solo che dopo questo bel successo i nostri amministratori decidano, al di là delle tante “competenze”, di intervenire e dare seguito ai numerosi progetti che vorrebbero il Tevere, definitivamente, un campo di gara per la canoa e il kayak.
Gran parte del merito di questa riuscitissima manifestazione va al Circolo Canottieri Aniene (un circolo esclusivo ma “vivaio” di tanti giovani atleti) che ha messo in piedi una organizzazione perfetta sfruttando al meglio le strutture e la sua invidiabile posizione in un tratto di fiume ancora non del tutto degradato.
L’invito è allora per domenica 23 settembre (l’ingresso è gratuito) per trascorrere una bellissima giornata in riva al fiume tra colori, allegria e tanto sport.
Francesco Gargaglia
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Un grazie alla Canottieri Aniene e ai coraggiosi organizzatori di una così ben riuscita manifestazione internazionale di uno sport “povero ma bello” !! Bravi !