Home ARTE E CULTURA Il ritorno dei pazzi di Shakespeare al Globe Theatre

Il ritorno dei pazzi di Shakespeare al Globe Theatre

Galvanica Bruni

Dal 28 agosto al 2 settembre torna al Globe Theatre “Fool – I comici in Shakespeare”, il frizzante spettacolo di teatro comico e musicale che ha aperto la stagione del teatro e che regala 80 minuti di benefica leggerezza attraverso la messa in scena di battute e scene tratte dal repertorio del Bardo. Sul palco, i cinque, bravissimi, attori, che interpretano altrettanti “fools”, si mostrano affiatati ed assai convincenti.

Lo spettacolo, scritto da Masolino d’Amico, si profila come una gioiosa, libera e rispettosa incursione nella produzione comica del Bardo, assemblando e rielaborando brani estrapolati da “Sogno di una notte di mezza estate”, “Come vi piace”, “Molto rumore per nulla”, “La bisbetica domata” e “Due gentiluomini di Verona”.
Le situazioni, rappresentate con grazia e leggerezza, sono decontestualizzate e reinserite in ambiti paradossali e moderni che ne amplificano l’effetto comico e ne sottolineano l’attualità.

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I cinque attori – Roberto Alinghieri, Marco Avogadro, Francesco Bonomo, Adolfo Margiotta ed Andrea Nicolini – si distinguono per bravura ed affiatamento, mostrandosi puntuali all’appuntamento con i tempi comici ed irresistibili nella resa dei rispettivi “fools”. Corpo ed anima alla corte del Bardo: se prestiamo loro le nostre mani, ci regaleranno il cuore. Promessa mantenuta. Grazie, applausi.

I cinque pazzi, a loro volta, regalano un’esilarante galleria di personaggi, evocando – attraverso la recitazione, i canti ed i balli – donzelle innamorate, giovani impetuosi, re, regine e dame di corte, oltre a proporre la classiche tematiche shakespeariane dei travestimenti e del teatro nel teatro.

I cinque pazzi vogliono rappresentare le opere di Shakespeare, in particolare la scena di Piramo e Tisbe del “Sogno”, ma lo fanno in un modo tutto loro: il bosco di “Come vi piace” diventa un universo counry-western, “Molto rumore per nulla” si trasforma in un mondo fatto di paillettes e lustrini, “La bisbetica domata” è un’opera rock trasgressiva e recitata nel siciliano de “Il Padrino”.

Tutto divertente, leggero, benefico: contesto rivisto, ma spirito shakespeariano doverosamente rispettato, soprattutto nel messaggio che viene trasmesso, ossia che la follia è la chiave di lettura e di interpretazione della natura umana.
Salda la regia di Consuelo Barilari, incisive e ben inserite le musiche originali di Federico Odling, elogi ed applausi per i costumi (ben quaranta) di Guido Fiorato e per il disegno luci di Liliana Iadeluca.

Giovanni Berti
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