Con una seduta infuocata durata quasi sei ore e grazie ad una risicata maggioranza – il che dimostra che non sempre il cemento cementifica – il Consiglio del XX Municipio ha espresso un parere favorevole al progetto di riqualificazione della stazione Due Ponti che in realtà si traduce nella realizzazione di un mega centro direzionale al km 8,5 di via Flaminia: fra piani interrati e piani esterni parliamo di quasi 14mila metri quadri.
“Un mostro di cemento”, è questa la definizione usata in aula dai tanti che osteggiano il progetto, in primis cittadini, associazioni e comitati che il loro NO secco lo avevano già dato in occasione dell’incontro pubblico dell’8 maggio nella sede del Municipio.
Cittadini e comitati venuti appositamente anche oggi per assistere in diretta (visto che la diretta web rimane un sogno, ma questo è un altro discorso) ad una delle sedute più importanti dal punto di vista urbanistico di questa consiliatura: mai, negli ultimi quattro anni, progetto più invasivo di questo si era affacciato sul territorio del XX Municipio.
il progetto
Perché i numero parlano chiaro: il progetto prevede al km 8,5 di via Flaminia, in via Vitorchiano, la realizzazione di una struttura al cui piano terra la stazione Due Ponti verrebbe “incastonata” in circa 1600 mq di locali ad uso commerciale mentre ai tre piani superiori andrebbero uffici ed al quarto una sala polivalente ed i locali tecnici. Nei due piani interrati troverebbero invece posto i parcheggi, ovviamente riservati. Totale? Circa 14mila mq.
Tutto ciò in cambio di un maquillage alla stazione: una sala d’aspetto ed una biglietteria. E, tanto per gradire, qualche decina di metri di marciapiede su via Flaminia ed un sovrappasso che congiungerebbe il grande complesso edilizio proprio di fronte con la stazione, i negozi, gli uffici.
Il tutto naturalmente ad opera dello stesso costruttore.
Il progetto è giunto in aula Consiglio accompagnato da ben tre bocciature: oltre ai cittadini, anche due commissioni consiliari l’avevano già respinto al mittente. Il che lasciava supporre che il parlamentino locale prendesse quindi atto di ciò e votasse coerentemente. Ed invece non è andata così.
E’ andata che il PdL, o meglio quella parte del PdL presente, ha fatto muro difendendo il progetto, pur chiedendo cinque correttivi che, sostiene la maggioranza, lo migliorerebbero rendendolo meno invasivo e più accettabile.
E’ questo il senso della lunga disanima della vicenda fatta dall’assessore Giuseppe Mocci che, snocciolando numeri, date, delibere e quant’altro ha ripercorso la storia di questo progetto che prende le mosse nel 2003 ma che man mano cambia aspetto e volumi, fino a diventare quello che è: un mostro di cemento per tanti, un’opportunità di sviluppo per il territorio per altri.
le modifiche
Ma per farla diventare un’opportunità è necessario, sostiene Mocci dichiarando di parlare a nome della Giunta, che il Campidoglio recepisca quanto indicato dal Municipio.
E cosa suggerisce il Municipio? Di abbattere l’indice di edificabilità, cioè autorizzare la costruzione per un massimo di 5mila mq anziché gli scarsi 10mila previsti in superficie; di creare un secondo accesso diretto dalla Flaminia ai parcheggi; di inserire la cubatura commerciale di questa struttura nel più ampio prospetto del Piano del Commercio Capitolino; di fare in modo che i circa 3 milioni di euro di oneri concessori vadano tutti a favore del XX Municipio.
E per finire, si chiede che i 600mila euro che il costruttore dovrà versare in cambio delle aree verdi che non realizzerà vengano usati per creare l’accesso alla Riserva dell’Insugherata da Tomba di Nerone e quello all’Inviolatella da via Oriolo Romano.
il dibattito
Tutto ciò poteva forse accontentare chi osteggia il progetto? Certo che no. Da un lato e dall’altro dell’aula il brusio è diventato vociare, gli interventi si sono accavallati, il pubblico ha rumoreggiato più volte fino a far esclamare al presidente Giacomini “basta o chiamo le forze dell’ordine!” Il che, in un’aula dove si esprime il massimo della democrazia, non è parso un dire elegante.
E’ stato Marco Tolli, per il PD, ad aprire il fuoco contro il progetto con un articolato intervento dai contenuti molto tecnici che ne hanno dimostrato l’inconsistenza dal punto di vista dell’interesse pubblico.
“Riqualificare la stazione, un locale di 317 mq pari solo al 2,6% dell’intera struttura, si può dire trattarsi di interesse pubblico? Per di più non è una stazione, ma solo una fermata intermedia della Roma Viterbo di discutibile utilità e che certamente non rappresenta una priorità per il territorio.”
Andrea Antonini, del Gruppo Misto, ne ha fatto invece “una questione ideologica”.
“Premesso – ha dichiarato – che la vera riqualificazione della fermata è in corso di effettuazione, anzi è quasi terminata, reputo assurdo accettare la monetizzazione del mancato verde. L’ambiente non si vende per una manciata di denaro col quale poi si pensa di affrontare altri problemi del territorio, per risolvere i quali basterebbe solo buon senso e buona volontà”.
Alessandro Pica, gruppo SEL, ha contestato invece il fatto che ancora si ipotizzi di costruire vani commerciali in un’epoca in cui i centri commerciali vanno chiudendo uno dopo l’altro.
“Qui vicino abbiamo il centro Euclide semi chiuso, all’Olgiata il centro nato solo due anni è quasi vuoto, quello di via Riano, a Ponte Milvio, è stato un fallimento. E’ ora di cambiare passo, possibile che tutte queste esperienze negative non ci insegnino nulla?”
“Quello che non si può tollerare – ha chiosato Torquati del PD – è l’approccio politico della maggioranza che vuole approvare un accordo che non solo non ha una chiara evidenza pubblica, ma che è dannoso per il nostro territorio.”
il colpo di scena
E mentre passavano le ore e si susseguivano gli interventi pro e contro ecco le coup de théâtre.
Nell’ala del pubblico, il portavoce di un gruppo di residenti di via Flaminia, Riccardo Corsetto, scaricava cinque sacchi cemento sulla balaustra facendone gentile omaggio ai consiglieri della maggioranza quale “anticipo” dei milioni di sacchi che saranno versati in via Vitorchiano.
Applausi da una parte, rimostranze dall’altra, politici offesi, cittadini divertiti. E’ successo di tutto e di più tanto da causare la sospensione della seduta per qualche minuto, quanto è servito alle due agenti della Municipale ad identificare Corsetto ed a portare via quella presenza ingombrante.
tutti al voto
La seduta si è poi trascinata stancamente fino al momento del voto per appello nominale al quale hanno partecipato 17 consiglieri su 25.
Erano infatti cinque gli assenti del PdL (Ariola, Calendino, Lelli, Massimini e Mori), e tre del PD (Paris, Scoppola e Sterpa).
A favore del documento, emendato con le richieste illustrate dall’assessore Mocci, hanno quindi votato gli undici esponenti del PdL presenti e cioè Antoniozzi, Casasanta, Costantini, Derenti, Pasero, Petrelli, Petrucci, Sciarretti, Scipione, Targa ed ovviamente Giacomini.
Il voto contrario è arrivato da Antonini e Pandolfi per il Gruppo Misto, da Pica per SEL e da Cozza, Tolli e Torquati per il PD.
la parola al Campidoglio
La palla ora passa all’assemblea capitolina. Al consiglio comunale spetta infatti il compito, dopo aver valutato le osservazioni dei cittadini ed il voto e le richieste del Municipio, di dire l’ultima parola sulla colata di cemento.
Una parola di una sola sillaba: si o no.
Ma quale che essa sia, la decisione presa oggi dal PdL locale lascerà di certo una cicatrice nella memoria dell’opinione pubblica.
Claudio Cafasso
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“Nessuno ha mai negato (e chi lo fa è uno sciocco soprattutto se del PD), e io per primo, gli errori della precedente Amministrazione”. Questo è quello che ho detto in un precedente intervento, il resto sono chiacchiere, misitificazioni e affani con i quali i “soliti commentatori zelanti” cercano mettere pezze ad una situazione indifendibile, arrivando pefino a dire : “si sta facendo tutto sto casino per una decisione che deve ancora arrivare”. Sfioriamo il ridicolo.
E’ chiaro che l’onestà intellettuale non è patrimonio di questi commentatori che non vogliono confrontarsi, ma proteggere e controbbattere.
Ci siamo sgolati per dire che l’accordo di programma di Via Flminia non è compreso all’interno del piano del commercio, lo stesso piano prodotto dalla maggioranza del Campidoglio, ripudiato oggi e approvato una settimana fa dal XX Municipio (l’unico Municipio, a parte il 2 che non ne era direttamente interessato).
“L’unico approccio uitile per affrontare questa questione è, a mio parere, calarsi in modo imprescindibile nel territorio e valutare in maniera laica il progetto in questione”. Appare evidente che questo approccio non attecchisce in alcuni personaggi ideologizzati e poco onesti intellettualmente, come non ha attecchito nei Consiglieri di maggioranza del XX Municipio che pur di mentenere il punto, hanno approvato il piano del commercio che oggi è stato respinto dal loro Sindaco.
Dire di essersi sbagliati non è deplorevole, anzi molto onesto. Ed quello che mi aspettavo da alcuni dopo aver scoperto che l’accordo non c’entra niente con la concessione del 2003 e dopo aver capito che questo nuovo centro non è compreso nel piano del commercio.
Non è una questione di ostentare una “presunta superiorità culturale (dialettica) e morale”, ma una questione di ripudiare l’ipocrisia sul serio e non solo a parole.
Non c’è il Sindaco da proteggere, ma un quartiere e un’intera zona di Roma da tutelare senza indossare casacche o divise.
Nessuno vi chiede di votare a sinistra la prossima volta vi si chiede solo di essere obiettivi per quello che si può.
Cordiali Saluti
Daniele Torquati
Capogruppo PD Municipio Roma XX
danieletorquati@virgilio.it
http://danieletorquati.blogspot.it/
Io sono contrario a quel centro commerciale.
E mediamente sono contrario a tutti i centri commerciali in genere.
Non mi piacciono , ma non faccio testo.
A me piaceva più il mercato di Ponte Milvio con i banchi , a me piace più andare a Via Sannio che alla Bufalotta. O curiosare tra i banchi il venerdì mattina al Flaminio o quando capita a Porta Portese piuttosto che Zara o H&M (?).
Ma a me , mica agli altri.
Ora dico , questi mica so scemi.
Se fanno un centro commerciale ( regolare o meno , sorvoliamo al momento ) avranno il loro tornaconto.
Riciclaggio a parte , avranno pure fatto di conto con lapis e carta che qualcosa frutterà.
O no ?
E questo vuol dire che aldilà di tutti i lamenti e strazi che ascolto , alla fine un “pubblico” c’è , esiste.
E magari – imprenditorialmente parlando – deve essere “soddisfatto”.
E magari esiste pure tra quelli che oggi protestano e che domani saranno in fila sulla Flaminia per l’ultimo scampolo di capo firmato.
Questo è il mercato, malgrado io sia contrario.
E questa è la democrazia , sarà la Fattoria degli animali.
Sono però contrario anche a tutte queste “belle voci” che si levano ora , mentre erano silenti e mute quando anni orsono venne proposta tutta la faccenda.
O quando venne progettato l’inutile Ponte della Musica o venne progettato ( e fortunatamente rigettato ) il parcheggio del Pincio.
Ma che vi lamentate a comando ?
I dementi citano il trota dimenticando lusi , scherniscono l’imbecille belsito tralasciando penati.
Oddio , adesso pure rutelli e renzi , caramba che sorpresa !
Maddai , sono tutti uguali ed io continuo nel mio intimo ad essere sempre più “nostalgico”.
E rimasero mute pure quando venne attuato l’edilizio sacco di Roma nel non lontano 13 Febbraio 2008.
Leggetevi questa e ce ne è un po’ per tutti.
Destra , sinistra , centro , alto , basso , mezz’ommini , ominicchi e quaraquà :
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/02/veltroni-approvato-piano-regolatore.shtml?uuid=befc2be2-da0a-11dc-864a-00000e251029&DocRulesView=Libero
Ripeto , io sono contrario ma sarebbe stato di conforto anche un lamento per le condizioni in cui versa tutt’ora quell’area , degradata , sporca e squallida.
Poi chi ha voglia ancora di cianciare , faccia prendere pure aria ai denti.
Dal momento che secondo chi si firma come “Nico” non avrei chiarito un bel niente perché nei miei post avrei dato due interpretazioni addirittura diverse, senza però far capire quali siano, mi vedo costretto a mettere in evidenza che mi sono limitato a far conoscere i fatti sempre e soltanto in modo assolutamente oggettivo e non certo in contraddizione tra loro, comunque soprattutto al di sopra ed al di fuori delle parti: debbo rilevare che mi sembra che sia stato caso mai proprio il sig. “Nico” ad “interpretare” ciò che ho scritto secondo come meglio gli torna comodo.
Siccome sempre secondo il sig. “Nico” al Tg3 Lazio avrebbero detto che nella giornata di ieri 16 maggio il Sindaco Alemanno ha accolto la richiesta di bloccare tutti i nuovi centri commerciali, tra cui questo di via Flaminia, che è stato espressamente richiamato soltanto dalla sig.ra Giovanna Marchese Bellaroto (vedi cronaca di Roma de “Il Messaggero” di oggi), ma che non compare invece citato né dal TG3 del Lazio né dai vari media (che fanno piuttosto riferimento sempre e soltanto ai 16 megastore), colgo l’occasione per far presente che il Consiglio del XX Municipio lo scorso 26 aprile ha fatto diventare favorevole (con 13 voti del PDL) il proprio parere sul Piano del Commercio, che aveva sospeso il precedente 5 marzo perché “così com’è concepito, prevede la realizzazione di altri centri commerciali e grandi strutture di vendita a tutto danno del commercio di vicinato”.
Metto in risalto che nella giornata di ieri il Sindaco Alemanno non ha fatto altro che ribadire una posizione che aveva fatto conoscere ai media il 7 maggio scorso, dichiarando testualmente: “Il mio impegno è quello di rivedere il piano del commercio alla luce della nuova legge regionale, per bloccare gli insediamenti di nuovi centri commerciali”.
Metto ancor più in risalto, anche per un opportuno confronto delle posizioni “politiche”, che il successivo 14 maggio – a distanza di appena una settimana dalla dichiarazione di Alemanno – il Presidente Gianni Giamomini e 10 consiglieri del PDL se ne sono altamente infischiati di rispettare la volontà del loro Sindaco, chiedendo addirittura di aumentare i centri commerciali previsti dal Piano del Commercio da loro approvato un mese prima circa, “prescrivendo” di inserirvi anche i 5.130 mc. di quello al km. 8,500 della via Flaminia.
Per quanto riguarda infine la certezza che questo centro commerciale non si farà più, esprimo tutti i miei dubbi sulla base delle seguenti considerazioni, che potrebbero essere portate dal PDL a giustificazione di un ennesimo mancato rispetto della volontà del Sindaco.
Quello attualmente in discussione a livello comunale si chiama “Piano delle medie e grandi strutture di vendita”: il progetto in questione, anche se non previsto dal Piano, riguarda per l’appunto un centro commerciale con carico urbanistico medio.
Lo scorso 3 maggio l’Assessore alle Attività Produttive on. Davide Bordoni ha dichiarato che il Piano “risponde alle disposizioni di legge ma ciò non significa che abbiamo dimenticato i negozi di vicinato, la cui promozione è stata infatti inserita nell’apposito capitolo dei centri commerciali naturali”.
Secondo la sua relazione tecnica illustrativa il progetto prevede non solo una “superficie commerciale al piano terreno (medie strutture di vendita con superficie inferiore ai 2.500 mq)”, ma anche “negozi di vicinato (superficie inferiore ai 250 mq)”, di cui sarebbe assicurato il commercio, per cui si potrebbero addirittura inventare gli estremi per inserire questo progetto fra i “centri commerciali naturali”.
A questo punto aspetto di vedere se fra tutti i nuovi centri commerciali che ieri il Sindaco Alemanno ha detto di voler bloccare ci sarà anche questo al km. 8,500 della via Flaminia, a maggior ragione perché nemmeno previsto dal Piano del Commercio.
Visto che c’è qualcuno che si permette di affermare che quello che dico è tutto falso e che quindi sono una bugiarda, ora dovrà chiedermi PUBBLICAMENTE scusa.
punto primo: egregio signor Nico lei alle ore 8.04 ha scritto “Poco fa al Tg3 Lazio hanno detto che Alemanno ha accolto la richiesta di bloccare tutti i nuovi centri commerciali, tra cui questo di via Flaminia”. tg3 lazio , legga bene.
Io alle ore 13.29 le ho messo quindi il link del tg3 lazio andato in onda durante la mattina: come avrei potuto alle 13.29 farle vedere quello delle 14.00 ??
Anche i bambini sanno che i siti dei tg si aggiornano man mano che escono le nuove edizioni quindi se lei ha cliccato su quel link dopo le 14 è ovvio che ha visto quello delle 14, se ci cliccava prima avrebbe visto quello del mattino a cui mi riferivo io, se ci clicca adesso vede quello delle 19.30
Sono io la bugiarda ?
punto secondo: lei alle ore 8.04 ha scritto “Poco fa al Tg3 Lazio hanno detto che Alemanno ha accolto la richiesta di bloccare tutti i nuovi centri commerciali,tra cui questo di via Flaminia”.
Però adesso dice che non era tg3 ma buongiorno regione e tanto gentilmente ci fornisce anche il link. Bene, me lo sono risentito tutto: la parola via flaminia non esiste.
Sono io la bugiarda ?
attendo che mi faccia PUBBLICAMENTE le sue scuse
@ Sig.ra Daniela, come già detto, io posso sbagliare , ma io ho cliccato stasera alle 21,20 poco prima di scrivere, e non ho visto l’edizione delle 19,30 che dice lei, ma quella delle 14, lei dice che stamattina era replicata l’edizione di ieri sera, e si sbaglia di grosso perchè l’edizione mattutina di Buongiorno Regione va in diretta non in replica, ma forse non è mattutina come il sottoscritto che lo segue tutte le mattine, ahh sappia che Buongiorno regione è fatta dal Tg3 Lazio, sicchè per che cosa dovrei scusarmi… si informi meglio, senza alcuna volontà di offenderla da parte mia… saluti e buon riposo…
Andiamo ad analizzare questo articolo del Sole 24 Ore…
“sottolinea il presidente della Federazione di Roma di An, Gianni Alemanno, che annuncia anche l’impugnazione al Tar della delibera di ratifica del nuovo Prg”
Alemanno ha avuto molto successo con questa iniziativa.
Un successone… http://lazio.inu.it/2010/07/14/772/
Ancora dall’articolo: “Anche Domenico Bonifaci (proprietario dell’area di Via Flaminia in questione), per esempio, costruttore romano ed editore del «Tempo», ha attaccato il nuovo Prg di Veltroni colpendo il suo vero punto debole: la tutela delle aree verdi che esclude la perequazione urbanistica e punta invece tutto sull’esproprio”
Meno male che c’era chi diceva che l’autorizzazione del 2003 era stata concessa dall’allora Sindaco Veltroni.
Grazie dell’articolo e grazie della conferma: quello che non ha approvato allora Veltroni, perchè non si potevano concedere, giustamente dico io, varianti in fretta e furia prima delle elezioni (sempre dall’articolo: Roberto Morassut: «Con le dimissioni del sindaco si entrerà in una fase ordinaria del consiglio comunale: è giusto ritenere che le varianti vengano consegnate a chi, nella pienezza dei suoi poteri, potrà valutarle»), lo sta attuando proprio prima delle elezioni, per fare cassa, il Sindaco che molti di voi si stanno affaticando a proteggere.
L’articolo, dal quale si evince in maniera evidente che poi Veltroni non era poi così amico dei costruttori (nonostante abbia commesso degli sbagli), è un pezzo di storia come sono un pezzo di storia le dichiarazioni di Caltagirone sempre di quell’anno dove preannunciava un rischio di nascita di favelas a Roma, aggiungendo: “L’economia romana negli ultimi cinque anni si è sfaldata. Paga una carenza significativa in termini di infrastrutture, a causa dell’assoluta priorità che si è data a qualsiasi altra cosa che non fosse la modernizzazione della città. Ci vuole un’inversione di tendenza, anche attraverso una amministrazione AMICA, che non consideri un’azienda sana, che vuole fare profitto, come un soggetto da punire”.
Questo un articolo de “il Giornale”
http://www.ilgiornale.it/interni/caltagirone_demolisce_veltroni_con_lui_roma_rischio_favelas/08-10-2008/articolo-id=296395-page=0-comments=1
Io ringrazio per questo articolo, altro che centro, sinistra, destra…
In questo articolo come nelle dichiarazioni di Caltagirone ci sono molte spiegazioni della sconfitta (per alcuni aspetti meritata) del centrosinistra e anche molte delucidazioni per il progetto di cui stiamo parlando in questi giorni.
Veramente grazie.
Cordiali Saluti
Daniele Torquati
Capogruppo PD Municipio Roma XX
danieletorquati@virgilio.it
http://danieletorquati.blogspot.it/
Chi parla del passato non vuole parlare del presente. Torquati non è Veltroni, Alemanno è sempre Alemanno (e io l’ho pure votato) ma ora è sindaco di Roma e la volontà dei cittadini va espressa CHIARAMENTE a lui. Spero possano essere utili tutti, indipendentemente dal colore politico. Basta polemiche in tal senso, c’è bisogno di impegno, ora.
Consigliere Torquati, fermo restando che il sottoscritto è contrario come lei alla realizzazione di questo centro commerciali e di tutte lre sue infrastrutture, leggendo i suoi due ultimi post mi sembra che siano scritti da due persone diverse : la prima ammette errori fatti e se ne assume le responsabilità, la seconda dice di riportare un articolo fantomatico del Sole 24 ore dove scarica tale responsabilità ; a supporto di ciò riporta le dichiarazioni di un imprenditore romano , ma quanto dice quest’ultimo può essere interpretato come un’accusa al sindaco pro tempore che l’avrebbe potuto danneggiare in favore di suoi concorrenti : se dice di auspicarsi un’amministrazione amica, forse vuol significare che quell’amministrazione è stata amica di qualcun’altro… Quindi cosa sta dicendo di nuovo ??? Ripeto, io sono contrario al megastore , quindi non perda tempo con me che non rappresento nessuno se non me stesso, pensi a darsi da fare, altrimenti qualcuno/a inizierà a dire anche a lei che fa solo caciara….
è incredibile sono allibita !! prima mi offende, mi da della bugiarda, gli dimostro che non è vero fatti alla mano, FATTI INDISCUTIBILI e comprensibili a chiunque e invece il signor Nico fa finta di non capire attorciglia quattro parole senza alcun senso e dice che non deve chiedermi scusa. Bravissimo, un vero gentiluomo. Se questo è il modo di partecipare ai dibattiti qui io non vi partecipo più anzi credo proprio che smetterò di frequentare e leggere questo blog perchè sono veramente indignata !!
@daniela
non se la prenda più di tanto, chi legge ha capito come stanno le cose e chi è in torto. Non abbandoni il blog, perchè farebbe il gioco dei soliti guastatori che con la scusa del dibattito democratico si divertono a fare polemiche inutili, infruttuose e anestetizzanti; semmai facciamo in modo che siano questi ultimi a lasciarci vivere in pace. Cordialmente
@daniele torquati
caro capogruppo PD, nessuna nuova sui lavori fermi attulamente in via due ponti?
Lei che può , almeno lei, si sottragga all’assoluto silenzio della nostra giunta in merito alla questione che, a parte la recente propaganda, non ha profferito parola sui recenti accadimenti e sul perpetrarsi scandaloso del fermo dei lavori.
Grazie
Egregia signora Daniela, lei si è ritenuta offesa, senza correggere l’errore che ha fatto nel riportare un link, io non ho fatto altro che farle notare l’errore, il termine bugiardo l’ha detto lei, io non mi sono permesso perchè rispetto chiunque.. a prescindere dal pensiero e dal colore politico di chiunque… Quindi il vittimismo o dire che altri non siano in grado di sostenere un rispettoso dibattito da parte sua o di altri, fa capire che non si è in grado di parlare civilmente, senza offesa, perchè dare epitteti agli altri, tipo caciaroni, guastatori,lecchini,ecc. , fa capire che si parte dal presupposto di essere mentalmente superiori agli altri, viene spontaneo dire, ma non a lei, per carità… ahò, ma che te crede da esse???
Ognuno può esprimere il proprio pensiero e non essere d’accordo con gli altri, ma non per questo deve essere etichettato, e chi fa questo, denota un comportamento incivile. Cordiali saluti.
Torquati , se Lei vuole posso farle da Ufficio Stampa onde evitarle di arrampicarsi sugli specchi e trovarle articoli e motivazioni con cui supportare le sue argomentazioni.
Dietro congruo compenso s’intende.
Ho l’impressione però che lei abbia notato solo il dito e non la luna.
L’articolo dovrebbe solo far riflettere a tutti i “partigiani” ( inteso nel senso letterale della parola ) che ora blaterano sulle attuali responsabilità.
Dimenticando che molte cose vengono da lontano e le colpe debbono ( non dovrebbero ) essere equamente divise.
Tutti ma proprio tutti , dai vari Carraro , Giubilo , Darida , Argan ,Vetere ,Petroselli , Veltroni , Rutelli eccetera ed ora Alemanno , hanno dovuto pagare dazio ai palazzinari romani.
Ai palazzinari bianchi , rossi e quelli solamente voraci.
Non è che se Caltagirone pensava di fare tombola per i suoi appalti scambiandoli con i voti udc e non ci è riuscito , è meno “colpevole per questo. Tantomeno Veltroni che ci ha provato e non ci è completamente riuscito.
Magari a Torino fanno i conti con la Fiat , a Milano con la finanza , a Genova con i portuali , nel Veneto con le strutture pmi , a Napoli e magari Palermo chissà.
Noi a Roma , con i palazzinari.
Se vale ricordare ad un esponente del centro-destra(?) che oggi fa opposizione, il fatto che fino a qualche mese fa governava, vale pure ricordare che molti di questi scempi derivano da quasi 20anni di sindaci del centro-sinistra , o no ? O questo non vale ?
Se per Berlusconi e Bossi vale il ” non potevano non sapere”, perchè per Rutelli e Bersani non vale ? Ecchè sono degli ignavi babbei ai quali la si può fare impunemente sotto il naso ? Se così fosse sarebbero maggiormente incapaci di governare. Andassero veramente a smacchiare i leopardi e pure le giraffe così stanno lontani più a lungo.
Tutto qui , Torquati.
Molto semplice.
La colpa è di tutti e questo non significa assolutamente che poi diventa di nessuno.
E’ proprio di tutti , noi compresi che abbiamo votato i vari Darida , Argan , Carraro , Veltroni , Rutelli e magari pure Alemanno. Senza pretentere e subendo i soliti giri e le solite pastoie.
In realtà è tutto uno schifo e per difendere a tutti i costi uno schifo , si rischia di sporcarsi.
Sono comunque felice di esserle stato di aiuto , mi chiami se ha bisogno.
Credo che sia diventata una questione di “risparmio energetico”, nel senso che a leggere il cosiddetto dibattito si coglie un incredibile dispendio di energie in polemiche che nulla hanno a che fare con il punto nodale della questione.
Punto che, lo dico sommessamente per non essere poi tacciato di parlare “dall’alto della mia cultura”, mi sembra essere un altro, quello dell’ulteriore saccheggio del territorio con la contestuale perdita di verde, di paesaggio, di identità, di qualità della vita, cioè del danno non quantificabile per tutti noi indistintamente.
Parlare di queste cose, sostenendo che prima di tutto significa trattare la questione nella sua valenza culturale, imprescindibile, non immaginavo significasse fare un discorso “di parte” o addirittura “di sinistra”.
Credevo che la tutela della qualità della vita non fosse appannaggio esclusivo di “una parte”, viceversa valore universale.
Credevo che parlare contro la pervicace prepotenza dei “padroni costruttori” e l’altrettanto pervicace connivenza di coloro chiamati ad amministrare la cosa pubblica significasse non fare sconti a nessuno, né appartenente a partiti di sinistra, né a partiti di destra, né a partiti di centro.
La storia di Roma dal 1860 la conosciamo tutti, purtroppo.
E, quindi, abbiamo imparato come siano stati endemici certi comportamenti.
Credevo che dichiarare, liberamente e onestamente, quale sia la collocazione ideologica del proprio pensare (pensiero libero), non comportasse automaticamente l’etichettatura partitica che, ritengo, è assolutamente un’altra cosa.
Sicuramente non significa riconoscersi in quello o in quell’altro coro.
Preferisco stonare da solo.
Ma, mi accorgo, mi sto facendo tirare per la barba anche io nell’inutile dispersione di energia.
Riprendiamo il punto centrale e apriamo il dibattito, TUTTI, su quali iniziative possiamo ancora prendere insieme, come cittadini, per impedire la realizzazione dello scempio edilizio in via Vitorchiano (e dovunque sia presente la minaccia).
Non credo che la battaglia sia definitivamente persa, se lo vogliamo.
Aragorn, la leggo spesso e quasi mai condivido quello che dice, perchè molte volte si lascia andare, e tra l’essere criptico e la tentazione di proteggere qualcosa e qualcuno alla fine supporta le tesi con le quali i “commentatori zelanti”, come li definisco io, giustificano l’ingiustificabile.
Questa volta, invece, credo che abbia fatto un intervento lucido, chiaro, ma soprattutto molto onesto (senza ironia), questo lo apprezzo molto.
Penso che su questo tema non si possa partire dai Gracchi, ma nello stesso tempo credo che lei abbia centrato il problema; ecco perchè i tentativi di buttarla in caciara, richiamando sul tema di questo accordo di programma un passato che non c’entra niente, non credo sia produttivo per l’obiettivo che tutti dobbiamo raggiungere.
Come ho detto più volte, in questa vicenda, a mio parere, ci si deve solo sentire amministratori e cittadini del territorio e proteggerlo per quello che si può e come si può.
In virtù di quanto detto, per scongiurare colpi di coda, ieri noi del PD abbiamo scritto a tutti: ai nostri Consiglieri comunali, al segretario e al responsabile dell’urbanistica del PD romano.
Questo per dire che noi dalla parte nostra ci vogliamo assicurare che ci sia su questa vicenda l’unanimità d’intenti e di obiettivi.
Quello che però non si può negare è il voto del XX Municipio, che questo ragionamento non lo ha fatto e come al solito in maniera incivile e irresponsabile ha dato ancora una volta prova di incapacità, superficialità e prepotenza.
Quel voto favorevole condizionato non serve a niente, è addirittura dannoso come lo è stato quello sul piano del commercio, ma mentre per piano il Sindaco è tornato indietro e il PDL del XX ha fatto semplicemente una brutta figura, in questo caso invece il Comune di Roma guarderà il parere favorevole e andrà avanti.
In generale credo che governare Roma sia difficile e oltre ai problemi legati alla malavita organizzata, il problema urbanistico rimane il tema più difficile da trattare, serve una politica autorevole e libera. L’esperienza del “secondo Rutelli” e del “primo Veltroni” è stata, a mio parere, positiva, le altre no compresa quest’ultima di Alemanno. Sul XX Municipio stendiamo un velo pietoso: con l’avvento dei Municipi, la fine delle circoscrizioni, (dopo Clarke Presidente per intenderci) il nulla, l’incapacità e la prosopopea l’hanno fatta da padrone.
Per l’ufficio stampa la ringrazio, ma credo che ci vorrà tempo per averlo, forse non lo avrò mai, ma nel caso mi servisse terrò in considerazione la sua proposta.
@Pablet, su Via Due Ponti stiamo facendo di tutto. Quello che possiamo fare noi dell’opposizione è essere vigili e fare in modo che quello che è successo con l’inizio del cantiere e con il successivo blocco non capiti più, ma soprattutto che i lavori finiscano nei tempi previsti.
Daniele Torquati
Capogruppo PD Municipio Roma XX
danieletorquati@virgilio.it
http://danieletorquati.blogspot.it/
Esatto. La domanda è: quali sono le iniziative possibili in tal senso? Ricordo a tutti l’urgenza e la portata della questione.
Scorrendo questo blog ho trovato 2 articoli di S.Giudice; uno è del marzo del 2011 dove si parla di abusivismo edilizio con il XX Municipio in testa (anche la sede del XX sembra sia abusiva); l’altro del 2010 dove si parla di un parcheggio interrato (117 posti) in Via Cortina d’Ampezzo all’interno di una riserva naturale.
Volete sapere quanti commenti hanno questi 2 articoli: 7 (sette!).
Tenuto conto che i lavori del parcheggio sono ancora in corso mi viene da pensare….questa si che è coerenza.
Il mio solito ragionamento sconnesso :
Si dice che i vari “compro oro cash” o locali di slot machine servano a ripulire soldi.
Così come si dice che gran parte dei centri commerciali siano costruiti anche per ripulire e riciclare soldi.
Considerato il momento economico ed il loro proliferare quasi quasi ci credo.
Il comparto edile in particolare non è certo stato immune da simili fenomeni.
( Non so come facciano ad esempio certi megacentri a Ponte Milvio a stare in piedi con i costi-ricavi )
Come lo immagino io , il sospetto dovrebbe insinuarsi anche nelle autorità.
Io costruisco magari con i miei soldi ma -magari – già so a chi affittare gli spazi.
Ad oscuri e privati gestori che sfruttano magari un franchising conosciuto.
In questi casi anche una perdita è comunque un profitto , perchè pulito.
Sappiamo chi eventualmente entrerà in quegli spazi ? Da dove vengono i soldi ?
So che potrebbe sembrare sconnesso come ragionamento e magari lo è pure ma , ma in questi giorni in cui si ricorda il 20nnale della scomparsa ( anzi assassinio , chiamiamolo con il termine esatto ) di Falcone , Borsellino ed agenti di scorta, in questo giorno dove a Brindisi esplode un ordigno che uccide una ragazzina ed in più esplode davanti ad una scuola dedicata a Falcone e Morvillo, beh , lo stomaco mi si rattrappisce ed i dubbi anche i più terribili salgono alla mente.
Ma questi sanno con chi vanno a braccetto ? Sanno a chi stanno dando le chiavi della nostra città , della nostra economia , della nostra vita insomma.
Sono certo lontani i tempi nei quali un partito ha votato seppur simbolicamente Borsellino, oggi ci tocca un parlamento bipartsan diviso tra inquisiti, mascalzoni , ladri , truffatori , mafiosi , camorristi , cocainomani, affaristi.
Più dello schifo è la tristezza.
Basti pensare che il beneficiario del cosiddetto “accordo di programma” che autorizzerebbe (in deroga e barba ad ogni norma e prescrizione) lo scempio di Via Vitorchiano è un soggetto a cui nel XX Municipio è stato permesso di tutto, e di più: è un soggetto il cui gruppo è il “padrone di casa” del XX Municipio, il quale è in debito col XX Municipio di una sede che non ha mai realizzato (e che mai realizzerà) ma che riscuote dal XX Municipio un affitto milionario.
Ma di che stiamo parlando?
Come sostiene il cons. Torquati, il PD del XX Municipio ha fatto la sua parte scrivendo al suo segretario ed al suo responsabile dell’urbanistica a Roma e soprattutto ai suoi 14 Consiglieri comunali, che da soli rimangono però una minoranza in seno al Consiglio Comunale: ai cittadini che non si limitano solo a votare ad ogni scadenza elettorale, ma fanno opera costante di “democrazia partecipata” spetta di attivarsi per far sì che a bocciare il progetto del centro commerciale sia la maggioranza dell’Assemblea Capitolina.
Occorre quindi mettere in atto quelle possibili iniziative che Matteo Africano chiede di definire e che consistono nel prendere contatto indistintamente quanto meno con tutti i capigruppo comunali per ricordare ad ognuno non solo i vizi di legittimità rilevati nel progeto, ma anche e soprattutto la volontà espressa dal Sindaco di bloccare tutti i nuovi centri commerciali previsti dal “Piano delle medie e grandi strutture di vendita”, per cui se non altro la maggioranza che lo appoggia dovrebbe per coerenza votare anche contro questo al km. 8,500 della via Flaminia, a maggior ragione perché nemmeno previsto dal Piano del Commercio.
In termini sempre di “democrazia partecipata” colgo l’occasione per prendere spunto dalla risposta data dal cons. Torquati a Pabelt sui lavori in corso in via dei Due Ponti che a giugno dovrebbero interessare il tratto tra via Signa e via Sinisi, consentendo di fatto un utilizzo parziale della strada di fondovalle, per far presente che come alternativa secondo il Presidente Giacomini ci sarebbe una 2° valvola di sfogo per la circolazione, asfaltando il tratto di strada (cosiddetta delle “ferratella” per la presenza di una sorgente di acqua ferruginosa) che cammina parallela al fosso del Fontaniletto e congiunge via di Grottarossa con via Veientana al di sotto del viadotto del GRA e di lì via della Giustiniana.
Al mensile “Il Periodico” di maggio il Presidente ha dichiarato che “l’idea è quella di asfaltare tutto il tratto che congiunge le due zone e di bonificare dai rifiuti l’area” che ricade interamente dentro il parco di Veio: Giacomini ha fatto sapere che “l’iter è iniziato” e che “stiamo solamente aspettando i nulla osta regionali”.
Per il sig. Giacomini è questa un’idea fissa che si è messo in testa fin dalla fine del 2010, visto che a quell’epoca è stata anticipata nel numero 111 del settimanale “Zona Cassia” di venerdì 10 dicembre 2010: ma l’idea risale addirittura a ben 12 anni fa quando questo tracciato é stato proposto fra le osservazioni presentate al nuovo P.R.G. adottato ad ottobre del 2000 dall’allora Consiglio della XX° Circoscrizione (sempre a maggioranza di centro-destra) con deliberazione n. 90 del 6.12.2000.
Nella sua più totale inesperienza in materia ambientale, il Presidente Giacomini ignora che ci vuole il rilascio del “nulla osta” da parte dell’Ente Parco di Veio, nonchè del “benestare” non solo dell’Assessorato all’Ambiente e di quello all’Urbanistica della Regione Lazio, ma anche dei “pareri” vincolanti delle Soprintendenze competenti per territorio, i quali tutti non potranno comunque dire di “sì” ad un progetto di trasformazione del territorio assolutamente vietato da tutta la normativa vigente in materia che prescrive la tutela integrale dell’intera valle della Crescenza.
II progetto di asfaltare questo sentiero non è consentito come nuovo tracciato stradale o nuova infrastruttura viaria che dir si voglia: non è consentito nemmeno se si considera il sentiero attualmente esistente come “strada” già realizzata su cui realizzare un intervento di normale manutenzione ordinaria o straordinaria, dal momento che c’è l’obbligo di conservare la natura dell’attuale manto stradale prescritta dal PTP n. 15/7.
La tutela del Parco di Veio non può essere assicurata urbanizzando uno dei suoi fondovalle che rappresenta una bellezza panoramica fra le più importanti dell’area naturale protetta.
È oltretutto inaccettabile che si faccia passare quest’opera come 2° valvola di sfogo per la circolazione che verrà interrotta su via dei Due Ponti, in modo del tutto contradditorio (per non dire paradossale) perché sulla già fin troppo intasata via della Crescenza e quindi anche su via dei Due Ponti si verrebbe a scaricare l’ulteriore flusso di traffico di tutti i cittadini che abitano all’altezza del Km. 8 di via della Giustiniana che si riversa attualmente sulla Cassia o sulla Cassia Bis e che può invece essere coniugato armonicamente con il diritto alla fruizione del Parco di Veio da parte di tutti trovando una vera soluzione alternativa di ben minore impatto ambientale, peraltro da me proposta fin da quando sono stato membro del 1° Consiglio Direttivo dell’Ente Parco di Veio (1998-2004): basta congiungere via della Giustiniana con via di Quarto Annunziata, per scaricare i flussi di traffico direttamente sul G.R.A. e sulla Cassia-Veientana, collegando entrambi a via di Grottarossa mediante una bretella di collegamento che passi a fianco del complesso ospedaliero S. Andrea sull’area degli eredi Cartoni (progetto attualmente in programma, già finanziato dalla Regione).
Come ingegnere ed urbanista non posso non far presente, in risposta ai puntuali e più che legittimi dubbi di Rodolfo Bosi, che l’urbanizzazione dei paesaggi del Parco di Veio rischia purtroppo, di diventare inevitabile in un futuro non troppo remoto allorché il consiglio comunale voti favorevolmente al peregrino accordo di programma che prevede la realizzazione dell’imponente edificio che chiuderà definitivamente su due lati la sede stradale della confluenza Flaminia-Tor di Quinto, attualmente lo snodo primario più importante del quadrante Nord-Ovest della città. In tal caso non vi potranno essere più adeguamenti (già ora necessari) dell’asse viario: non sarà possibile la realizzazione di una corsia aggiuntiva, né di un eventuale percorso in sotterraneo, né sotto la sede viaria attuale (per via delle fondamenta degli edifici di Bonifaci presenti e eventuali), né lungo un tracciato parallelo (come nel caso della recente nuova tangenziale) poiché la presenza del Tevere a est e dei rilievi di Grottarossa a ovest lo renderebbero impossibile.
Pare ovvio che l’unica possibilità sia creare una viabilità alternativa (ma solo inizialmente di livello locale, ma ben presto necessariamente principale) ad ovest nel Parco di Veio, che confluisca dal Raccordo su via Due Ponti e infine su Corso Francia, individuando uno o più “corridoi” adatti allo scopo.
Spiace fare queste previsioni, ma sono più che realistiche. In occasione del voto del consiglio municipale ho esposto il problema attraverso i risultati di uno studio previsionale sui flussi di traffico, e lo scenario che si profila è simile a quello che si avrebbe ponendo al km 8,5 della Via Flaminia un “Gran Teatro” aperto almeno 18 h al giorno.
Spero di aver chiarito gli aspetti trasportistici della questione, forse da qualcuno totalmente ignorati, e come questi influiranno in modo consistente sull’aspetto e sulla vita di un’area di Roma tanto vasta quanto strategica sotto molti punti di vista.
Debbo far preliminarmente presente all’ing. Matteo Africano che una malaugurata realizzazione del centro commerciale al km. 8,500 della via Flaminia Nuova non costituirebbe “l’urbanizzazione dei paesaggi del Parco di Veio”, perché il progetto non ricade all’interno di quest’area naturale protetta.
Per quanto riguarda gli “adeguamenti” dell’asse viario, che il sig. Africano da ingegnere qual’è ritiene già necessari, mi permetto di fargli osservare che la costruzione di sempre nuove strade o l’allargamento di quelle esistenti (vedi anche 3° corsia del G.R.A. in diversi momenti della giornata già al collasso) in nome della crescita all’infinito senza freni del traffico automobilistico sono diventate un cane che si morde la coda: come aveva già pronosticato Camillo Cederna, di questo passo l’Italia intera verrà ricoperta prima o poi dal cemento e dall’asfalto.
Ricordo all’ing. Africano lo studio credo fatto negli Stati Uniti secondo il quale ogni strada ha una sua “carring capacity”, vale a dire una capacità di scorrimento che non andrebbe mai superata, perché oltre di essa si arriva al collasso da traffico o alla necessità di costruire sempre nuove strade: per ovviare a questo evitando la crescita all’infinito di nuove strade, occorre un “adeguamento” non certo dell’asse viario della via Flaminia Nuova, ma del suo trasporto pubblico, specie su rotaia (nel nostro caso quanto meno della ferrovia da piazzale Flaminio a Prima Porta), che se opportunamente potenziato spingerebbe i romani a lasciare la propria macchina sotto casa o al più vicino parcheggio di scambio (ad es. di Montebello o di Saxa Rubra).
Tenendo conto di quanto sopra rilevato, mi appaiono non solo fuor di luogo, ma del tutto sconclusionati i risultati dello “studio previsionale sui flussi di traffico” che ha fatto l’ing. Africano e che l’hanno portato ad immaginare come scenario simile alla Flaminia la necessità di una “viabilità alternativa” per giunta “principale” “ad ovest nel Parco di Veio, che confluisca dal Raccordo su via Due Ponti e infine su Corso Francia, individuando uno o più ‘corridoi’ adatti allo scopo”.
Metto in risalto all’ing. Africano che in qualità di membro del 1° Consiglio Direttivo del Parco di Veio, per assicurare un opportuno collegamento viario con l’Ospedale S. Andrea che ospita anche una facoltà di Medicina, ho contribuito nel 2000 a far approvare e poi realizzare la bretella di collegamento tra via di Quarto Peperino e la via Flaminia e di lì al parcheggio di scambio di Saxa Rubra.
Prima ancora della istituzione del Parco di Veio, nel 1994 ho redatto e presentato assieme al Comitato di Quartiere della Tomba di Nerone il progetto della cosiddetta “strada di fondovalle” che aveva ed ha tuttora la finalità di drenare, se non di annullare, i flussi di traffico che attualmente si riversano su via di Grottarossa e tramite via della Crescenza su via dei Due Ponti: non posso non rilevare a tal riguardo che la chiusura temporanea del traffico su via dei Due Ponti in direzione Cassia ha praticamente quasi cancellato le file di auto che prima si creavano invece all’incrocio tra via della Crescenza, via Oriolo Romano e via dei Due Ponti, a conferma che questo tratto di strada abbia quasi raggiunto di nuovo la sua “carring capacity”.
Ipotizzare ora, come fa l’ing. Africano, un “corridoio” stradale di nuova costruzione che dal GRA confluisca su via dei Due Ponti sembra una pura follia (almeno al sottoscritto che ha dedicato 10 anni della sua vita a battersi per far istituire il Parco di Veio), non solo e non tanto perché non si tiene in nessun conto l’art. 9 della nostra Costituzione che obbliga lo Stato alla tutela del paesaggio e si verrebbero a violare i vincoli di tutela integrale imposti proprio a difesa di quest’area naturale protetta, ma soprattutto perché come “aspetto trasportistico” non si regge da nessuna parte lo si voglia considerare.
Non regge a maggior ragione perché la ipotizzata “viabilità alternativa” esiste già quasi del tutto o esisterà a breve per quanto riguarda il collegamento tra il G.R.A. e via di Grottarossa all’altezza dello svincolo per l’Ospedale S. Andrea sul quale sarà possibile riversare direttamente i flussi di traffico provenienti da via della Giustiniana, senza andare ad appesantire quelli che dalla Cassia (ma anche dalla Flaminia) si riversano attualmente su via di Grottarossa e via della Crescenza e da lì su via dei Due Ponti in direzione via Flaminia Nuova e quindi Corso di Francia oppure in direzione viale di Tor di Quinto, oppure su via Oriolo Romano e da lì su via Cassia Nuova in direzione Corso di Francia o su via Cassia Vecchia in direzione Ponte Milvio.
L’ing. Africano dovrebbe farmi ad ogni modo la cortesia di specificare dove ipotizza di far passare il nuovo “corridoio” che dal GRA deve secondo lui confluire su via di Grottarossa.
Alt. Probabilmente non sono stato in grado di spiegarmi in modo del tutto soddisfacente. Provo a chiarire qualche punto.
Innanzitutto considero ogni ipotesi di sfruttamento del territorio facente parte del Parco di Veio per opere di urbanizzazione e nello specifico di realizzazione di una rete viaria una vera scelleratezza.
Non ho d’altro canto affermato che l’altrettanto scellerata ipotesi di costruzione del cosiddetto centro commerciale da parte di Bonifaci al km 8.5 della via Flaminia sia direttamente legato ad un consequenziale intervento di trasformazione viaria all’interno del Parco di Veio.
Non ho infine neanche “auspicato” la realizzazione di un corridoio viario suppletivo della via Flaminia.
Ciò che ho fatto è estremamente più semplice: ho confrontato la capacità veicolare attuale del tratto di via Flaminia, calcolata (come correttamente ipotizzava l’arch. Bosi) attraverso il metodo AASHTO, con il flusso veicolare totale previsto sulla via Flaminia (calcolato sommando il flusso attualmente rilevato -su base mensile- aumentato di una quota di veicoli facilmente desumibile a partire dalle caratteristiche della struttura che si ipotizza da realizzare a seguito della costruzione del suddetto centro commerciale in quel punto). Il risultato è che il flusso veicolare orario futuro (post realizzazione del C.C.) supererà la capacità massima oraria della Flaminia per quasi 10 ore giornaliere, contro le 6 attuali.
In parole povere se oggi, in media, la via Flaminia e viale di Tor di Quinto risultano congestionate quotidianamente per poco meno di 6 ore nell’arco di ogni giornata, a seguito della realizzazione di una maxistruttura di forte richiamo come quella che Bonifaci vuole costruire le due arterie risulteranno congestionate mediamente anche fino a 10 ore ogni giorno.
Tale disastro trasportistico, per via della variegata tipologia di traffico presente (traffico fi tutti i tipi: pendolare a breve e lungo raggio, di trasferimento interquartiere, interzonale e locale) e a causa della straordinarietà delle condizioni che si creerebbero (la nascita di un nodo di arrivo/partenza, il centro commerciale, in un punto della rete viaria dove confluiscono due assi stradali con diverse criticità) non troverebbe apprrzzabile giovamento neanche da un potenziamento del trasporto pubblico. Chi proviene e torna ogni giorno da località della provincia non servite dalla rete pubblica su ferro continuerà a farlo.
La mia analisi finisce qui, tutto il resto sono scenari del tutto ipotetici che non è possibile prevedere con precisione, ma che vista la superficialità e la mancanza di un approccio tecnico da parte della nostra amministrazione pubblica, non mi sorprenderei se venissero fatte irresponsabili proposte come quelle nei post precedenti paventate.
Quanto mi premeva non era dimostrare la necessità di creare una viabilità alternativa nel Parco di Veio, cosa che da tecnico giudico un’ipotesi aberrante, quanto mettere in guardia dalle conseguenze serissime sull’intero “sistema-città” che la costruzione del centro commerciale al km 8.5 della Flaminia sicuramente comporterebbe.
infatti di fronte ai famosi palazzi galleggianti quindi anche un centro commerciale galleggiante uffici galleggianti stazione galleggiante