AMUSE – Amici Municipio Secondo – è un’associazione no-profit di cittadini costituitasi nel II Municipio nell’aprile 2010. Allo scopo di “migliorare la qualità della vita attraverso la partecipazione e il senso civico”, da circa due anni l’associazione si occupa di sensibilizzare i cittadini dei quartieri Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario e Trieste sulle problematiche del territorio, raccoglie le segnalazioni degli stessi residenti e dialoga con l’amministrazione allo scopo di trovare, caso per caso, delle soluzioni.
A Pietro Rossi Marcelli, vicepresidente di AMUSE, chiediamo: come è nata l’associazione, e come funziona? . “Un paio di anni fa ci siamo trovati, con una decina di amici, a parlar male della città, della sporcizia delle strade, delle buche, dei cattivi servizi… poi il discorso è diventato costruttivo. C’erano un po’ di ingegneri, qualche avvocato, un medico, un commercialista… eravamo un gruppo variegato, ecco. E ci siamo detti: ‘perché non proviamo a fare qualcosa?’ E da quella serata tra amici è nata AMUSE.
Ci siamo resi conto abbastanza presto di essere abbastanza singolari in un contesto in cui esistono decine di associazioni e comitati: l’associazione non è sorta per occuparsi di un singolo problema o situazione. Vogliamo migliorare il territorio, e abbiamo quindi creato un’organizzazione che possa dare forza al singolo cittadino che vuole in prima persona occuparsi di questa o quella problematica – che si tratti della piazza sotto casa invasa da auto abbandonate, di un’area verde trascurata o altro. Le ultime quattro socie che si sono iscritte, ad esempio, sono delle signore che vogliono evitare la cementificazione dell’aiuola spartitraffico di Via Mercalli; si sono iscritte per rendere la loro battaglia una battaglia comune.”
“Il consiglio direttivo si riunisce ogni due settimane, anche se ci incontriamo informalmente ogni settimana – aggiunge Sergio Spinella, consigliere dell’associazione, aggiunge – se un cittadino vuole attivarsi per risolvere un problema o lanciare un’iniziativa impegnandosi in prima persona può contattarci. Una volta che il consiglio direttivo avrà approvato il progetto o iniziativa, potremo dare ai cittadini il nostro supporto con le nostre conoscenze presso le istituzioni e anche con dei fondi. Non ne abbiamo molti, ma qualche ente privato ci ha dato fiducia.
Possiamo anche organizzare iniziative per l’autofinanziamento, o metterci in contatto con altre associazioni… insomma, operiamo in diversi settori per i progetti più vari e siamo sempre aperti alla cittadinanza.
Proprio per questo stiamo organizzando per il 7 giugno un evento aperto a tutti nella Casa Famiglia della Caritas a Villa Glori: un’ occasione non solo per vederci tutti insieme tra soci, ma anche per permettere ai cittadini di incontrarci e conoscerci.”
Quali sono, in linea di massima, le linee direttrici su cui AMUSE opera? “Inizialmente ci siamo concentrati sul decoro urbano – risponde Pietro Rossi Marcelli – poi si è aggiunto anche l’obiettivo della solidarietà, perché ci siamo resi conto che, pur non essendo un’associazione di volontariato, non ci vuole molto ad aiutare il prossimo. Infine, come terzo obiettivo ci siamo posti la cultura. Abbiamo la fortuna di camminare su strade asfaltate con la storia e, se a molti non importa nulla, a molti altri invece interessa molto.
Ogni angolo ha la sua storia, e noi ci siamo divertiti a raccogliere su nostro sito informazioni su questi angoli, su questi pezzi di storia più o meno importanti sul nostro territorio, per creare una “passeggiata virtuale” quello che c’è sul territorio. Si chiama RomaDuePass, ed è una sezione del nostro sito che, tramite collegamenti, permette di visitare virtualmente il II Municipio.”
Per il decoro urbano, invece, c’è qualche iniziativa tra quelle da voi promosse che vi è rimasta particolarmente impressa? A rispondere è Sergio Spinella. “Dal punto di vista del decoro urbano, ricordo con piacere il progetto “Facce pulite” dell’anno scorso. Piazza Annibaliano era un disastro, tra manifesti non autorizzati e graffiti sui muri, e si è deciso di impegnarci per ripulirli. La cosa ha avuto successo, al punto che è stata coinvolta l’Ama e ci si è potuti occupare anche dei graffiti su viale Eritrea – ad uno degli eventi c’erano anche il sindaco e l’ambasciatore americano.
Abbiamo coinvolto i ragazzi delle scuole, facendo seminari per sensibilizzarli contro il malcostume e organizzando giornate di pulizia. Non è stato facile: abbiamo dovuto ottenere il permesso di ogni singolo negozio e condominio toccato dall’operazione prima di poter iniziare. Ma una volta partiti, è stato bello vedere tanti ragazzi divisi in una decina di squadre impegnati a ripulire le facciate dei palazzi da manifesti e graffiti per un intero pomeriggio insieme all’Ama.
La giornata si è conclusa con una gara di murales sui pannelli per i manifesti elettorali. E, devo dire, per quanto ci dicessero che era uno sforzo inutile perché sarebbe tornato tutto come prima, i muri sono ancora abbastanza puliti.”
Per quanto riguarda la solidarietà, invece? “Una delle iniziative a cui teniamo di più – risponde Pietro Rossi Marcelli – è il progetto ‘Due Passi per stare meglio’, dedicato ai disabili e alle loro famiglie . Lo abbiamo messo in piedi con un’associazione di genitori di ragazzi disabili. Ogni due settimane viene definito un tema, scelto un luogo da visitare,e di volta in volta ad uno dei disabili viene dato il compito di prepararsi sul luogo prescelto per farci da Cicerone.
In questo modo non solo li portiamo a vedere luoghi di grande interesse, ma permettiamo loro di sentirsi ascoltati e stimolati. Finora abbiamo fatto circa dodici gite di questo tipo.”
Qualche progetto che vorreste intraprendere nel prossimo futuro? “Sono tanti che rischieremmo di restare qui per un bel pezzo – commenta Pietro Rossi Marcelli – per dirne solo uno che mi sta parecchio a cuore, vorrei poter fare qualcosa per riqualificare le rive dei due fiumi che formano i confini naturali del Municipio, il Tevere e l’Aniene. Al momento le rive, se non sono date in concessione ad enti privati, versano in stato di abbandono. Nulla viene risolto perché c’è una serie di competenze che si intrecciano. Ed è un peccato, perché quelle rive potrebbero essere splendidi luoghi per passare il tempo se riqualificati.”
Alessandra Pacelli
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