Il Teatro Olimpico di piazza Gentile da Fabriano ospita dal 3 al 6 aprile “Apocalisse – l’Opera”, l’unica opera con un solo protagonista che, diretta dal popolare autore e regista televisivo Jocelyn, porta sul palcoscenico l’ultimo Libro della Bibbia, che fu scritto da Giovanni durante un’estasi lunga e tormentata. Fine ultimo dello spettacolo, arricchito da ologrammi ed effetti tridimensionali, è quello di restituire al termine “apocalisse” il suo significato autentico di “rivelazione” e di “scoperta”.
L’idea della trasposizione in opera del Libro dell’Apocalisse, realizzata dagli autori Francesco Marchetti (musiche e libretto) e Silvia Pantano (liriche e libretto), nasce dall’esigenza di far comprendere il vero significato di una parola che semina il terrore ma che invece indica la prospettiva di un futuro luminoso.
“Apocalisse”, infatti, deriva dal greco ἀποκάλυψις (apokalypsis), un vocabolo che è composto da apó (separazione) e da kalýptein (nascosto) e che sta a significare “gettare via ciò che copre”, “togliere un velo”.
Nelle due ore dello spettacolo, l’unico ruolo (quello di Giovanni) è affidato a Gaetano Scalone, l’attore ed il cantante che ha collaborato con Massimo Ranieri e Raffaele Paganini e che ha interpretato il Libraio dei Sogni ne “L’Arca di Giada”, il musical fantasy andato in scena verso la metà di gennaio proprio al Teatro Olimpico.
Centinaia di comparse, tra angeli e demoni, sono infatti rimpiazzate con degli ologrammi che, insieme ad efficaci effetti tridimensionali, restituiscono in modo suggestivo l’intenso travaglio che caratterizzò il lungo periodo d’estasi vissuto da Giovanni.
L’opera, inoltre, è supportata da ampie orchestrazioni che accompagnano e descrivono scene di grande impatto, come quelle relative ai terremoti, alle inondazioni e ai cataclismi: un percorso arduo che conduce ad una rinascita meravigliosa.
Infine, detto che lo spettacolo è cofinanziato dal Ministero della Gioventù e patrocinato dal Vicariato di Roma, è da segnalare che “Apocalisse – l’Opera” si avvale anche dell’apporto vocale di Gigi Proietti (nel ruolo di Dio), mentre la narrazione è affidata ad Enzo Decaro.
Giovanni Berti
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