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Ariola, Mori (PdL): Minacce di morte figlie della tensione politica nel XX Municipio

Galvanica Bruni

Il Presidente del Consiglio del XX Municipio, Simone Ariola, ed il Presidente della Commissione Politiche Sociali, Giorgio Mori, dopo le minacce di morte ricevute ieri, martedì 26 luglio (leggi qui), in una nota diffusa questo pomeriggio gettano acqua sul fuoco ma, senza nascondere i forti dissapori interni al PdL locale, sottolineano che la matrice del grave gesto è probabilmente da ricercarsi nei “toni esasperati che contraddistinguono il clima politico nel XX Municipio”.

“Il grave fatto di intimidazione che ha coinvolto la nostra persona nella giornata di ieri, assieme a quella dei Consiglieri Sonia Costantini e Federico Targa è, con ogni probabilità, un fatto isolato che non avrà alcuna conseguenza” affermano Ariola e Mori aggiungendo che, però, “non può non essere rilevato un pericoloso aumento dei toni già esasperati che contraddistinguono il clima politico nel XX Municipio da tempo, dove numerosi consiglieri, ma anche assessori, sono stati oggetto di lettere anonime e intimidazioni di ogni genere, fino all’attentato subito dal Consigliere Antonini, alcune settimane or sono.”

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“Inoltre – spiegano i due consiglieri – da alcuni giorni è di dominio pubblico una nota interna al gruppo politico romano del PdL, in cui il Presidente del XX Municipio, Gianni Giacomini, ai quattro consiglieri PDL oggetto dell’intimidazione attribuisce responsabilità politiche specifiche sia in qualità di singoli sia in accordo con le opposizioni, e tra queste viene riferita anche quella di ‘aver bloccato’ proprio il trasferimento del mercato di Via Belardinelli”.

“Premesso che tale considerazione è palesemente falsa (peraltro proprio ieri è stata approvata all’unanimità la delibera definitiva di trasferimento di tale mercato e contestuale approvazione del bando pubblico), appare estremamente pericoloso – concludono Ariola e Mori – addossare pubblicamente precise responsabilità politiche a singoli consiglieri per fatti attinenti le proprie scelte di indirizzo politico, esponendoli così in modo dissennato alle eventuali imprevedibili reazioni di chi attende solo il momento per poter far esplodere tutte quelle tensioni che inevitabilmente caratterizzano la vita politica e sociale del nostro territorio.”

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1 commento

  1. Porgo una domanda sul tavolo della discussione e vorrei che primo a rispondere fosse uno dei quattro consiglieri coinvolti ai quali esprimo tutta la mia solidarietà: avete trovato la macabra foto nella vostra cartelletta della posta, giusto ? Possibile dunque che nel salone del consiglio si possa entrare, manomettere le cartelle ed uscire liberamente senza essere notati ? Non ci sono controlli, chiunque può farlo impunemente ? In termini di sicurezza mi sembra una follia.
    Grazie e buona sera.

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