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Con l’arrivo di Rivanord Ponte Milvio sempre più “in”

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Fervono i lavori sulla sponda del Tevere, proprio sotto la Torretta Valadier di Ponte Milvio. Rivanord, oasi di relax con lounge bar, ristorante e piscina il tutto inserito in una struttura di legno naturale di mille metri quadri, promette infatti di aprire il 7 giugno, così annuncia sul suo sito. Sarà frequentabile tutti i giorni dalle 9 a tarda notte e non mancherà di attirare l’attenzione perché ha tutta l’aria di essere una location molto accattivante.

Per Ponte Milvio sarà dunque una settimana ricca di appuntamenti quella che sta per iniziare, tutti concentrati fra martedì 7 e mercoledì 8 giugno.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Oltre all’apertura di Rivanord, sempre per il 7 sera è prevista infatti  la kermesse mondana “Ponte Milvio in moda” (leggi qui), mentre il giorno dopo, per dodici ore di fila,  il XX Municipio festeggerà il 150° dell’Unità d’Italia con eventi istituzionali ed appuntamenti musicali e di spettacolo (clicca qui).
Il tutto senza dimenticare che, sempre mercoledì 8, alle 18, poco distante si terrà l’inaugurazione di Mondofitness (leggi qui).

Ma tornando a Rivanord, fervono dunque i lavori sulla sponda del Tevere, al 7 giugno mancano poche ore e lo si capisce dal via vai degli addetti anche durante il week-end, nonostante il clima incerto ed i rovesci di pioggia.

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Dalla relativa pagina Facebook si apprende che Rivanord nasce dall’unione di idee di professionisti del settore della ristorazione ed intrattenimento, che hanno operato con l’intento di creare a Ponte Milvio un’oasi di benessere e relax.

Vedendo il progetto e leggendo la programmazione giornaliera si percepisce il grande impegno che c’è dietro l’iniziativa, tesa a soddisfare anche i più esigenti.
La giornata infatti inizierà fin dalle 9, con l’apertura della piscina e del bar, rigorosamente dotati di wireless per chi non abbandona mai il computer. Alle 12 prende il via il servizio di ristorazione, alle 18 musica ed aperitivo lounge a bordo piscina, alle 21 cena con cucina tradizionale.
E la notte inizia alle 23, con un dopocena soft , ancora musica e cocktail.

Il tutto nel verde e nel fresco della riva del Tevere con lo sguardo proiettato alle arcate di Ponte Milvio, come si vede in questo bozzetto pubblicato su Facebook.

 Ponte Milvio dunque sempre più “in”, a conferma di quanto questo angolo della Capitale sia vocato a “salotto buono” di Roma Nord e di quanto sia amato dai romani, soprattutto da quelli poco avvezzi ai lucchetti ed invece innamorati del suo fascino e della sua pigra atmosfera. (red.)

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28 COMMENTI

  1. Già speravo, lo vedevo dai lavori ne ero quasi certo, le scala, il legno duro sulle gradinate… ci speravo seriamente, al posto dell’ennesimo locale GLAM, un bel tocco di cultura, non dico chissà cosa, un cinema all’aperto per l’estate… e non penso ad un cinema di nicchia, un cinema tipicamente stupido, ma un idea diversa… un’idea nuova… invece la mattina del 7 Giugno passeggiando sul Ponte pedonale più antico di Roma ho capito: un altro fantastico unico, sciccoso, incredible, moderno, di classe (a ponte milvio???buahhh), locale!

  2. si , anch’io ci speravo, una bella arena, magari con più schermi……… e invece il solito posto che fa tanto “fico” e farà dire :” ci sei stato?”, “ancora no???”, “ma dai…è così carino” ……. uff!!!

  3. Cultura? natura’? Le sponde del Tevere si presterbbero, anzi sarebbe doveroso prendere iniziative in questi settori, o forse, meglio, rispettarne le caratteristiche ambientali e paesaggistiche . Ma i tempi sono diversi e a questo punto mi sembra giusto che dopo la location per cani di lusso e loro padroni, ci sia a ponte Milvio anche una location di lusso per persone senza cani!

  4. Premesso che l’arena la fanno tutti gli anni al foro italico e che cineporto è una validissima realtà, non capisco perchè tanta negatività verso una iniziativa che invece a me, residente di Ponte Milvio, piace tanto. Per cominciare, sta sulla riva del Tevere quindi non da fastidio a nessuno. Secondo, potrà essere usata da tutti quelli della zona che non vanno in vacanza o che non se lo possono permettere e che invece così potranno stendersi un po’ al sole e fare un bagno senza dover arrivare per forza a fregene o a maccarese. Avrei capito tante polemiche se avessero aperto un nuovo locale sulla piazza che porta confusione, bottiglie rotte e schiamazzi ma un localino con piscina sulla riva del tevere che fastidio vi da ? Non è che ragionate per partito preso ?

  5. I fiumi così come i relativi argini fanno parte del demanio pubblico, che sono di per sé inalienabili e non dovrebbero formare oggetto di diritti a favore di terzi (artt. 822 e 823 del Codice Civile): c’é quindi da chiedersi preliminarmente come abbia fatto chi c’é dietro la sigla “Rivanord doppiozeroo” ad ottenere l’utilizzo del tratto del Tevere a ridosso dell’inizio di Viale di Tor di Quinto, compreso tra Ponte Milvio ed il Ponte Flaminio (o della Vittoria).
    I fiumi così come le relative sponde (ciascuna per una larghezza di 150 metri) sono soggette per legge a vincolo paesaggistico ai sensi della lettera c) del 1° comma dell’art. 142 del D.Lgs. n. 42/2004, con cui é stato emanato il “Codice dei beni Culturali e del Paesaggio”: la tutela delle sposnde é assicurata, oltre che dal Piano Territoriale Paesistico (in sigla PTP) n. 15/8 “Valle del Tevere, anche dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (in sigla PTPR), che la destina a “Paesaggio naturale di continuità”, per il quale la tabella B dell’art. 23 delle Norme considera non compatibile come uso residenziale la installazione di manufatti leggeri anche prefabbricati e strutture di qualsiasi genere che non siano diretti a soddisafre esigenze non temporanee, mentre consente la realizzazione di nuovi impianti sportivi all’aperto, nonché di servizi strettamente indispensabili alla loro fruizione previo Studio di Inserimento Paesistico (in sigla SIP) nel rispetto della vegetazione arborea e del sistema morfologico.
    Dal momento che per progetti come questo in zona vincolata (da far passare per giunta esclusivamente come “impianto sportivo all’aperto”) occorre il rilascio preventivo ed obbligatorio della “autorizzazione paesaggistica”, previo parere vincolante delle Soprintendenze competenti per territorio, ci si chiede in secondo luogo se il progetto abbia avuto i dovuti assensi da parte di tutte le autorità.
    Alla sig.ra Martina mi sento di rispondere che il “partito preso” per cui ho sempre ragionato come rappresentante della associazione ambientalista “Verdi Ambiente e Società ” (in sigla VAS) é quello dell’esclusivo interesse pubblico, che non può essere mai assicurato del tutto e comunque per tutti da uno o più interessi privati sommati assieme.

  6. i suoi appunti sono sempre “inappuntabili”, giustamente conditi da leggi, norme, decreti, codici civili e penali, sigle quanto basta, nulla da eccepire però mi permetta di dire che la filosofia che lei esprime è sempre quella del nunsepoffà.
    Mai una volta che lei dica “oh che bella iniziativa !”
    Mi scusi signor Bosi ma un po’ di elasticità verso il mondo che si muove, che cambia ogni giorno si deve sempre avere ! Solo i comandamenti di Dio sono scolpiti sulla pietra, tutte le altre regole, quelle scritte dall’uomo, chi dice che sono immutabili ?
    Ora mi dica lei che male fa quella struttura sulla sponda del Tevere. Era meglio lasciare quel pezzo di terra sporco, pieno di erbacce e di bottiglie rotte, ricettacolo di rifiuti, luogo di spaccio e di prostituzione ?
    A una signora, o signorina Martina che dice “che bello, anche se non mi posso permettere le ferie almeno avrò un posticino carino dove rilassarmi” una riflessione genuina che forse rappresenta la vox populi lei risponde nunsepoffà. Non le pare, senza offesa, un po’ miope una difesa preconcetta dell’ambiente che non consideri anche la necessità di promuovere attività e servizi utili alla cittadinanza ?
    Non le pare un po’ troppo egoistico pensare che se un’iniziativa non è utile per lei obbligatoriamente non lo è per nessuno ? Al mondo non c’è solo VAS, o no?
    Se vuole veramente fare l’interesse pubblico stia a sentire un po’ di più gli umori della gente, provi a mettersi nei panni del cittadino comune che come me quando ha visto la piattafoma in costruzione di rivanord ha detto “ammazza che bello” senza pensare ai ppttp, ptr, pip, pup e pop e via dicendo.
    Buona giornata

  7. Forse le puntuali e documentate argomentazioni dell’Arch. Bosi possono essere scambiate per la filosofia del “nunsepoffà” ma esprimono la realtà delle cose che non può essere mascherata con le iniziative commerciali.
    Vanno bene le piscine, per umani e cani, i baretti, il cineforum e gli stands ma i tanti progetti per riqualificare il Tevere e farne un fiume come la Senna che fine hanno fatto? Dal servizio di navigazione alle terrazze sul fiume, dalla pulizia delle sponde alla bonifica degli argini….qualcosa è stato fatto ma non è con iniziative come i “Tevere Rangers” che può essere salvato il fiume.
    Per conoscere il suo stato di salute bisogna scendere dalle ‘piattaforme’ e percorrere le sponde o navigare le sue acque: si tratta di uno spettacolo desolante!

  8. Sig. Tiziano, forse non se ne é accorto, ma quanto da Lei dichiarato (spero in perfetta buona fede) é molto grave, perché dimostra come viene oggi concepita (purtroppo da molti che la pensano come Lei) la democrazia che é riuscita a darsi fin qui l’Italia, vale a dire come l’assoluta libertà di fare quel che più ci piace, fregandocene (o comunque ignorando completamente) le regole su cui si fonda quello che viene comunemente chiamato il nostro “Stato di diritto”.
    Non posso non essere totalmente d’accordo con Lei riguardo alla elasticità verso il mondo che si muove ed alle regole scritte dall’uomo che non sono come i 10 Comandamenti e non possono essere quindi immutabili, ma mi permetto di farLe presente il grave errore in cui incorre senza accorgersene, perché é di sostanziale profondo disprezzo proprio della democrazia, in quanto la regola principale su cui si regge é proprio quella di RISPETTARE LE LEGGI CHE CI SIAMO DATI PER TUTTO IL TEMPO CHE NON VENGONO CAMBIATE, PROPRIO PER EVITARE IL CAOS.
    La traduzione elementare di questo concetto basilare, applicata al caso in questione, é che i “ppttp, ptr, pip, pup e pop e via dicendo” (come li chiama Lei irridendo di fatto a quelle che sono a tutti gli effetti “regole” comuni) non me li sono inventati di certo io e vanno comunque rispettati da chiunque fin tanto che sono pienamente vigenti e non vengono cambiate come “regole”: Lei non solo sbaglia completamente tiro nel prendersela con me e con VAS, attribuendoci per giunta la colpa di avere semplicemente fatto presente quali sono ora come ora le “regole” da rispettare, ma non si accorge di avere di fatto affermato implicitamente una cosa ben più grave e cioé che le “regole” sono per i fessi.
    Mi scusi, ma ritengo di avere un concetto ben diverso da Lei della democrazia e non posso condividere nella maniera più assoluta questo suo modo di “interpretarla”, perché ne va di fatto a minare le basi.
    Con ragionamenti del suo tipo arriveremmo, ad esempio, a fare qualunque tipo di abuso edilizio prima ancora della ennesima legge che li condona come sempre a posteriori.
    Tornando al male che la struttura farebbe su questa sponda del Tevere che il PTPR ha destinato a “paesaggio naturale di continuità”, basterebbe dire che interrompe oggettivamente proprio la continuità di questo tratto di paesaggio e che impedisce per di più un diritto di passaggio che su un terreno demaniale dovrebbe essere di tutti.
    Come cittadino, prima ancora che come ambientalista, rimango profondamente convinto della più elementare delle regole che come umanità presuntuosa ci rifiutiamo ancora di riconoscere e che cioé facciamo parte dello stesso ecosistema che ci dobbiamo far carico di non alterare per garantire le generazioni future di poterlo continuare a godere.
    Ne deriva che la natura non si può spostare secondo i nostri porci comodi, mentre le opere dell’uomo sì !

  9. Non pensavo di sollevare tutto questo vespaio, scusate ma non è che state un po’ esagerando ? Tutto questo polverone senza neanche aver prima appurato se rivanord è in regola o no ! Scusi signor Bosi, ma questa si chiama caccia alle streghe. Sarò ingenua e non informatissima come lei (però scusi ha ragione Tiziano, lei è sempre contro tutto e tutti e non le sta mai bene niente!) ma io preferisco vedere un pezzetto del mio Ponte Milvio, dove vivo da 29 anni da quando sono nata, ripulito ed utilizzato per un servizio privato a disposizione di tutti piuttosto che vederlo tutti i giorni sporco, incolto, con il via vai equivoco tutte le sere beandomi del fatto che però è un bene pubblico. E questo significhrebbe che io disprezzo la democrazia ? Ma un po’ di rispetto per le idee altrui per favore !

  10. Dal momento che non c’é peggior sordo di chi non vuol sentire (ed in questo caso capire) mi rifiuto di proseguire una discussisone del tutto sterile che non é utile a nessuno.
    Tengo però a far presente alla sig.ra Martina che l’essermi semplicemnete interrogato sui dovuti assensi da parte di tutte le autorità non significa affatto dare la caccia alle streghe, né men che mai criminalizzare a priori i responsabili del progetto, ma semplicemente non dare nulla per scontato a questo mondo, come purtroppo mi ha insegnato l’esperienza acquisita in molti altri casi apparentemente regolari che ho sentito la necessità di seguire come associazione portatrice di interessi diffusi espressamente riconosciuta dall’art. 9 della legge n. 241/1991.
    La sua affermazione secondo cui io sia sempre contro tutto e tutti e non mi stia bene niente collima perfettamente (guarda caso) con chi mi diffama da tempo con questo slogan che viene ripetuto sistemataicamente a chi non mi conosce: “Bosi ? Stai attento a come parli con lui perché denuncia anche te !”.
    A chi non mi conoscesse e la pensasse come chi mi diffamatengo a far presente che all’azione di denuncia ho sempre affiancato in pari se non in maggiore misura anche l’azione di proposta.
    Porto a dimostrazione la cosiddetta “strada di fondovalle” che si sta finendo di realizzare e che é stata proposta dal sottoscritto nel 1994 e fatta propria poi dal Comitato di Quartiere ed approvata all’unanimità dal’allora Consiglio Circoscrizionale, così come la proposta di spostare il mercato saltuario che si continua a tenere illecitamente ogni mercoledì (nel terreno privato a ridosso di via di Grottarossa) nell’area a cavallo tra via dei SS. Cosma e Damiano e Via al Sesto Miglio che il nuovo Piano Regolatore di Roma ha identificato come futura “centralità” dell’intero quartiere Tomba di Nerone.
    Sempre assieme al Comitato di Quartiere ho proposto e fatto accogliere nel Piano Regolatore la strada di collegamento tra via Casalattico e via Camporgiano, che dovrebbe permettere l’istituzione di un senso unico da via Fosso del Fontaniletto a via Fosso del Poggio.
    A nome di VAS ho anche presentato la proposta poi accettata dal Municipio di circonvallazione di via Fosso del Fontaniletto fino a congiungersi con via Casalattico, per consentire un 2° ingresso alla scuola intitolata in mio onore “Parco di Veio”, nonché un parcheggio per il futuro “Parco di Volusia”, per la scuola comprensoriale e per gli abitanti della zona.
    Quanto al rispetto, sono abituato a portare rispetto nella misura in cui mi si porta altrettanto rispetto.
    Intervengo di tanto in tanto nei commenti di questo blog per portare un contributo che ritengo utile al dibattito che si viene ad innesacre su determinate notizie e non certo per aizzare sciocche polemiche: per il caso in questione, vista la piega che ha preso e soprattutto che gli si vuol dare, criminalizzando chi non é d’accordo con il progetto rifiutando il confronto , é meglio finirla qui.

  11. Suvvia signor Bosi, perchè si scalda così tanto con una ragazza che ha ammesso anche di essere, forse, un po’ ingenua ? Io ho una “certa” età, forse anche lei, e l’errore che facciamo alla nostra età è sempre quello di non riuscire a parlare con chi è molto più giovane. Non conosco Martina di persona ma mi sono trovata più volte a parlare con lei su questo blog e mi è sempre sembrata una ragazza posata. Il fatto è caro Bosi che loro parlano una lingua diversa, Martina chiede svago e mentalità aperta e noi le rispondiamo con il disposto combinato delle leggi, Martina dice di preferire un pezzo di sponda pulito ed utilizzato da un privato piuttosto che sporco e abbandonato e noi rispondiamo in modo integralista, paventando il caos ! Il noi è per mettermi dalla sua parte in termini di generazione, un po’ meno per le sue tesi, glielo dico sinceramente.
    E poi perchè abbandonare sdegnosamente e stizzitamente la discussione ? Nessuno l’ha criminalizzata ! Suvvia sig Bosi, guardi che dobbiamo essere noi a cercare di capire le istanze e la voglia di cambiamento dei giovani, non loro noi, lasci da parte per un momento tutti i codici e provi ad immaginarsi sdraiato al sole, vicino a una piscina con una bibita in mano sulla sponda del Tevere mentre guarda Ponte Milvio. Non mi dica che la cosa la fa inorridire, sia sincero. Beh, è questa l’immagine e la voglia che esprimeva Martina, avere un posticino come questo vicino casa. Che male c’è ? Buona serata.
    Clara

  12. Alcuni di questi commenti mi fanno venire in mente un diffuso luogo comune che vorrebbe gli ambientalisti dei perfetti imbecilli: gente che trascorre il proprio tempo a guardare con il binocolo passeri e fringuelli, che si emoziona fino alle lacrime se germoglia una margherita e che sono contrari, per principio, ad ogni iniziativa. No al nucleare e all’eolico, no alle strade, autostrade, dighe, ponti, centri commerciali, condomini, stabilimenti balneari, porti e aeroporti…………….Ora può darsi che un qualche imbecille di questa fatta esista pure ma nella realtà gli “ambientalisti” sono persone normalissime con il “vizio” di rispettare le leggi e non solo quelle che tutelano l’ambiente (anche un palazzinaro può essere un ambientalista se costruisce rispettando le norme!).
    Ora siccome le nostre leggi non sono come le Tavole di Mosè possono anche essere modificate o abrogate ma finchè restano in vigore andrebbero rispettate.
    Se poi proprio non se può fare a meno (come nel caso di Ponte Milvio) allora sarebbe bene chiedere ai privati una contropartita: io ti lascio usare il suolo demaniale e tu cancelli tutte le scritte dai marmi!

  13. E’ un po’ triste vedere che chi (spero inconsapevolmente) denigra la cultura della legalità, chiamandola “filosofia del nunsepoffa’” abbia un qualche seguito. Soprattutto se a seguirlo sono due persone come Martina e Clara che in queste pagine hanno dimostrato più di una volta intelligenza e buon senso.
    A qualsiasi studente di Biologia, Scienza Naturali, Ingegneria Ambientale, e così via, credo che sia molto nota e chiara l’importanza – in termini di sicurezza idrogeologica, di biodiversità.. – di una corretta gestione dei fiumi e quindi dei loro alvei, delle zone golenali, della vegetazione riparia.
    Si tratta di concetti relativamente semplici, a volersene interessare, ma capisco che non tutti abbiano la possibilità, il tempo o la voglia di farlo.
    Codesti ignoranti (nel senso che non conoscono questa specifica materia) dovrebbero a mio avviso imparare ad ascoltare senza pregiudizi e affidarsi a chi ne sa più di loro, piuttosto che arroccarsi su posizioni egoistiche basate esclusivamente sulla voglia di disporre a piacimento (e sotto casa) di spazi, servizi e beni il cui utilizzo risulti non sostenibile.
    Per troppo tempo una buona parte dell’umanità (e dei nostri concittadini) è rimasta “sdraiata con una bibita in mano” a gustarsi – più o meno incosciamente – lo spettacolo del depauperamento delle risorse naturali, lo sventramento di immensi territori, la compromissione ecologica di oceani, laghi e fiumi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E’ ora di cambiare radicalmente mentalità e rimboccarsi le maniche per lasciare ai nostri figli, alle future generazioni un pianeta (ma anche una città) vivibile, sicuro e in salute.
    E per cortesia, basta con la storiellina (dal vago puzzo berlusconiano) che “tanto era tutto sporco, meglio una bella cementata”. E’ un assurdo che ho già letto troppe volte.. dalla deprimente piscina per i cani VIP (ma per favore…), alla cementificazione del Parco di Tor di Quinto… Ma basta! Se chi è preposto alla pulizia, al decoro e alla manutenzione del Colosseo lavorasse male e lo lasciasse in uno stato pietoso, sarebbe un’idea intelligente e risolutiva buttarlo giù per farci un centro commerciale, perchè “tanto era sporco e abbandonato”? Io piuttosto caccerei i responsabili e provvederei ad assicurare un servizio idoneo. Sbaglio?
    Bosi, spero che lei continui a impegnarsi nelle questioni che segue per il territorio e per i cittadini e a contribuire alle discussioni su queste pagine (…se mi è permesso… forse dando un taglio comunicativo meno istituzional-giuridico ai suoi interventi). E non lasci spazio a un eventuale sconforto. Per dirla con Euripide ( e senza offesa per le citate signore) “Parla da saggio ad un ignorante ed egli dirà che hai poco senno”.
    Saluti

  14. Come direbbe l’On. Di Pietro, mi sento di rispondere alla sig.ra Clara che i ragionamenti che si é messa a fare non “c’azzezzano” un accidenti.
    Se ci trovassimo a scuola a dover fare un tema scritto, dovrei dire che la sig.ra Clara é andata del tutto fuori tema, per ben più di una ragione, .
    Non mi risulta anzitutto che il progetto di Rivanord sia riservato esclusivamente ai giovani né soprattutto che la futura clientela, quale che essa sarà, interferisca con il progetto o possa in qualche modo “giustificare” delle eventuali violazioni delle normative, se beninteso venissero accertate per il caso in questione: in democrazia non vale il proverbio secondo cui il fine giustifica i mezzi, specie se questi debbomo essere del tutto illegali.
    Non ha nulla a che vedere con il caso in questione il fatto che noi “vecchietti” non riusciamo più a parlare con chi é molto più giovane di noi (comunque tutto da dimostrare caso per caso e non certo da generalizzare sentenziando per tutti), dal momento che non mi risulta che nel nostro paese ci siano 2 democrazie con da una parte le regole solo per i giovani e dall’altra parte delle regole solo per i vecchi.
    Lei sostiene che nessuno mi ha criminalizzato, senza accorgersi di essere stata proprio Lei a farlo poco dopo, nel preciso momento che – dopo aver premesso di non condividere le mie “tesi” – mi ha invitato a mettere da parte per un momento “tutti i codici”, come se fosse una esclusiva mia colpa quella di aver semplicemente ricordato le “regole” che per il caso in questione andrebbero rispettate.
    Ma in che razza di mondo stiamo precipitando se le “regole” sembrano ormai diventate un “optional” e deve addirittura stare attento a non essere linciato chi si permette di far presente che esistono e vanno comunque rispettate ?
    Lei ha invitato a cercare di capire la voglia di cambiamento dei giovani una persona come il sottoscritto che ha vissuto in proprio il movimento studentesco del 1968 ed ha comunque educato una figlia, a cui ho dato come insegnamento che l’erba voglio o i “desiderata” anche più spinti debbono essere comunque perseguiti fino in fondo, ma solo se sono leciti e messi in atto sempre e soltanto nel rispetto delle “regole” al momento esistenti, cercando di avere ogni volta ben in mente che la libertà di ognuno di noi finisce proprio dove inizia la libertà degli altri.
    Lei commette il grave errore di imputare a me di parlare con il linguaggio delle leggi, dei codici e delle “regole” in generale che sono incomprensibili per lo più non solo ai giovani, ma alla massa dei cittadini, compreso il sottoscritto, che se le é dovute studiare per capirle a fondo e farle solo dopo presenti a chi di dovere: dovrebbe quindi prendersela con chi le ha emanate con questo linguaggio molto poco accessibile e non certo con chi non può che richiamarle alo stesso modo.
    Ma questo non può di certo diventare un comodo “alibi” per fregarsene di tutte le “regole” e per poter fare quel che più ci piace: la legge non ammette ignoranza da parte di nessuno, compresi tutti coloro a cui – come anche al sottoscrtto – piacerebbe starsene spaparanzato al sole sulle sponde del Tevere, magari solo soletto o in dolce compagnia di una bella donna, senza essere disturbato dagli altri che quindi possono ed anzi debbono andarsi a prendere il sole da un’altra parte, in un’altra Rivanord.

  15. Gentili Signori,
    vorrei aggiungere un particolare importante alla normativa puntualmente riportata dal Sig. Bosi: IL TRATTO DI SPONDA GOLENALE DA PONTE MILVIO AL PARCO DI TOR DI QUINTO E’ SULLA CARTA OASI NATURALE, come definito dal Piano Stralcio n.5 del 2007 e come tale è stato oggetto fin dal 2006 di progetti naturalistici e didattici proposti dall’Associazione Roma Tiberina e dal Comitato per il Tevere (progetto Tevere Roma Nord e Sentiero del Possibile), che avrebbero permesso la bonifica e il controllo dell’area e al tempo stesso l’accesso a tutti i cittadini grazie a percorsi attrezzati, cartelli descrittivi e aree didattiche, come in qualsiasi Oasi naturale. Chiamati a far parte come “Comitato per il Tevere” del “Tavolo di Consultazione” istituito ai sensi dell’Ord. Pres. Cons. Min. n.3734 del 16-1-2009, ci venne affidata l’area in oggetto unitamente a Italia Nostra Roma, la qual cosa affrettò la decisione della Regione Lazio di abbattere con le ruspe tutta la vegetazione ripariale del Tevere (distruggendo in pratica l’alta valenza di biodiversità che ne aveva determinato la destinazione a OASI) e quindi concedere a Villa Bau Village l’area in oggetto per farne, come si legge sulla concessione stessa “una spiaggia artificiale per lo svago dei cani e dei loro padroni”.
    Inutile ripetere quindi che ormai a Roma si può fare qualsiasi cosa senza badare a vincoli di alcun genere, vincoli che esistono per PROTEGGERE LA COSA PUBBLICA PERCHE’ I NOSTRI FIGLI NE POSSANO USUFRUIRE.

    Per maggiore chiarimento, allego la lettera inviata a suo tempo al Sindaco Alemanno.
    Francesca Di Castro

    Caro Sindaco,
    un giorno del novembre 2007, a conclusione di una seduta straordinaria del Consiglio del XX Municipio a ponte Milvio, alla quale aveva partecipato anche Lei, ho avuto modo di mostrarle sotto la Torretta del Valadier la bellezza di quella che già era stata definita “Oasi di Ponte Milvio”.

    Caro Sindaco, avevo un sogno per Roma e per tutti i Romani: la realizzazione di un percorso didattico- naturalistico aperto a tutti i cittadini, bambini, anziani, disabili, un percorso attrezzato che attraversasse quel lembo di natura ancora intatta dove era frequente avvistare aironi cinerini e garzette. Sono madre di un ragazzo disabile, sono una romana, membro del “Gruppo dei Romanisti”, di “Italia Nostra”, consulente ambientale del “Comitato per il Tevere”, architetto del paesaggio. Volevo che quella bellezza fosse di tutti. La prego di voler intervenire in difesa di un habitat così prezioso e perché l’Oasi di Ponte Milvio, bene pubblico, non venga concessa, come già deliberato dalla Regione Lazio, a privati per farne “una spiaggia artificiale per lo svago dei cani e dei loro padroni”, ma venga recuperata e ripiantumata per tornare ad essere punto importante di sosta per l’avifauna e un’oasi protetta a tutti gli effetti , aperta ad ogni cittadino.

    Le politiche CEE e nazionali per la conservazione della biodiversità, per la protezione degli habitat e delle specie minacciate, vedono come diretto esecutore nel Lazio la Regione che con la sua Rete Natura 2000 e l’Osservatorio Regionale per l’Ambiente deve individuare, monitorare e gestire i “siti natura” e le aree protette. La stessa Regione Lazio è causa della distruzione della vegetazione ripariale di tutto il corso del Tevere a Roma, fino all’Aniene, area protetta. Allego alcune immagini che testimoniano quanto vengano ignorate ancora oggi non solo le direttive e le politiche di salvaguardia, ma persino le leggi esistenti.
    L’OASI di PONTE MILVIO, così definita già dal PS5 del 2007, tratto di sponda golenale priva di banchina che da ponte Milvio va fino al Parco di Tor di Quinto oltre Villa Lazzaroni in riva destra, fino a poche settimane fa ricca di vegetazione spontanea e di habitat tipico dell’ambiente umido fluviale, è stata oggetto fin dal 2006 di proposte da parte di questa associazione per la realizzazione di un’oasi naturalistica protetta con sentieri didattici e capanni per birdwatching, proposta che è stato divulgata con il nome di “Progetto Tevere Roma Nord” e presentata in varie occasioni all’opinione pubblica e ai politici (compresi gli Assessori De Lillo e Croppi), nonché all’ABTevere, all’ARDiS e all’Ufficio Concessioni della Regione Lazio per ottenerne l’affidamento già nel 2007.
    Chiamati a far parte come “Comitato per il Tevere” del “Tavolo di Consultazione” istituito ai sensi dell’Ord. Pres. Cons. Min. n.3734 del 16-1-2009, al quale seguiva l’assegnazione insieme ad “Italia Nostra” dell’Oasi di Ponte Milvio per la “Manutenzione di tratti ad alta valenza ecologica da eseguire con le tecniche della silvicoltura naturalistica”, dal sopralluogo effettuato il 29 aprile scorso abbiamo verificato l’avvenuto passaggio catastrofico delle ruspe che hanno praticamente denudato tutto l’argine, lasciando qualche alberatura solo dove esistono o “esisteranno” delle concessioni per circoli privati, e proseguendo nelle settimane successive fino alla foce dell’Aniene, noncuranti del fatto di essere nella “Riserva naturale della Valle dell’Aniene”.

    Mi rivolgo a Lei a nome anche di tutti gli amanti di Roma, della sua storia e della sua natura, nella speranza che possa intervenire in difesa dell’Oasi di ponte Milvio e del nostro Fiume. Le domando: perché il Comune di Roma non fa propria la concessione dell’Oasi di Ponte Milvio nell’interesse della città?
    Confidando anche nel Suo amore per Roma, La saluto cordialmente.

    Vicepresidente Ass. Roma Tiberina
    Francesca Di Castro
    Roma, 2 giugno 2009

  16. La mia impressione è che esistano troppe norme.
    E sono talmente tante e soprattutto contradditorie che sono usate per ambedue gli scopi , ossia concedere o negare.
    Se la Circoscrizione ( o chi per lei ) ha potuto concedere lo spazio , vuol dire che esiste una norma che lo consente.
    Ma magari esiste pure la norma contraria e che che magari la nega , appellandosi a proprietà demaniali , al diritto pubblico di fruibilità dello spazio comune o che so io.
    Quello che s’appella all’Amore di Roma per negare , quell’altro che invece reclama il diritto di rendere agibile e fruibile uno spazio altrimenti dimenticato , che palle !
    Il buon senso direbbe che è meglio uno spazio pulito dai privati e fruibile dal pubblico ( previo affitto a tempo ) piuttosto che una proliferazione erbacea e selvaggia non utile a nessuno ( a parte i roditori e fauna varia ).
    Ma magari il buon senso direbbe che l’autorità dovrebbe preservare il luogo in condizioni tali da poter essere frequentato dal pubblico che paga le tasse.
    Boh , vallo a sapere.
    Io non ci andrò , aborro tutto ciò che è socialmente “alla moda” ma , ma trovo però meno stucchevole e noioso il bicchiere ( analcolico ) proposto da Martina che la tiritera a filastrocca dei vari “ppttp, ptr, pip, pup e pop e via dicendo”.
    Aldilà dei quali non c’è assolutamente nulla, se non concettualmente una noia mortale che anche un “asociale” come me vede con sospetto.

  17. Definire i Piani Territoriali “una noia mortale” o “una tiritera a filastrocca” mi sembra qualcosa di “abominevole” anche se è vero che queste norme non sempre trovano applicazione. E’, ad esempio, il caso del Piano di Assetto della Riserva Naturale dell’Insugherata approvato 5 anni dopo l’entrata in vigore della Legge regionale che istitutiva le riserve e alla cui redazione hanno partecipato professori universitari, biologi, agronomi ed esperti in varie discipline (che mica hanno lavorato gratis!).
    A distanza di dieci anni ben poco di quello che era previsto è stato attuato (ad eccezione della autorizzazione concessa per la realizzazione di un parcheggio interrato su Via Cortina d’Ampezzo).

  18. Non solo sono una noia mortale a leggerli , sono anche la morte civile nell’attuazione.
    Mi verrebbe da pensare che fino a quando professori universitari, biologi, agronomi ed esperti in varie discipline non lavoreranno gratis , continueremo ad elargire soldi pubblici senza vedere la luce.
    Un po’ come gli avvocati che ti allungano le cause per rimpolpare la parcella.
    Per quello che mi riguarda continuerò ad entrare tranquillamente nel parco dell’insugherata per passeggiare o fare footing od andare in bicicletta.
    Alla faccia dei cartelli.
    Non vedo quel parco molto frequentato alla fine , se ci si andasse con più costanza ed in maggior numero probabilmente la “grana” avrebbe maggior rilevanza.
    Ho l’impressione che molti parlino di verde pubblico e della sua fruibilità prefendo poi il divano di casa.

  19. In una parola, consumismo.
    Aspetto di sapere prezzi e modalità di questa nuova frontiera del divertimento. Solitamente cool=caro.

  20. Saranno anche una noia mortale a leggerli però, se dopo aver pagato chi li redige, si riuscisse poi a metterli in pratica (come previsto!) avremmo parchi come l’Austria e gli USA e non “riserve” che sembrano discariche.
    Quanto all’Insugherata (che bazzico da anni) concordo sul fatto che frequentandola assiduamente il “problema” assumerebbe ben altro aspetto. Mi rendo però conto che non è facile, per chi non la conosce, entrare attraversando un selva di cancelli, fili spinati, reti e cartelli che indicano la proprietà privata.
    Nel frattempo il Piano di Assetto, 198 pagine di norme tra cui l’istituzione di sentieri ciclo-pedonali, continua a rimanere inattuato.

  21. Aragorn, la scienza e la giurisprudenza sono cose serie. Per il divertimento ci sono altri contesti più idonei.
    Io non voglio sbellicarmi dalle risate leggendo un Piano Territoriale perché voglio trovarci competenza, lungimiranza, regole ed equilibrio. Poi magari la sera mi vedo un film di Woody Allen o vado a teatro a vedere Brignano.
    Capisco che un premier che spara minchiate e barzellette di dubbio gusto in occasioni che lo sconsiglierebbero può essere fuorviante, ma non può essere certo berlusconi un modello da seguire…

  22. Prof. Paolo , con questa storia – o meglio questa tua ossessione – del premier che ricorre in quasi tutti i tuoi commenti stai diventando noioso quanto le volutamente inutili normative , fatte apposta per essere reiterate e dare pane e lauto guadagno ai redattori; una sorta di araba fenice.
    Non vedo cosa ci sia da sbellicarsi o divertirsi su quanto scritto.
    Nè l’ho fatto nè voleva esserlo.
    Probabilmente l’hai detto per auto-darti la stura al commento sul premier.
    Contento tu..
    Sicuramente scienza e giurisprudenza sono cose serie.
    Però qui vedo una pseudo giurisprudenza , quanto a scienziati manco l’ombra.

  23. aggiungo un dato, e una domanda: la struttura è provvisoria? e se sì, quando dovrebbe essere smontata? dopo l’estate? Perchè si tratta di un’area che ci risulta inserita dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere nella categoria “R3”, cioè a rischio esondazione (divieto di costruire qualunque cosa ). Noi stessi abbiamo delle foto che la mostrano tutta sotto l’acqua del Tevere… Anna Maria Bianchi Comitatiflaminio http://www.comitatiflaminio.org

  24. in mezzo a tutte le cose che dice il signor aragorn su ogni argomento mi sorprende che abbia colto un punto fondamentale…
    cito:
    Non vedo quel parco molto frequentato alla fine , se ci si andasse con più costanza ed in maggior numero probabilmente la “grana” avrebbe maggior rilevanza. Ho l’impressione che molti parlino di verde pubblico e della sua fruibilità prefendo poi il divano di casa.

    Ecco, se quell’angolo di verde, dove nidificava appunto “fauna varia” (per tornare alle scemenze), fosse stato frequentato maggiormente e reso fruibile, almeno tenendo pulite le scale, forse la storia sarebbe stata diversa.

    Ormai l’unica soluzione è l’annessione della zona di ponte milvio al quartiere Flaminio. La differenza di civiltà tra le due sponde sta diventando pazzesca.

  25. Aragorn, mi sembri troppo annoiato ultimamente. E’ quasi estate, esci dalla tana e fatti un giro in moto. Ci sono (ancora) tante Aree Protette nella nostra regione per fare belle passeggiate, trekking, arrampicate e molte altre attività all’aria aperta. Ma se ti prende la pigrizia puoi anche buttarti su un prato a leggerti un libro. E non preoccuparti, nessuno di interrogherà sul significato dei vari “ppttp, ptr, pip, pup e pop e via dicendo”. Potrai godere del paesaggio, dell’aria pulita e, chissà, apprezzare finalmente il lavoro delle centinaia di persone tra ambientalisti, politici, botanici, forestali e giuristi vari che con la loro competenza e il loro impegno hanno reso possibile preservare e gestire sostenibilmente parti del nostro territorio.
    In quanto a berlusconi non ho bisogno di darmi nessuna stura, ci pensa già lui quotidianamente a fornire a chiunque valide argomentazioni per criticarlo. E mettiti l’anima in pace, ché finché l’alzheimer o il parkinson non me lo impediranno continuerò a contrastarlo con tutti i mezzi, compresa la denuncia e la critica a mezzo stampa. Non te la devi prendere con me, ma con chi ha messo a governare un Paese di 60 milioni di abitanti un intrattenitore da crociera, spergiuro sulla testa dei suoi figli e dalla assai dubbia rettitudine…
    Buona passeggiata.

  26. Vabbè, in sostanza.
    Ieri sera sono passato sul ponte con mia figlia in passeggino, il Rivanord era tutto acceso e pieno di gente e ho detto: “cavoli che carino, mi viene davvero voglia di andare a bere qualcosa, o portare mia figlia a fare un bagnetto”.
    Però, ragazzi, le leggi (di cui ahimè non sono esperto conoscitore) se ci sono vanno rispettate. Lo dico con il rammarico di chi guarda con favore la trasformazione del quartiere e le opportunità di divertimento. Certo, mi piace andare a bere un drink con gli amici in un posto esclusivo, ma le regole, diamine ha ragione il sig. Bosi, sono le stesse per tutti, giovani e meno giovani, e sono la base di una sana convivenza tra persone che la pensano diversamente. Del resto in gioco, credo, non ci siano le opinioni (tutte rispettabili), ma un maggiore rispetto delle regole, in un paese in cui ce ne sarebbe davvero un gran bisogno.

  27. A Lorenzo: con poche e pacate parole ha evidenziato un concetto estremamente “sano e corretto” che, convengo con lei, oggi più che mai questo paese dovrebbe applicare in tantissime situazioni. Le opinioni differiscono dalle regole, è stragiusto. Sono pienamente d’accordo con lei, il Riva nord io non l’ho visto, non conosco chi lo abbia costruito e con quali permessi, me ne hanno parlato alcuni amici, ma ho una piccola casa al villaggio dei Pescatori di Fregene e combatto tutti i giorni con la totale e assoluta prepotenza degli esercenti e con la totale e assoluta inadempienza del comune a far rispettare le più logiche ed elementari norme del vivere civile e del rispetto per gli altri altri. Sono assolutamente d’accordo con lei. Saluti.

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