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Il pozzo della neve e l’altopiano carsico

Galvanica Bruni

Un nuovo itinerario di VignaClaraBlog.it. Capita a volte, dopo una lunga ed estenuante settimana di lavoro, di provare il desiderio di trascorrere una giornata all’aria aperta in totale relax; se poi ci sono dei bambini piccoli si vorrebbe anche evitare una lunga camminata con al seguito passegino, zaino e borsa frigorifero. E allora non c’è niente di meglio che raggiungere l’altopiano carsico.

Sull’altipiano carsico sarà possibile fermarsi a bordo strada, fare qualche passo e sedere all’ombra di grandi alberi davanti a un panorama di stupefacente bellezza: e per farlo non c’è bisogno di raggiungere il Friuli e tantomeno la Slovenia.
E’ sufficiente invece percorrere l’A-24 fino a Vicovaro, seguire poi la Via Tiburtina e la Sublacense, passare per Subiaco, dirigere a Jenne e salire in direzione di Campotosto: un ora e mezza di auto per arrivare alle quote dove cresce il faggio.

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Nel territorio compreso tra Camerata e Cappadocia si estende infatti la più grande faggeta del centro Italia. Il faggio (fagus selvatica) è un albero imponente e maestoso che raggiunge anche i 30-40 metri di altezza e cresce nel cosiddetto “piano montano” fino a quote di 1800-2000 metri.
La corteccia è liscia e dal colore grigiastro mentre le foglie, ovoidali, sono di un verde lucido che in autunno assume un bel colore giallo-arancio.

La strada che porta a Campotosto, dopo aver lasciato il bosco di querce e pini, si addentra in quello ombroso del faggio e in pochi chilometri raggiunge il vasto “altopiano carsico”.

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Il carsismo è un fenomeno diffuso in tutta Italia (dal Friuli all’altopiano delle Murge) generato dall’attività chimica delle acque sulle rocce di natura calcarea; la corrosione avviene ad opera delle acque piovane che contenendo anidride carbonica intaccano la roccia sia superficialmente che in profondità generando poi, nell’arco delle ere geologiche, veri e propri condotti o cavità.

Le grotte sono la forma più conosciuta del carsismo ma l’azione costante delle acque genera anche fiumi sotterranei,doline e inghiottitoi.
L’altopiano è lungo due chilometri e largo, nel punto di maggior ampiezza, circa uno; il terreno, in questa stagione, è disseminato da un gran numero di piante fiorite e rimane assolato per l’intera giornata.

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E’ possibile fermarsi al margine del pianoro e rimanersene al fresco dei grandi faggi osservando i piccoli branchi di cavalli al pascolo brado; oppure stare sdraiati al sole sui prati che in alcuni punti degradano verso piccole cavità naturali.

Chi vuole, nei pressi di una grande tabella del Parco dei Monti Simbruini, può percorrere l’ampio sentiero che in appena cinque minuti porta all’area didattica del Pozzo della Neve.

Si tratta di una vasta area concava dove è stata realizzata una piacevolissima area pic-nic e dove sono stati allestiti una serie di cartelli didattici che illustrano nel dettaglio il fenomeno del carsismo.

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In questo luogo è possibile usufruire di alcuni tavoli con panche e di barbecue in pietra dove in sicurezza si può accendere il fuoco: è opportuno ricordare che ci troviamo all’interno di un Parco Naturale dove è vietato accendere fuochi al di fuori dei luoghi indicati e comunque non in prossimità di alberi e arbusti.

Così come è bene avere in mente che ci troviamo in ambiente montano, a circa 1400 metri, e il tempo a volte nel pomeriggio può fare le bizze; pertanto partiamo per una lunga giornata di relax adeguatamente equipaggiati con acqua, panini e una mantellina-poncho. Non si sa mai…..

Francesco Gargaglia

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