Il Comune di Roma dimentica di far valere i suoi diritti e chi ne paga le conseguenze sono i residenti sulla Cassia. Nel lontano 1975 un privato, in cambio di 9 concessioni edilizie, cede gratis al Comune una vasta area destinata a verde e sport, l’amministrazione ratifica il tutto, nel 1996 lo ribadisce, ma poi non acquisisce mai a patrimonio il terreno. 31mila metri quadri di verde pubblico rimasti sulla carta di una piantina abbandonata. A denunciare il fatto Italia Nostra, VAS-Verdi Ambiente e Società, l’Associazione Amici dell’Insugherata, il Comitato Cittadini XX Municipio ed il Comitato spontaneo Robin Hood.
Nell’ambito delle tante iniziative mirate a realizzare un accesso alla Riserva dell’Insugherata a favore dei residenti della Cassia, ed in particolare dell’area Tomba di Nerone, i “segugi” dei comitati hanno accertato l’incredibile fatto.
31mila metri quadri di verde, un cuscinetto naturale tra il parco di Villa Paladini a monte e la Riserva Naturale a valle, è di proprietà del Comune di Roma ma quest’ultimo non lo ha mai acquisito al proprio patrimonio. Ciò significa che viene ignorato, è come se non esistesse.
La conseguenza? Migliaia di cittadini per decenni non hanno avuto la possibilità di fruirne ma soprattutto ciò ha fin’ora impedito la realizzazione di un naturale accesso pubblico, su terreno pubblico, alla Riserva dell’Insugherata.
Una riserva che come l’araba Fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa perché accedervi, da qualche anno, è praticamente impossibile per i residenti della Cassia. Se quel terreno, invece, fosse stato a patrimonio del Comune, da tempo, vista la sua ubicazione, sarebbe stato più che idoneo ad ospitare un passaggio per consentire l’accesso alle aree di proprietà pubblica della Riserva Naturale.
Ed ecco come il team composto da VAS-Verdi Ambiente e Società, Italia Nostra, Associazione Amici dell’Insugherata, Comitato Cittadini XX Municipio e Comitato spontaneo Robin Hood è giunto a questa scoperta.
Sono loro stessi a riepilogare gli eventi in un comunicato congiunto che oggi, 4 maggio, VignaClaraBlog.it pubblica in anteprima assoluta.
Il comunicato
“Nel 2008 l’ingresso all’Insugherata inizialmente concesso in Via Panattoni è stato chiuso dal proprietario del terreno che ha reso impossibile agli abitanti del Villaggio dei Cronisti e di Via dell’Acqua Traversa l’accesso alla Riserva.
Un paio di anni dopo, siamo nel 2010, anche l’ingresso parimenti concesso in Via Tomba di Nerone è stato chiuso dai residenti di un ‘supercondominio’ di 5 palazzine, realizzate al termine della via; i condomini sostengono di essere proprietari di questo tratto di strada e hanno giustificato la chiusura ai fini della sicurezza e della loro privacy, impedendo così di fatto la fruizione della riserva anche dal lato Cassia.
Questi due eventi (cui ha fatto seguito anche la chiusura di Via Campodimele) hanno comportato l’impossibilità di accesso all’Insugherata ai residenti dell’intero quartiere che ospita una popolazione di oltre 50.000 abitanti.”
“Il Comitato Cittadini XX Municipio, il Comitato Cittadini Villaggio dei Cronisti, il Comitato Robin Hood, Italia Nostra e l’associazione VAS, Verdi Ambiente e Società, si sono mobilitate e attraverso numerosi contatti con Roma Natura e l’Assessore alle politiche ambientali del Comune di Roma cercando di ottenere quanto meno la creazione di un accesso dall’interno dei giardini pubblici adiacenti a Villa Paladini (Giardino Caduti Fronte di Russia).”
“Della questione hanno interessato anche la Commissione Urbanistica del XX Municipio che in data 22 marzo 2011 ha portato il Consiglio Municipale ad approvare un Ordine del Giorno che sollecita l’Ente Gestore della Riserva e l’Assessorato all’Ambiente a dare attuazione alle richieste dei residenti.”
“Le difficoltà frapposte anche a questa soluzione hanno spinto i Comitati e le associazioni VAS ed Italia Nostra a cercare un’alternativa che garantisse comunque il rispetto delle proprietà private, ma soddisfacesse al tempo stesso le esigenze dei cittadini: si è così arrivati a fare maggiore chiarezza sulla situazione.
Attraverso i controlli effettuati presso la Conservatoria del Comune di Roma è stato possibile accertare che a seguito di una convenzione urbanistica stipulata nel 1975 tra Comune e società di costruzione, in cambio di 11 concessioni edilizie (ridotte poi a nove) doveva essere ceduta gratuitamente al Comune di Roma una parte dei terreni in zona Tomba di Nerone (di complessivi 31.326 mq.) da destinare a verde e sport”.
“Ma nella realtà questa cessione gratuita non si è poi concretizzata in modo completo perché l’acquisizione al patrimonio comunale proprio di quell’area antistante le 5 palazzine del “supercondominio” (che fa da cuscinetto tra il parco di Villa Paladini a monte e la Riserva Naturale a valle) non sembra essere stata perfezionata entro il termine di tempo previsto dalla normativa vigente. E’ venuto così a mancare il naturale raccordo con la Riserva dell’Insugherata che oggi non è più fruibile dalla Via Cassia.”
“Gli obblighi previsti dalla Convenzione sembrano essere stati confermati nel 1996 dal Consiglio Comunale con l’approvazione della delibera n. 9 del 1 febbraio 1996 (clicca qui), che non ha però portato a perfezionare la cessione gratuita di quest’area.”
“Sulla base di questi primi accertamenti i Comitati e le associazioni VAS ed Italia Nostra intendono ora chiedere all’Assessore capitolino al Patrimonio e alla Casa, ma anche al XX Municipio nel cui territorio ricade il terreno e a Roma Natura che ha inserito a pieno titolo l’area nella Riserva, di verificare le cause per cui sia stata disattesa tanto la convenzione urbanistica quanto la delibera del 1996 e di trovare conseguentemente le soluzioni più opportune per rimuoverle, accertando anche eventuali omissioni di atti dovuti d’ufficio”.
“A giudizio infatti dei Comitati e delle associazioni VAS ed Italia Nostra, la mancata acquisizione di quel terreno, che ha privato i cittadini non solo di un’area più grande da destinare a verde pubblico ma anche del diritto di accesso alla riserva dell’Insugherata, deve essere adeguatamente compensata, specie se la mancata cessione gratuita ha comportato la perdita degli standard minimi di verde e servizi che erano dovuti per la lottizzazione convenzionata.”
“Si pretende quindi di avere la cessione gratuita anche di quest’area o di ottenere in subordine, una servitù di passaggio dal cancello di ingresso su via Tomba di Nerone, lasciando il rimanente tracciato all’utilizzo riservato del supercondominio (ma solo se venisse accertato che gliene spetta di diritto l’utilizzo privato).”
Ed il comunicato si chiude con un aut-aut nel quale Il Comitato Cittadini XX Municipio, il Comitato Robin Hood, Italia Nostra, l’associazione VAS, Verdi Ambiente e Società e l’associazione Amici dell’Insugherata dichiarano la loro intenzione ” di presentare una richiesta congiunta a tutti i soggetti istituzionali a vario titolo competenti in materia per esigere nei tempi possibilmente più rapidi la soluzione più giusta nell’interesse dell’intero quartiere Tomba di Nerone e della Cassia tutta.”
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Sono tre anni che una popolazione di 50.000 residenti attende pazientemente la realizzazione di una accesso alla Riserva dell’Insugherata; tre anni di attesa per ottenere non un autostrada o un cavalcavia o un grattacielo ma un “misero” sentiero che consenta l’accesso ad un’area verde gestita con i soldi del contribuente. Dopo tre anni di attese, di riunioni, di audizioni, di promesse, di “ordini del giorno” è ora che Regione, Comune e Municipio intervengano per realizzare quello che, a gran voce, chiedono i residenti. E’ ora che l’Ente gestore dia attuazione al Piano di Assetto per soddisfare non un “capriccio” ma la richiesta di migliaia di famiglie, le stesse che con le loro tasse pagano lo stipendio a chi dovrebbe curare i loro interessi.
E’ ora , nel senso che la pazienza ha un limite: se ancora proseguirà la latitanza di Comune e Ente Roma Natura bisognerà pensare ad azioni per costringere amministrazioni pubbliche a tutelare i diritti dei cittadini.
Il lavoro di Robin Hood e di tutte le associazioni che hanno collaborato per “svelare” questa nuova verita’ sono semplicemente ESEMPLARI. Avremo modo di sapere perche’ dal 2006 le istituzioni deputate e delegate non abbiamo reso fruibile la Riserva. Il Circolo PD San Godenzo-Cassia gia’ da tempo sostiene la battaglia per l’accesso alla Riserva e rafforza la propria disponibilita’ a collaborare ad ogni azione che porti all’ottenimento di questo risultato per la collettivita’.
Grazie ancora a tutti.
Claudio Marinali
Nel 1985 l’Istituo Nazionale di Urbanistca ed Italia Nostra hanno svolto un’ottima “Indagine sulle aree libere del patrimonio fondiario del Comune di Roma” che ha messo a nudo il meccanismo perverso delle cessioni gratuite che sono state fatte al Comune di Roma con atti d’obbligo che prevedevano sempre in cambio la possibilità di costruire, ma che non sono state poi perfezionate con la acquisizione al patrimonio comunale delle aree entro il lasso di tempo previsto, trascorso inutilmente il quale l’atto d’obbligo contratto dalle società di costruzione ha perso la sua validità giuridica facendo tornare le aree nella piena proprietà privata di chi le doveva cedere gratuitamente all’amministrazione comunale.
Per il caso in questione, come si può ben vedere dalle premesse della delibera approvata nel 1996 dal Consiglio Comunale (anch’essa pubblicata sul blog), il 27 dicembre 1975 é stata presa anticipatamente in consegna dal Servizio Giardini anche l’area (particella 562 del Foglio 211) antistante il supercondominio delle 5 palazzzine realizzate che fa da cuscinetto tra il parco di Villa Paladini a monte e la riserva naturale dell’Insugherata a valle: stiamo cercando di sapere come e perché quest’area sia tornata nel pieno possesso delle tre S.r.l. “PAXOS”, “OXIA” ed “IDRA” a cui il 30 dicembre 1975 la sig.ra Maria Luisa Casartelli l’ha venduta assieme ad altre aree per complessivi 13.315 mq. che avrebbero dovuto essere destinati a verde pubblico e servizi degli abitanti del quartiere Tomba di Nerone, a cui vogliamo che ritorni.
Con riguardo all’accesso da via Campodimele, segnalo che da anni è stata eretta una recinzione che occlude quasi totalmente il passaggio e l’accesso al parco dell’Insugherata. Da un fronte di 50 metri sono stati lasciati liberi 5 metri.
Di seguito l’immagine satellitare relativa ove la recizione disegna una sorta di zeta.
http://maps.google.it/maps/ms?ie=UTF8&hl=it&msa=19&msid=211363462556168409970.00049db05ae2d8ed11c0b
Sono rimaste senza risposta due mail inviate a Roma Natura, inerte come il Comune nella tutela del patrimonio verde del municipio.
Cari amici del parco dell’Insugherata, io non ci sono mai stato anche se abito sulla Cassia dal 1969, oggi il Consiglio Comunale della XV Circoscrizione si riunisce alle ore 10:00 per ” l’alienazione della Villa “. Che significa che la butteranno giù ?
Fatemi sapere.
Gentile Massimo dubito molto che la Villa possa essere buttata giù dal momento che appartiene all’Istituto Italiano dei Tumori (lo stesso che ci ha negato il passaggio sui suoi terreni) che evidentemente lo ha messo in vendita. Così come dubito che Regione e Comune, con i conti in rosso, possano acquisirla. Finirà come Villa Manzoni: nelle mani di qualche grande società, banca o ad una ambasciata straniera.