No al cemento senza le strade. E’ questo il tema dell’assemblea pubblica che si terrà presso il circolo PdL di Prima Porta Labaro alle 18 di giovedì 24 Marzo, in via della Stazione di Prima Porta 31, per dibattere il tema della nuova lottizzazione tra Via Concesio e Valle Muricana senza realizzare prima una strada che colleghi direttamente via Concesio con via Flaminia. Con l’occasione sarà presentata la petizione popolare il cui obiettivo è appunto la realizzazione di tale collegamento.
Questa strada, a detta degli organizzatori dell’assemblea, è ritenuta un’opera ormai improcrastinabile ed assolutamente indispensabile per alleggerire i flussi di traffico sulla stessa Via Concesio e all’interno del quartiere di Prima Porta.
All’incontro interverranno Bruno Prestagiovanni, neo presidente Ater Roma, Andrea Simonelli capogruppo PdL della Provincia di Roma, Marco Di Cosimo presidente della Commissione Urbanistica Roma Capitale, l’Assessore ai Lavori Pubblici del XX Municipio, Stefano Erbaggi e il Presidente della Commissione Politiche Sociali del XX Municipio, Giorgio Mori. L’incontro sarà presieduto dal presidente del Circolo Vito Nigro.
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Mi sento in obbligo di portare a conoscenza i lettori di Vigna Clara che la nuova lottizzazione di cui l’articolo non dice più di tanto dovrebbe realizzarsi nel cosiddetto “ambito di riserva” poi diventato nel PRG approvato definitivamente “Ambito a pianificazione particolareggiata definita” n. 106 “Prima Porta”, che ricade al di fuori del Parco di Veio, mentre la strada di collegamento che si vorrebbe ora realizzare vi ricade interamente dentro: va per di più detto che le aree interessate dal progetto della strada di collegamento sono soggette a vincolo paesistico, tutelato tanto dal P.T.P.n. 15/7 che le sottopone a tutela integrale quanto dal P.T.P.R. che fra le nuove infrastrutture non consentite include proprio la viabilità locale.
Non è dato di sapere se i promotori dell’iniziativa ignorino deliberatamente o inconsapevolmente i vincoli di tutela e le conseguenti prescrizioni di intrasformabilità delle aree su cui vorrebbero realizzare il collegamento stradale: sotto l’aspetto della tutela e delle procedure che vi sono connesse, appare comunque quanto meno inusuale che all’incontro non siano stati invitati a partecipare anche i soggetti che sono preposti a rilasciare i dovuti benestare, come da un lato l’Ente Parco di Veio (a cui spetta il rilascio di un “nulla osta” che nel rispetto non solo delle prescrizioni del P.T.P. n. 15/7 e del P.T.P.R., ma anche delle “misure di salvaguardia” dell’area naturale protetta non potrà mai dare) e dall’altro lato la Regione Lazio o il Comune di Roma, se subdelegato (a cui spetta il rilascio della “autorizzazione paesistica” previo “parere” vincolante della Soprintendenza competente per territorio, che si troveranno costrette anch’esse a rigettare la richiesta).
Per affrontare un tema così delicato, cercando di trovare una soluzione che riesca a fare una ponderazione equilibrata di tutti gli interessi in gioco, sarebbe stato opportuno coinvolgere tutti gli “attori” chiamati in causa a vario titolo, sia direttamente che indirettamente, sentendo anche “politicamente” tutte le campane.
Porto ad ogni modo a conoscenza i lettori di questo blog che l’iniziativa ha dei precedenti che risalgono addirittura al 2001, quando il “Comitato Veio Nuova” ha chiesto all’Ente Parco di Veio “di prevedere l’inserimento, sempre nel piano di riassetto, di una idonea strada di comunicazione che permetta il collegamento tra il ns/insediamento urbanistico ed il parcheggio di scambio della ferrovia Roma Nord”.
Con deliberazione n. 29 dell’1/4.10.2002, relativa alle osservazioni al nuovo Piano Regolatore Generale di Roma adottato con deliberazione della Giunta Comunale n. 67 del 18.6.2002, il Consiglio del XX Municipio ha poi proposto un “adeguamento sede viaria di Valle Muricana e via Concesio (anche con la realizzazione di una seconda strada parallela)”.
Nelle controdeduzioni del 3.12.2002, relative alle osservazioni dei Municipi al nuovo PRG adottato, la Giunta Municipale con riferimento alla mobilità ed in particolare alla “richiesta di adeguamento della sede viaria di Valle Muricana v. Concesio (realizzazione di una seconda strada parallela)” ha precisato che “la richiesta è meritevole di attenzione. Riguarda una viabilità di livello locale. Va valutata la compatibilità con il piano di assetto del Parco di Vejo che costituisce uno strumento sovraordinato rispetto al piano regolatore generale”.
Rispetto alla posizione di allora del Comune, si preferisce oggi un collegamento diretto che per raggiungere la via Flaminia deve fra l’altro attraversare il fosso della Torraccia.
10, 100, 1000 Bosi ci vorrebbero nell’amministrazione italiana.
Questo è quello che ho pensato qualche giorno fa quando, ascoltato in commissione commercio sulla “approvazione Piano Regolatore Impianti Pubblicitari” mi ha lasciato per mezzora a bocca aperta, dando lezione a tutti i presenti su tale materia, per una profonda conoscenza tecnica, frutto di un evidente studio tecnico davvero approfondito.
E adesso lo confermo.
Fatta questa breve premessa, vorrei fare una diversa considerazione.
Io sono stato firmatario, insieme agli amici Ariola, Costantini, Derenti e Targa dell’ODG andato in votazione il 14 Marzo 2011 nel XX Muncipio, e votato favorevolmente, seppur con una modifica sostanziale nel dispositivo finale, una modifica che non cambia il senso finale dell’atto, vale a dire “il XX Municipio vuole quella strada”.
L’hanno votata tutti i gruppi presenti in aula e non poteva non essere così, perchè quella strada avrebbe una finalità sociale duplice: alleggerire il carico di traffico già molto pesante su Via di Valle Muricana e decongestionare il traffico locale di Prima Porta già pesantissimo a causa del recente aumento di carico urbanistico delle aree adiacenti.
La lottizzazione di cui correttamente parla Bosi è frutto di una compensazione edificatoria del Comprensorio E1 Tor Marancia, voluta dall’amministrazione Veltroni nel 2003 che comprendeva anche un’area all’Olgiata ed è temporalmente contigua a quella che coinvolge la ben nota area di Via Città di Castello, da molti lettori, non senza una certa ragione, contestata.
L’approvazione della proposta di delibera comunale in questione (la 91 del 2003), nel nostro municipio, è avvenuta con voto favorevole il 19 Marzo 2003, ma soggetto a prescrizioni. Il nostro municipio ha posto nove condizioni (seppur non vincolanti) e tra queste la strada in questione.
In data 28 Marzo 2003 (molto frettolosamente … ) la Giunta Veltroni ha ritenuto di rigettare sette di quelle nove richieste perchè riteneva che “non si possa provvedere con questo atto” e tra queste la strada citata (dunque respinta).
Nella Conferenza dei Servizi che è seguita è rimasto a carico del costruttore solo l’onere “dell’intervento della viabilità d’accesso” e non quella da noi chiesta originariamente.
Allora la conclusione è semplice. I partecipanti perseguono la volontà di confermare l’indirizzo politico da sempre espresso sulla realizzazione di quel collegamento, un collegamento che ha delle importanti conseguenze.
Bosi centra il problema quando afferma che serve “ fare una ponderazione equilibrata di tutti gli interessi in gioco”, vale a dire quella che doveva essere fatta quando si faceva un’operazione politica a Tor Marancia, caricando urbanisticamente Olgiata, Prima Porta e pure Fleming a Via Città di Castello. Ma non è stato fatto o è stato fatto in barba ai cittadini.
Ora si invocano una serie di aspetti tecnici legati al PRG, al P.T.P.n. 15/7 (Parco di Vejo) e al P.T.P.R. (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale adottato dalla Giunta Marrazzo nel 2007), ma pure i giustamente prevedibili “pareri negativi” della sovrintendenza, per mettere in discussione un’opera resasi necessaria anche socialmente.
Detto in politichese stretto “la sinistra svende i quartieri di Roma Nord con i costruttori e poi realizza tutti quegli strumenti urbanistici che impediranno lo sviluppo delle infrastrutture necessarie a rendere almeno sopportabile tale sciagura”.
Allora mi permetto a Bosi di dire questo, ben sapendo che posso solo imparare su tale materia da lui: non sottoponiamo la politica alla burocrazia, perchè questo uccide la credibilità dell’amministrazione agli occhi dei cittadini.
I vincoli, i parchi e gli strumenti urbanistici in generale non possono condizionare la politica tanto da depotenziarla in assoluto. Oggi Alemanno chiede, e non a caso, poteri nuovi anche sull’identificazione dei siti idonei alle rilocalizzazione di campi rom, perchè abbiamo bisogno di risolvere rapidamente i problemi, evitare tragedie prevedibili, risolvere problemi sociali (si pensi che da decenni sulla Tiberina fino a Tenuta Piccirilli mancano le fogne e gli impianti idrici per colpa dei vincoli archeologici con conseguenze sciagurate verso centinaia di cittadini romani).
Non trasformiamoci da supertecnici in superburocrati. Non faremo il bene della collettività.
G.Mori
Cons. Municipio Roma XX
Gent.le cons. Mori,
la ringrazio per i meriti che mi ha voluto riconoscere, ma mi sento in obbligo di replicare alle sue affermazioni come cittadino che vive in uno Stato di diritto, prima ancora che come rappresentante di una associazione che è comunque portatrice di interessi diffusi, compresi quindi quelli dei cittadini di via Concesio.
Sono d’accordo con Lei sul fatto che la “politica” non debba sottomettersi alla “burocrazia”, ma Lei non può scambiare però per “burocrazia” l’obbligo di rispettare invece le leggi, a maggior ragione perché riveste una carica pubblica che la obbliga a rispettarle per primo ed a farle rispettare da tutti: la credibilità dell’amministrazione pubblica di qualsiasi livello (municipale, comunale, provinciale, regionale e statale) verrebbe uccisa agli occhi dei cittadini proprio in caso di mancato rispetto di quelle stesse leggi che le istituzioni si son date.
Ne deriva che la “politica” (di qualunque maggioranza di governo di turno) deve sottostare alle leggi volta per volta vigenti (finché non vengono cioè cambiate) e quindi nel nostro caso deve sottostare anche ai “vincoli, ai parchi ed agli strumenti urbanistici” che debbono condizionarla se non altro perché è quella stessa “politica” che li ha voluti, in applicazione delle stesse leggi che si è data.
A tal riguardo trovo del tutto infelice il paragone che ha voluto portare come esempio di una presunta “colpa dei vincoli archeologici” che a suo dire avrebbero ostacolato da decenni la realizzazione delle fogne sulla Tiberina: a quanto mi risulta si tratta del collettore Prima Porta-Labaro che arriva fino al centro abitato S. Isidoro, di cui si son dovuti interrompere i lavori al 1° Km. ca. della via Tiberina quando gli scavi hanno portato alla luce degli importanti resti di epoca, che sono stati sottoposti nel frattempo a vincolo archeologico con l’emissione di un decreto ministeriale.
L’ACEA ha adeguato il progetto del collettore ormai da più di un anno: se “colpa” ci deve essere non va e non può comunque essere attribuita alla Soprintendenza Archeologica che ha fatto fino in fondo il suo dovere: voglio augurarmi che lei non intendesse dire che per evitare la “burocrazia” si dovesse passare come un carro armato sopra i resti archelogici, fregandosene altamente se andavano distrutti.
Ad ulteriore conferma di come il rispetto del nostro patrimonio sia culturale che paesistico non ostacoli lo sviluppo Le porto l’esempio della strada di collegamento tra l’ospedale S. Andrea ed il parcheggio di scambio di Saxa Rubra, che è stata realizzata proprio dentro il parco di Veio (anche grazie al mio apporto allora di membro del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco di Veio) e non è stata bloccata nemmeno dal reperimento dei resti archeologici all’altezza dell’incrocio tra via di Quarto Peperino e via A. Salk.
Il rispetto delle regole del nostro Stato di diritto comporta anzitutto il rispetto del principio di leale collaborazione fra tutte le istituzioni dello Stato, sancito dall’art. 97 della Costituzione, che per il caso in questione avrebbe dovuto comportare un coinvolgimento a monte quanto meno dell’Ente Parco di Veio, degli Assessorati all’Ambiente ed all’Urbanistica della Regione Lazio, oltre che della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma.
Come utile oltre che significativo esempio dell’avvenuto rispetto di questo principio le porto il collegamento con la Flaminia del parcheggio di scambio di Montebello, che è stato realizzato benché ricadente dentro il parco di Veio.
Il rispetto di questo principio non significa il totale “depotenziamento” della “politica”, ma caso mai proprio quella “ponderazione equilibrata di tutti gli interessi in gioco”, che Lei ha male interpretato e comunque utilizzato per fare in “politichese stretto” (mi scusi se riprendo un suo stesso termine) un inutile quanto sterile confronto tra la “operazione politica” del centro-sinistra di ieri e quella del centro-destra di oggi.
Gli interessi di cui parlavo sono solo e soltanto quelli “pubblici”, di cui va fatta una ponderazione equilibrata ogni volta che entrano in conflitto tra loro: nel nostro caso sono da un lato il diritto alla mobilità dei cittadini e dall’altro lato il diritto alla tutela del paesaggio.
Senza voler fare l’integralista di cui mi accusano diversi miei detrattori del tutto a sproposito (se non altro perché un’altra serie nutrita di persone che si definiscono addirittura “ambientaliste” mi accusa dall’altra parte di essere addirittura corrotto), debbo però farle presente che – se si mettono sui 2 piatti di una bilancia gli interessi pubblici che vengono a scontrasi nel nostro caso – il piatto della bilancia penderebbe a totale favore della tutela del paesaggio, perché rientra fra i principi fondamentali della nostra Costituzione e precisamente nell’art. 9 che obbliga lo Stato alla tutela del paesaggio.
Questa stessa “ponderazione” doveva essere fatta a monte dal Sindaco Alemanno quando ha voluto candidare Roma per le Olimpiadi proponendo in caso di loro assegnazione alla capitale la realizzazione di un villaggio olimpico sull’ippodromo di Tor di Quinto, per il quale vigono gli stessi vincoli di intrasformabilità sanciti sempre dalla “politica” che non può darsi delle regole buone solo per i cittadini, ma che è poi la prima a non rispettare ogni volta che non fanno più comodo perché si cambia idea e si vuole sempre e comunque le mani libere.
Le voglio far presente che nella “ponderazione” va considerato anche il Piano di Assetto del Parco di Veio, che è stato solo adottato il 9.12.2009 ed è quindi giuridicamente non ancora vigente, ma che destina le aree interessate dal collegamento proposto a sottozona C2 di riserva generale (che riguarda l’area delle forre, dei fondovalle e delle spallette boscate) ed a sottozona C1 di protezione generale (che riguarda il paesaggio agrario con funzione di connessione ambientale) in entrambe le quali le norme vietano la realizzazione di nuove strade.
Ponderazione degli interessi in gioco significa anche prendere in esame soluzioni alternative, prima di alterare irreversibilmente un sistema ambientale così delicato.
Per riuscire a far bene questo occorre studiare a fondo la percorribilità effettiva di tutte le possibili soluzioni proprio da un punto di vista tecnico-giuridico, senza dover essere necessariamente dei “supertecnici”, dal momento che la legge non ammette ignoranza da paarte di nessuno (in tal caso di vincoli insuperabili ed ineludibili): e fare questo non significa affatto trasformarsi in superburocrati, ma caso mai in amministratori sensibsili e caso mai meno strabici, che guardino cioè a 360 gradi e non soltanto in un’unica direzione, perché debbono curare sempre e soltanto l’interesse ed i diritti di tutti.
Tecnico giuridico??
Gentilissimi signori, nella mia opinione tecnico significa che dove si fanno le case bisogna fare anche le strade, e che per protare fuori da un quartiere diciamo 10 000 persone ogni mattina la strada deve avere una data larghezza. Giuridico significa che nessun essere umano deve sopportare l’assurdo stress di interminabili file nel traffico a causa dell’avidità della speculazione edilizia e dell’ottusità dei massimalismi ambientalisti e dei sofismi legali.
In gran parte di Roma nord i cittadini sono invece schiacciati tra l’incudine dei vincoli ambientali ed il martello dei palazzinari.
Il risultato è che si fanno i palazzoni ma non le strade.
Cari saluti.
Francesco
Un esempio per tutti : quando fu realizzato il mega centro Fiat Flaminio di Grottarossa venne costruito il fantastico svincolo a quadrifoglio ancora oggi
a onorevole servizio della rimessa Atac e del notevole traffico mattutino che scende da via di Grottarossa. Qualche anno fa è stata realizzata la big caserma dei carabinieri di Viale Tor di Quinto senza il minimo ampliamento della viabilità;
furono addirittura installati ben due semafori che alle ore di punta causano file interminabili.Ma come si è potuta autorizzare la costruzione di una mega caserma senza prima obbligare i costruttori ad ampliare la viabilità ordinaria?Oggi la storia si ripete ! Ben vengano quindi le preoccupazioni descritte nell’articolo e nei commenti : si spera che il comune,se lo riterra opportuno, obblighi i palazzinari a creare a loro spese le opere di viabilità.Prima le strade e i parcheggi poi i palazzoni !!!!!!
Un Saluto alla Redazione.
Antonio
Carissimo Antonio,
mi ero proprio messo al PC per scrivere le cose che tu hai scritto, prima e megli di come avrei fatto io.
Grazie.
Francesco
p.s. sono stato in Olanda, paese con densità di popolazione doppia della nostra, eppure hanno trovato lo spazio per piste ciclabili, viabilità scorrevole, circonvallazioni che evitano di traversare ed inquinare quartieri e paesi. Ora sono quì che a guardare la Cassia intasata, su cui confluiscono decine di stradelle a fondo cieco….
Ho letto con molta attenzione tutti i commenti precedenti,
da comune cittadino di quel quartiere mi sono posto molte domande che a voi pongo per capire meglio:
Una edificazione di circa 150.mila mt cubi,comporterà disagi alla mobilità di quel quartiere si o no ?
E’ l’unica opera per la mobilità rimasta incompiuta(sia urbanizzazione primaria che secondaria)? quali sono quelle compiute,realizzate e finite, previste nel PRG sacrofanese?
chi dovrà finanziare e in quali tempi(se non contestuali) la strada concesio-flaminia?
Gli art.11 del PRG cosa obbligano?
Nel frattempo però vengono raccolte firme da partiti di governo che fanno da parte sindacale con petizioni a se stesso,Chi è allora il referente che fa la parte politica?
Io una risposta me la sono provata a dare,ed è questa:Il comune,dovrebbe tenere conto della trasformazione avvenuta in nove anni su quel territorio,validare le richieste dei cittadini che rivendicanio il diritto alla mobilità,promovendo dapprima il realizzo di opere pubbliche per poi proseguire con gli sviluppi edificatori.
Dovrebbe restituire da subito le somme versate in oneri di urbanizzazione dai cittadini di valle muricana attraverso la messa in bilancio dei fondi necessari con l’impegno di tutte le somme esistenti e quelle mancanti per il realizzo delle opere pubbliche destinate dal prg.
Sarà necessaria una nuova variante? si faccia !
Ma il rigoroso rispetto di tutti quei cittadini di prima porta e valle muricana non puoò più sopportare di essere leso.
saluti Roberto
Il comitato Karol Wojtila,comitato civico che rappresenta il territorio di valle muricana,esprime il proprio dissenso e contrarietà alla costruzione della strada di collegamento via concesio-stazione montebello.Strada ideata e proposta tramite una petizione popolare con una raccolta di firme dai rappresentanti della maggioranza consigliare nel municipio xx°.Il comitato facendosi portavoce della necessità di una strada che colleghi il territorio , più volte espressa dalla cittadinanza di valle muricana,esprime un giudizio negativo su tale opera in quanto non risolve il problema essendo essa non ad uso dei residenti di valle muricana,che vedranno amplificarsi i propri problemi di viabilità, ma semplicemente a vantaggio delle nuove costruzioni tra cui si dice un centro commerciale che dovranno sorgere su via concesio.Il comitato chiede,a nome dei cittadini di valle muricana,di costruire si nuove strade che necessitano in un territorio fortemente martoriato da speculazioni edilizie ma di salvaguardare il territorio stesso vincolato a parco veio da ulteriori scempi edificatori.La nostra proposta che avrebbe un impatto minimo sia nei costi che da un punto di vista ambientale è quella di prolungare via pedrengo(al quarto km. di valle muricana)con l’attraversamento del fosso della torraccia con la vicina via flaminia e di collegare il terzo km. con la vicina santa cornelia due realtà divise da un semplice torrente.Tali opere consentirebbero di creare una direttrice flaminia-cassia bis che nel rispetto del territorio e della sua bellezza risolverebbe realmente i problemi di viabilità dei residenti di valle muricana e dei territori circostanti.La proposta la sottoponiamo agli organi competenti affinche ne valutino la fattibilità;nel frattempo invitiamo tutti i cittadini di valle muricana a continuare a sostenere il comitato in questa sua lotta contro quei falsi profeti che nel nome del bisogno nascondono alla cittadinanza i loro interessi speculatorii,speculazioni che siamo stanchi di subire.