Il Presidente del Consiglio del XX Municipio, Simone Ariola, ed il Presidente della Commissione Politiche Sociali, Giorgio Mori, plaudono alla sentenza della Grande Camera della Corte Europea per i diritti dell’uomo che, affermando il principio della sussidiarietà, ha negato che l’ostensione del crocifisso nelle aule scolastiche costituisca un pericolo di indottrinamento per gli alunni. In una nota appena giunta a VignaClaraBlog.it dichiarano infatti:
“A più di anno dalla votazione della mozione nel XX municipio di Roma che chiedeva la disapplicazione della sentenza di primo grado della Corte nelle proprie scuole, perché non definitiva, la Corte europea per i diritti dell’uomo ha dato ragione al governo italiano sulla presenza del Crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche, confermando, di fatto, quello che era stato auspicato anche dalla nostra istituzione municipale.”
Ariola Mori ricordano poi di essere stati “i primi firmatari di una mozione voluta dal gruppo PDL che aveva il fine esplicito di tentare di contenere una deriva laicista che sembrava pervadere le istituzioni dell’Unione Europea, perché trascurava le radici giudaico-cristiane dell’Europa.”
“La discrezionalità di cui dispone l’Italia nelle funzioni che assume nell’ambito dell’educazione e dell’insegnamento non ha leso – dichiarano – il diritto dei genitori di garantire l’istruzione conformemente alle loro convinzioni religiose e filosofiche e questo ha consentito di giustificare la presenza del Crocifisso nelle scuole e, più in generale, nei luoghi pubblici.”
“Il crocifisso – concludono Ariola e Mori – non viene pertanto considerato dai giudici di Strasburgo come un elemento di indottrinamento ma, proprio come noi sostenevamo nella mozione, è solo un elemento che caratterizza l’identità del nostro popolo.”
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