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Nel XX Municipio il maggior numero di beni confiscati alle mafie nella Capitale

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Nel pomeriggio di ieri, 15 febbraio, a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, è stato presentato dalle associazioni Gioventù Attiva, Libera, Equorete ed altre, il dossier di inchiesta sui beni confiscati alle mafie a Roma e provincia, “Riprendiamoci il maltolto, Dalla confisca all’effettivo riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie” dal quale emerge che tra immobili e aziende sono 383 i beni confiscati alle mafie nella Capitale, facendone, in una virtuale graduatoria, la settima provincia in Italia.

Il Lazio, invece, con i suoi 482 immobili nella stessa classifica e’ la sesta Regione. Durante l’incontro le associazioni hanno spiegato che “accanto ad encomiabili attività di gestione sociale di questi beni sono emerse situazioni di abbandono di immobili consegnati dal demanio alle amministrazioni locali, in particolare Comune di Roma e Regione Lazio e tuttora vuoti”.

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L’attivita’ di monitoraggio, svolta in base ad un elenco aggiornato al 31 dicembre del 2009, ha dimostrato che a Roma è il XX Municipio quello con il maggior numero di beni confiscati, con 19 su 383. Seguono a ruota il X con 15 beni e l’XI con 12.

Buone pratiche ma anche molte criticità, insieme ad alcune proposte sono presenti nel dossier che è stato presentato con l’intento di costituire una traccia di lavoro per individuare gli strumenti e le risorse necessarie affinchè tali beni possano offrire una opportunità di sviluppo per i territori.

In questa occasione Gioventù Attiva ha illustrato la petizione popolare sul riutilizzo sociale dei beni confiscati a Roma da parte dei giovani, realizzata nell’ambito della campagna LAZIOSENZAMAFIA.

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3 COMMENTI

  1. un buon lavoro di dossieraggio …ma non vedo perchè associazioni chiaramente politicizzate debbano avere l’usufrutto di spazi che dovrebbero essere gestiti dall’amministrazione pubblica.
    Affidare a privati ciò che dovrebbe gestire lo Stato non è una soluzione equa, bisogna lottare (opera assai ardua) affinchè lo Stato faccia la sua parte, altrimenti tra qualche anno ci ritroveremo con polizia istruzione sanità totalmente affidata a privati con la scusa che lo Stato è incapace di gestire questi settori.

  2. Associazioni chiaramente politicizzate? E lo “Stato” invece non e’ politicizzato? Mi piacerebbe sviluppare il concetto.

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