Il 6 gennaio sarà il giorno dell’avvio dei saldi nella Capitale, una data attesa dai tanti che hanno soprasseduto al rinnovo del guardaroba in dicembre per attendere di poterlo fare a prezzi ridotti. E pur essendo giorno di festa, gli esercizi commerciali potranno restare aperti: l’assessore capitolino alle Attività Produttive Davide Bordoni ha infatti già firmato la deroga alla chiusura dei negozi prevista dall’ordinanza comunale.
“A gennaio 2010 avevamo adottato lo stesso provvedimento dopo aver accolto le richieste delle associazioni di categoria – spiega Bordoni – e quest’anno abbiamo deciso con largo anticipo di concedere nuovamente la deroga, permettendo agli esercenti di valutare la possibilità di tenere alzate le saracinesche, dal momento che la festa della Befana coincide con l’inizio dei saldi invernali”.
Non sarà invece più in vigore, dal 31 dicembre, la disciplina oraria del periodo natalizio che permetteva ai negozi di restare aperti tutte le domeniche del mese. Il 2 gennaio, gli esercizi di vendita al dettaglio saranno tenuti al rispetto della chiusura nel giorno domenicale. Unica eccezione, come recita l’ordinanza del 24 marzo 2009, i negozi del centro storico, del XIII Municipio e quelli posti nelle immediate adiacenze di Piazza San Pietro, della Basilica di San Paolo e della Basilica di San Giovanni.
Nelle prime due domeniche dei saldi invernali, il 9 e il 16 gennaio, sempre secondo ordinanza sindacale, per gli esercizi di vendita al dettaglio è prevista dunque l’apertura facoltativa.
Ma c’è chi chiede di più
Ad esempio la Federconsumatori che arriva al punto di chiedere l’apertura dei saldi da subito, senza attendere l’Epifania. “Concordiamo con la Confesercenti che, quello appena trascorso, sia stato un Natale fiacco, anzi fiacchissimo e che, molte famiglie italiane non hanno acquistato per poter risparmiare con i saldi”.E’ quanto sostiene la Federconsumatori in un comunicato.
“Ma, allora – dice Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori – non si capisce perché si voglia rimanere nell’indeterminatezza totale, con danni per tutti, non solo per le famiglie, dal momento che, in questi giorni, viene messa in campo molta concorrenza sleale attraverso saldi mascherati o surrettizi”.
“Invitiamo, infine, ad essere meno provinciali, prendendo ad esempio quello si sta attuando nelle capitali europee e nelle principali metropoli del mondo, dove sono state già aperte le vendite a saldo. Sappiamo per certo, e lo stiamo denunciando da anni, che questo non risolverà il problema delle famiglie italiane e dell’economia del Paese, che richiede, invece, misure di carattere strutturale che restituiscano potere di acquisto alle famiglie attraverso un processo di detassazione per il reddito fisso, ma almeno si darà alle famiglie l’opportunità di alleviare leggermente la propria condizione di disagio” conclude l’associazione.
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Non riesco a capire, se i prezzi di saldo per i commercianti sono egualmente remunerativi e migliorano i loro affari, perché non vendono a quei prezzi per tutto l’anno ?