Anche VAS, l’Associazione Verdi Ambiente e Società, è contraria al progetto annunciato dal Sindaco di Roma, e la sua contrarietà la esprime con un comunicato nel quale si legge che “L’ippodromo di Tor di Quinto è soggetto a vincolo demaniale e ricade all’interno del vincolo paesaggistico imposto il 9 novembre 1987: la sua tutela è stata assicurata dal Piano Territoriale Paesistico (in sigla PTP) n. 15/8 Valle del Tevere, che lo destina a sottozona di tutela paesaggistica (Tpa), prescrivendo come sua disciplina di tutela il divieto assoluto di costruirvi nuovi edifici.”
“Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) adottato nel 2007 lo destina a Paesaggio dell’insediamento storico diffuso, autorizzandovi solo il recupero ed ampliamenti inferiori al 20% del patrimonio edilizio esistente (compresi gli impianti sportivi coperti esistenti): non consente nuove realizzazioni anche di impianti sportivi sia al coperto che allo scoperto. Il nuovo P.R.G. di Roma, definitivamente approvato a febbraio del 2008, destina l’ippodromo a Servizi privati dove l’art. 86 delle NTA non consente nuove edificazioni.”
“Se a Roma si realizzeranno le Olimpiadi del 2020, nei 60 ettari dell’ippodromo di Tor di Quinto il Comune ha progettato di realizzarvi un Parco Olimpico di 16.000 posti letto più 5.000 alloggi per i giornalisti (che poi diventeranno case popolari), perché secondo il Sindaco i suddetti vincoli di assoluta inedificabilità non sono ostativi e non impediscono di edificare un villaggio rispettoso dell’ambiente ed ecosostenibile, con un equilibrato rapporto tra verde e costruzioni. I suddetti Piani Paesaggistici – incalza VAS – sono sovraaordinati non solo a tutti i piani regolatori dei Comuni, ma addirittura agli stessi Piani di Assetto dei Parchi: lo prescrive espressamente il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” nel rispetto dell’art. 9 della Costituzione, come sancito dalla stessa Suprema Corte con sentenza n. 108 del 19 maggio 2008. Il Comune di Roma ritiene invece di poterli scavalcare con successo, nella convinzione di poter sempre e comunque derogare dalle regole del nostro Stato di diritto: ha provato a farlo sempre ai Prati di Tor di Quinto dapprima con il centro RAI (poi spostato a Saxa Rubra) e lo scorso anno con il Centrale del Tennis (poi lasciato dove il Coni ha voluto) e lo sta dimostrando anche nei confronti del vincolo paesistico sull’Agro Romano imposto lo scorso 26 gennaio, che ha preannunciato di voler impugnare al TAR nella certezza di farlo annullare.”
Ci permettiamo di far presente all’On. Sindaco Gianni Alemanno – conclude VAS – quanto già rilevato al Comune di Roma dallo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali: “la tutela del paesaggio secondo la nostra Costituzione e l’interpretazione che ne ha dato la Corte Costituzionale, é competenza dello Stato e della Regione. La Costituzione e la legge prevedono che il piano regolatore comunale (così come tutte le sue “Varianti” approvate tramite “Accordo di Programma”) deve rispettare il piano paesaggistico e non viceversa. Anche noi vogliamo le Olimpiadi a Roma, ma non a questo prezzo.”
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