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    Quanto costa una notizia

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    NotiziaC’è un lumbard, uno di quelli doc, Vittorio Feltri, che s’è affrancato dalla direzione del quotidiano per il quale lavorava, “Libero”, per passare all’antagonista “Il Giornale”. Quasi fosse Alcibiade, è tornato al timone del barcone che aveva lasciato prima di cedere alla tentazione d’una nuova avventura (“Libero”, appunto) griffata Angelucci. Non colpisce il gesto, è all’ordine del giorno il cambiar bandiera. Fanno riflettere però i 15 milioni d’euro che secondo indiscrezioni già confermate dalla Rete finiranno nelle tasche dell’orobico.

    Nulla al confronto dei 5, 6 milioni che percepirebbe Belpietro, ex direttore de “Il Giornale” prima della parentesi Giordano, per guidare a sua volta una testata attualmente senza capitano. Pare un cane che si morde la coda, leggasi invece come un'”info” che fa parte dei giochi di potere.

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    Bene, premesso che chi ha i “danè” è giusto che li gestisca come vuole, viene da spiegare al lettore che chi fa il giornale e lavora in una redazione prende si e no duemila euro al mese e un collaboratore – gente che sta a disposizione del giornale più d’un direttore – guadagna in media 25 euro ad articolo. Lordi.

    Massimiliano Morelli

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    1 commento

    1. Occorre anche spiegare al lettore che ci sono giornali, riviste, periodici culturali, registrati in Tribunale, con tanto di Direttore responsabile, dove tutto il personale lavora, più di quello dei quotidiani di nome, completamente gratis.
      Anzi, con spese a suo carico.
      Compresa la Direzione.
      Mi direte: peggio per loro, chi glielo fa fare?
      Nessuno, certo; però, magari prendere duemila Euro al mese, come chi lo fa per mestiere!
      Anche perché nulla gli impedisce di diventare un Feltri o un Belpietro, se ne è capace, e prendere le stesse prebende.
      Senza entrare nel merito della faccenda “Libero”, altrimenti dovremmo chiamare in causa Montanelli, Biagi, Mauro e chissà quanti altri sarebbero passibili di “censura etica”, credo che se un giornalista è richiesto e pagato, come un giocatore di pallone, un motivo ci sarà.
      E ciò dovrebbe essere da stimolo per chi si lamenta di essere pagato poco.
      Meno male che in Italia ancora c’è la concorrenza e il libero mercato.
      Pensate se fossimo in un paese totalitario dove i giornalisti scrivono quello che ordinano i direttori che ricevono ordini dal governo, con lo stipendio uguale per tutti di un impiegato statale, che non arriva certo a duemila euro al mese!
      In certi paesi succede.
      E non ti permettono neppure, come da noi, di farti gli affari degli altri.

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