“Rivolgiamo al Ministro per i Beni culturali ed al sindaco di Roma un appello per la difesa dell’integrità dello straordinario complesso architettonico del Foro italico, ancora una volta minacciato da interventi che si annunciano disastrosi”. Così un appello firmato dagli architetti Alessandro Anselmi, Carlo Aymonino, Leonardo Benevolo, Vittoria Calzolari, Vezio De Lucia, Alessandro Franchetti Pardo, Massimiliano Fuksas, Mario Ghio, Italo Insolera, Paola Pignatelli Coppola e da Lucio Barbera, preside della Facoltà di Architettura “Ludovico Quadroni”, Francesco Cellini, preside della Facoltà di Architettura di Roma Tre, Giovanni Carbonara, Ordinario di Restauro dei monumenti, Giorgio Muratore, ordinario di Storia dell’Architettura contemporanea, Pietro Petraroia, Storico dell’Arte, Marco Petreschi, Ordinario di Progettazione architettonica, Paolo Portoghesi, Ordinario di Progettazione architettonica, Carlo Ripa di Meana, Presidente della Sezione romana di Italia Nostra, Amedeo Schiattarella, Presidente dell’Ordine degli architetti di Roma e Provincia, Giuseppe Strappa, Ordinario di Progettazione architettonica, Bianca Maria Tedeschini Lalli, già Rettore dell’Università Roma Tre.
“In particolare, in questi giorni, si sta decidendo, nelle consuete condizioni di emergenza, la costruzione di un nuovo stadio del tennis tra il vecchio ‘Centrale’ e la Casa delle Armi. Indipendentemente dalle qualità tecniche del progetto, il volume del nuovo edificio, la sua altezza, l’impatto che avrà sul delicato equilibrio del luogo, l’indotto provocato dai servizi commerciali previsti, si preannunciano come una vera e propria aggressione ad un patrimonio storico-artistico il cui valore è ormai universalmente riconosciuto – prosegue l’appello – Avendo fiducia nella capacità delle istituzioni di tutelare anche i nostri monumenti moderni, chiediamo che il nuovo stadio non venga realizzato, che non si prendano decisioni a riguardo in circostanze critiche, che dalle decisioni sul futuro assetto di un complesso culturalmente tanto prezioso come il Foro italico non vengano escluse le forze intellettuali del Paese”.
(fonte Redazione di Romauno)
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