Circa due anni fa, il 28 gennaio 2012, nel terreno situato di fronte all’ingresso sud dell’Olgiata diverse autorità s’incontrarono per posare la prima pietra della nuova chiesa del luogo. Un ponte e una nuova strada avrebbero consentito a tutti i credenti dell’Olgiata e La Cerquetta di raggiungerla. E invece?
Da sempre in prima fila è Don Quirino, storico parroco della chiesa di San Pancrazio di Isola Farnese, che da quasi trent’anni si muove tra uffici tecnici e demaniali per dare una risposta definitiva alla necessità di avere una nuova chiesa. E la risposta è stata appunto il mega terreno antistante uno dei due ingressi del comprensorio Olgiata che fino a poco prima giaceva quasi abbandonato sotto gli occhi degli utenti della linea 201, che proprio lì davanti ha il suo capolinea.
Per avere un’idea della piccola impresa basta dare un’occhiata alle cifre. Diecimila i fedeli che potranno raccogliersi in preghiera nel nuovo edificio, trentuno gli anni passati dalla proposta del primo progetto, 8.780 i metri quadri dell’attuale terreno, circa quattro i milioni spesi per la costruzione.
Il risultato è un colossale edificio di 500 mq realizzato su progetto dell’architetto Stefano Mavilio e composto da una struttura principale (chiesa), la canonica (con alloggio per parroco e due assistenti) e gli uffici parrocchiali (con tanto di necessario per il catechismo). Ma non è tutto.
Anni che passano, Giunta che trovi. Ed è così che da quel 28 gennaio 2012 molte cose sono cambiate. A cominciare dal sindaco della città (ieri Alemanno, oggi Marino) e dal presidente del XV Municipio (allora Giacomini, oggi Torquati) entrambi presenti alla cerimonia. Cerimonia di grande importanza, se non altro perché fu l’occasione per riproporre all’attenzione dei presenti uno dei problemi più urgenti per quanto riguarda la viabilità di zona.
Fu lo stesso Alemanno infatti a promettere la costruzione di un ponte che avrebbe collegato via Antonio Conti, cioè la zona della nuova chiesa e quindi tutta l’Olgiata, a Via Vincenzo Tieri. Un’opera di cui si sentiva forte bisogno perché via Tieri è percorsa quotidianamente da tutti i residenti dell’Olgiata che per recarsi a scuola o a lavoro utilizzano la Ferrovia Fr3.
Per come stanno le cose al momento l’unico modo di raggiungere la stazione è percorrere un tratto di Via Cassia, e quindi allungare di non poco il tragitto, con traffico annesso. La costruzione di un collegamento tra via Conti e via Tieri non solo avrebbe reso più facile il raggiungimento della nuova chiesa, ma avrebbe risolto definitivamente il problema per quanti devono quotidianamente servirsi della linea Fr3 e per farlo non hanno altro modo che passare per la Cassia.
Due anni fa l’ex sindaco Alemanno, proprio alla posa della prima pietra, promise uno stanziamento di 524mila euro per dare il via al progetto. “Ci impegniamo a realizzare il ponte che collegherà la piazza a Via Tieri, per risolvere così i problemi di viabilità che si presenteranno con la realizzazione della chiesa” annunciò fra il plauso dei presenti.
E la conferma arrivò qualche giorno dopo in un comunicato dell’allora assessore ai lavori pubblici e dell’allora capogruppo PdL nel XX Municipio: “Roma Capitale stanzierà i fondi necessari per la realizzazione di un ponte e una strada di raccordo fra via Tieri e via Conti…. sono in fase di avvio le procedure di esproprio necessarie alla realizzazione dei lavori…”.
Ma di quei soldi non s’è vista ombra.
E così, due anni dopo quel 28 gennaio, la chiesa è quasi pronta e l’inaugurazione dietro l’angolo, ma del ponte non c’è traccia.
Non si è fatta attendere la reazione dell’energico Don Quirino, che da San Pancrazio tuona contro il mancato progetto: “Quella che doveva essere la grande comunità della zona Olgiata – La Cerquetta rischia di diventare zoppa”. E infine la minaccia, quasi un anatema quello di don Quirino”: “se non si provvederà alla costruzione del ponte la chiesa dell’Olgiata non verrà consacrata!” e resterà una scatola vuota in mezzo alla campagna.
Ecco la storia di una possibile nuova “cattedrale” nel deserto. Tanto a Roma ci siamo abituati.
Adriano Bonanni
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Sarebbe stato il caso di intervistare chi in questi giorni ha portato l’argomento alla ribalta….
… prometto solennemente che il giorno della consacrazione … perché sono convinto che quella Chiesa sarà consacrata … andrò anche a piedi … quella Chiesa è meravigliosa … !!!
Credo fermamente che la consacrazione della Chiesa non sarà subordinabile a nessuna strada … poi tutto è migliorabile … ma vi prego … si mantenga la Chiesa lontano dalla politica.
è proprio il solito vizio di Roma Nord. Tanta, anzi troppa edificazione e niente strade, svicoli, passaggi e ponti. Risultato: blocco del traffico permanente.
Chi sa questa volta quale vincolo formale o impiccio burocratico avrà impedito la costruzione della piccola ed utilissima strada di collegamento?
Sono certa che il nostro Vescovo non terrà conto di certe dichiarazioni!! Siamo arrivati al punto di usare un luogo di preghiera per fare propaganda politica, che bell’insegnamento per i ragazzi, complimenti davvero!!
Il collegamento stradale tra V. Conti e V. Tieri è un vecchio progetto che periodicamente torna alla ribalta pubblica. Adesso c’è persino chi vorrebbe subordinare l’apertura della nuova chiesa alla realizzazione della strada! Ma a chi serve una nuova strada, quanto costerebbe realizzarla e con quali effetti?
Quanto costerebbe il ponte? 5 o 600mila euro? Forse anche di più, perché oltre al ponte bisognerebbe realizzare gli svincoli su V. Tieri. Se fossero disponibili, sarebbe molto più utile impiegarli nella messa in sicurezza del territorio o delle strade esistenti. O per investimenti nella mobilità nuova (pedonale, ciclabile). Una mobilità con al centro le persone e non le auto.
A chi serve il ponte? Ai fedeli della nuova chiesa? La chiesa è agevolmente raggiungibile da V. Bragaglia (dove c’è già un ponte, perché farne un altro?) e persino in autobus (capolinea 201). Ai residenti dell’Olgiata per raggiungere più rapidamente la stazione del treno o la via Braccianese a causa degli ingorghi su via Bragaglia? I problemi di viabilità in via Bragaglia si limitano ormai agli orari di entrata e uscita della scuola e sono dovuti soprattutto alle auto lasciate in mezzo alla strada.
Quali sarebbero i reali effetti del ponte? Il nuovo ponte farebbe forse risparmiare qualche minuto agli automobilisti (non di più), ma scaricherebbe nuovo traffico su V. Tieri, già afflitta da problemi di congestione e sicurezza stradale. Senza pensare alle aree verdi che andrebbero distrutte dalla nuova colata di cemento.
Un’alternativa? Un passaggio pedonale e ciclabile con un impatto ambientale ed economico minimo.
Giovanni Giallombardo
COMITATO DI ZONA VIA VINCENZO TIERI
Caro Giovanni, hai centrato la questione! Ancora una volta in questo paese chi ha gia molto vuole di più, senza pensare a chi a fatica e con mille sacrifici cerca di sbarcare il lunario. Ho abitato per molti anni all’Olgiata con la mia famiglia e fino allo scorso anno ho accompagnato a scuola mio figlio che frequentava la Soglian, come hai detto giustamente tu, il traffico è leggermente congestionato unicamente durante l’orario di entrata e uscita dalla scuola. Ma voglio aggiungere una cosa della quale nessuno ha parlato, il caos delle macchine dei genitori è stato accentuato in modo esponenziale dalla concessione a privati dell’area dove sorge il centro sportivo, prima c’era una bella area per parcheggiare senza necessità di adesivi sul vetro dell’auto! Non parlliamo di quando fu messo sotto sequestro, una bella mattina trovammo il cancello chiuso….si scatenò il panico, io stessi rimasi incastrata tra le macchine che arrivavano e non sapevano dove fermarsi per lasciare i bambini a scuola.
Se mai ci fossero dei soldi, si dovrebbero investire in percorsi pedonali da e verso le scuola di zona (Soglian e Amaldi), di altre macchine che sfrecciano per Via Tieri non ne abbiamo certamente bisogno!!!
Come al solito non si fa un’analisi obiettiva del problema ascoltando tutte le parti coinvolte (soprattutto i residenti che vivono in quella zona ) ma si prendono per ‘oro colato’ le dichiarazioni di politici e di uomini di Chiesa che guardano solo al proprio ‘orticello’ senza guardare al bene comune. Concordo pienamente con chi propone di limitare l’intervento a nuovi investimenti per la mobilita’ pedonale e ciclabile che permetterebbero alla maggior parte dei residenti di accedere alla Chiesa senza ricorrere alla propria auto! In via Tieri, per altro, vi sono parcheggi enormi sempre vuoti da cui si potrebbe raggiungere facilmente a piedi la Chiesa. I soldi risparmiati potrebbero essere investiti in progetti piu’ seri per migliorare la sicurezza e la viabilita’ sulla Cassia. In definitiva, il ponte in questione gioverebbe soprattutto ai residenti dell’ Olgiata che durante i giorni feriali (i piu’ critici) potrebbero raggiungere la Stazione ‘Olgiata’ in 2 minuti anziché in 15!