Una fiaccolata per ricordare alle istituzioni che il Borgo di Cesano necessita ancora di un intervento serio e definitivo per risollevarlo dal baratro in cui è caduto nel dicembre 2010, quando, in seguito a un cedimento, una parte significativa di quello che resta un prezioso e sottovalutato gioiello del patrimonio culturale di Roma nord ha manifestato con evidenza la grave incuria patita sotto le diverse amministrazioni che negli anni lo hanno governato.
In piazza Francesco Caraffa, cuore della “vecchia” Cesano, dove una settimana fa era stata ospitata fra comizi e canti – per l’occasione era apparso anche lo chanteur ufficiale del Presidente del Consiglio dei ministri – la Festa del PdL, la sera di domenica 10 luglio ha avuto luogo una fiaccolata per riportare all’ordine del giorno il problema più urgente che affligge Cesano.
Ma qualcosa i cittadini del Borgo avevano già fatto in occasione proprio della Festa del PDL. Con manifesti e striscioni riportanti la scritta “benvenuti nel Borgo che crolla” avevano accolto le auto blu delle Autorità che mano a mano entravano nel Borgo in disgrazia.
Per questo erano stati appellati come “bieche” persone dal sindaco Alemanno. Per una protesta pacifica e più che legittima, nata senza lo scopo di contestare una parte politica, gli abitanti di un centro storico che lo vedono crollare sotto i propri occhi sono stati così bollati da chi dovrebbe correre in loro aiuto.
Ed in risposta a quella frase molti partecipanti alla fiaccolata hanno provocatoriamente indossato una maglietta con la scritta “sono una bieca persona”, quasi a ribadire con orgoglio e ironia che se difendere il proprio territorio è da biechi individui loro lo sono e vogliono esserlo.
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“Sono soddisfatto dell’adesione a questa iniziativa – dichiara Daniele Torquati, cesanese “doc” e capogruppo PD al XX Municipio – è importante che Cesano riprenda il controllo del proprio territorio e dei suoi amministratori. Ci deve essere un intervento mirato per tutelare coloro che qui ci abitano, e che qui hanno investito la propria vita. Questa non è una manifestazione politica o di partico, è un movimento cittadino spontaneo.
E’ necessario a livello amministrativo un atteggiamento responsabile perché il problema deve essere risolto, e soprattutto deve essere risolto velocemente perché Cesano non può più aspettare”.
La fiaccolata nel frattempo è entrata nel vivo: il cammino ha toccato il cuore del Borgo, i partecipanti con le fiaccole in mano attraversano le piccolissime vie del centro storico, sfiorando anche le parti più colpite dal cedimento strutturale e perciò ancora chiuse al passaggio.
Il tragitto è stato breve ed i partecipanti sono partiti da Borgo di sopra, la parte generalmente più conosciuta con la secentesca Chiesa di San Giovanni Battista, ospitante l’importante crocifisso ligneo del XVI secolo, e il Palazzo del Comune a dominare piazza Francesco Caraffa. Poi è stata la volta di Borgo di sotto, un groviglio di vie e di case quase attaccate le une alle altre, miracolosamente scampate ai cedimenti dei mesi scorsi.
Il cammino ha avuto un momento di sosta in piazza Padella, altro luogo storico del Borgo che ne collega il centro alla piazza principale. In tutto un tragitto di pochi minuti, un quarto d’ora forse. Un lasso di tempo breve, ma il cui significato resterà simbolicamente per anni.
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Il senso di questa serata è infatti quello di gridare, seppur silenziosamente – senza slogan, senza comizi, senza risultanze elettorali come ormai siamo abituati a vedere – che i cesanesi, e in particolare gli abitanti del Borgo, non sono disposti ad assistere passivamente alla decadenza di quello che è prima di tutto il “loro” Borgo. Perché ci sono nati, ci hanno passato un’intera vita.
E’ il caso di Elisabetta, nata e cresciuta a Cesano Borgo. “Sono passati sette mesi dallo smostamento della strada. Subito noi residenti andammo a chiedere un intervento veloce per evitare che con le pioggie estive la situazione postesse aggravarsi. E’ un discorso che continua da molto tempo, e la soluzione non consiste nel dare la colpa a una parte politica piuttosto che a un’altra. La cosa importante è partire dal basso, senza comitati d’affari, ma semplicemente esercitando il diritto a difendere ciò in cui si è investito una vita, anche economicamente. Penso che sia giusto che le persone tornino ad esercitare i propri diritti, a difenderli, anche promuovendo e partecipando a iniziative come questa.”
Una partecipazione, quella di questa serata, che ha coinvolto residenti e non. Intere famiglie, bambini, giovani e meno giovani. In un clima di preoccupazione, in certi casi indignazione, ma anche di fiducia.
Fiducia nelle parole di Dario Nanni, consigliere PD al Comune, presente alla fiaccolata, che ha affermato di voler “verificare con un’interrogazione quale tipo d’intervento verrà effettuato, se un intervento-tampone, con effetto solo temporaneo, o un’azione precisa che risulti definitiva nel risolvere i problemi strutturali della zona”.
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Ma come si è giunti a un tale stato di cose? Quello del Borgo di Cesano è un caso che si trascina da tempo, anche se ora con maggiore urgenza.
Giuliano Pandolfi, cesanese anche lui e Capogruppo del Gruppo Misto nel XX Municipio, pone l’accento sulle responsabilità delle diverse amministrazioni.
“Sono parecchie le amministrazioni che dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e cercare di capire chi non ha fatto cosa, perché da Rutelli a Veltroni ad Alemanno niente di serio è stato fatto. L’iniziativa di questa sera è significativa perché parte dai cittadini ed è quindi una grande lezione di partecipazione civica e non politica. Noi come Municipio abbiamo votato moltissimi atti che purtroppo non hanno la copertuta politica che serve e possiamo solo limitarci a richiamare l’attenzione dell’amministazione comunale e spero anche regionale, nella speranza di riuscire a raggiungere un livello più elevato”.
Insomma, come è stato più volte sottolineato le premesse per fare del Borgo storico di Cesano un centro storico di grande importanza ci sono tutte. A condizione di non considerare “bieche persone” quei cesanesi che protestano per ottenere ciò che in un paese civile parrebbe scontato.
Adriano Bonanni
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Purtroppo non ero presente. Per i nostri politici non è chiaramente importante una casa del valore di quelle del borgo abituatialle loro. Dimenticano che o di sinistra o didestra sono comunque votati da noi , motivo per il quale dovrebbero avere più considerazione